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La repressione degli illeciti

La repressione degli illeciti. Lezione 7. Funzioni della pena e approccio AED. Retribuzione : ricostituire la condizione di giustizia lesa dall’atto illecito. Neutralizzazione : ostacolare la realizzazione o reiterazione dell’illecito. Riabilitazione : rieducare il reo.

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La repressione degli illeciti

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Presentation Transcript


  1. La repressione degli illeciti Lezione 7

  2. Funzioni della pena e approccio AED • Retribuzione: ricostituire la condizione di giustizia lesa dall’atto illecito. • Neutralizzazione: ostacolare la realizzazione o reiterazione dell’illecito. • Riabilitazione: rieducare il reo. • Deterrenza: dissuadere i potenziali delinquenti. • Il punto di vista della AED: enfasi solo sulla deterrenza • Impostazione “illuminista”: trovare un fondamento razionale per le sanzioni con l’obiettivo di minimizzare l’incentivo a delinquere. • Quindi: due elementi nell’approccio AED alla repressione degli illeciti  la funzione di deterrenza & l’hp che il reo sia razionale (= reagisca agli incentivi). • Ecco perché l’AED è applicata soprattutto ai reati economici

  3. Problema 1: cosa punire? • Definizione di illecito: per l’AED va basata sull’analisi costi/benefici. b  beneficio privato da illecito d  danno atteso per la società Hp: agente razionale  max b – E(s) con E(s)  sanzione attesa • Per la società una condotta è desiderabile (se e) solo se b > d. • N.b.: la parte “se e” va aggiunta nel caso si ritenga che l’analisi costi/benefici sia sufficiente a stabilire la desiderabilità sociale di un certo comportamento.

  4. L’azione deve essere vietata (= è un illecito) solo se: – c > b – d , ovvero solo se: d – b > c con c  costi di monitoraggio, dissuasione e punizione • Quindi: vanno vietate le attività indesiderabili (quelle con d > b) e tali che il costo per monitorarle, dissuaderle e punirle non sia troppo elevato. • Per AED gli atti illeciti sono tutti (e soli) quelli con basso b, alto d e bassi costi c. • Segue che per AED il sistema penale non deve dissuadere tutti gli atti indesiderabili: alcune azioni privatamente desiderabili verranno compiute anche se socialmente indesiderabili.

  5. Problema 2: come punire? • Dal punto di vista individuale, l’azione illecita viene adottata se e solo se b > E(s) = s con   probabilità di essere puniti & s  sanzione (monetaria). • La condizione di deterrenza (= “il crimine non paga”) dunque è: s  b • Quindi: tanto minore è la probabilità di sanzione , tanto maggiore deve essere la sanzione affinché la dissuasione sia efficace.

  6. sanzione Area della deterrenza* Qui  = 1 (sanzione certa) Deterrenza se s  b b A  1 * In un sistema perfetto la sanzione non viene mai irrogata perché nessun agente razionale commette mai l’illecito.

  7. Il modello di Becker • Gary Becker (1968, JPE): i costi per variare  ed s sono molto diversi tra loro. Ovviamente è molto meno costoso incrementare s piuttosto che . • Ottima repressione: è socialmente efficiente porre s   &   0 • Contrariamente a Beccaria (= meglio una pena mite, ma certa, di una severa, ma improbabile), Becker considera s ed  come sostituti e quindi conclude che per avere efficienza non ci deve essere proporzione tra reato e sanzione: ogni reato va punito con la massima pena possibile!

  8. Il crimine paga? • Un’impicazione del modello di Becker è che, in termini della sola probabilità , è socialmente ottimale che vi sia sotto-deterrenza, cioè che il sistema penale non sia in grado di impedire tutti gli illeciti. • Si noti la differenza rispetto al comportamento di mercato. • Nel caso dello scambio, la scelta individuale comporta un costo soggettivo (= prezzo di mercato) sempre non minore del costo sociale (= costo di produzione). Le azioni degli individui sono anche socialmente desiderabili. • Nel caso dell’illecito, invece, la scelta individuale può comportare un costo soggettivo (= “prezzo” del crimine, cioè la sanzione attesa) minore del costo sociale, e quindi produrre esiti socialmente indesiderabili. • Si ribadisce quanto detto prima: il sistema penale efficiente non impedisce tutti gli atti socialmente indesiderabili.

  9. Obiezioni al modello di Becker • Il risultato di Becker dipende dalla impostazione consequenzialista della AED (= le scelte non contano per sé, ma solo per le loro conseguenze), e quindi viola il precetto di giustizia retributiva. • Il modello tralascia i costi sociali delle attività elusive (cioè azioni messe in atto dal criminale per non farsi scoprire): tali costi crescono al crescere di s. • Il modello si basa su un’ipotesi di neutralità al rischio dell’agente. • Tuttavia, anche se l’agente è avverso al rischio il risultato rimane, anzi la sanzione efficiente è minore: basta meno per dissuadere il crimine se il criminale è “fifone”! • Avversione al rischio: caratteristica soggettiva che porta a preferire situazioni di assenza di incertezza. Un individuo avverso al rischio preferisce evitare una perdita di X euro piuttosto che ottenere un’equivalente vincita. • Il risultato viene meno solo in presenza di una molteplicità di agenti, con diversi gradi di risk aversion.

  10. 4.Il modello tralascia la possibilità che l’illecito sia commesso per errore o non intenzionalmente. La sanzione in tal caso sarebbe irrogata in assenza di colpa, con ovvi problemi di equità (ma non di efficienza!  la sanzione monetaria è un mero trasferimento di ricchezza). 5. Il modello trascura la limitazione delle risorse a disposizione del soggetto. La sanzione pecuniaria è dunque per forza limitata, per cui è necessario utilizzare sanzioni alternative (p.e. la detenzione). 6. Deterrenza marginale: per Becker tutti gli illeciti dovrebbero essere puniti in pari misura, a prescindere dalla loro gravità. Ma allora gli agenti avranno un incentivo a commettere sempre il reato più grave! Le sanzioni vanno quindi commisurate alla gravità dei reati. • Tuttavia, l’obiezione trascura che per Becker conta la sanzione attesa, non quella assoluta.

  11. L’errore giudiziario • Hp: è possibile la condanna di un innocente con probabilità . • Anche l’agente onesto può dunque ricevere una sanzione attesa pari a: – s. • L’agente disonesto invece assegna al crimine il solito valore atteso pari a: (1 – )b + (b-s). • La condizione di deterrenza è: – s > (1 – )b + (b-s) ovvero: s( – ) > b • Quindi l’effetto deterrente può crescere sia riducendo la pct. di errori giudiziari rispetto ai successi, sia aumentando s. • La tesi di Becker rimane comunque valida: costa molto meno aumentare s.

  12. Incertezza del giudice rispetto alla propensione al crimine post-rilascio Costo sociale Costo sociale della detenzione “Offerta” di crimini post-rilascio (in termini del costo sociale) S1 S* S2 Durata condanna Condanna con buon avvocato Condanna con cattivo avvocato Sentenza ottimale S2 – S1 = varianza della sentenza da: Emily Owens, Cornell U.

  13. Il problema della reiterazione dei reati ed il rilascio anticipato • La detenzione serve davvero come deterrente alla reiterazione dei reati? Obiettivo della condanna dovrebbe essere dissuadere i recidivi. • Le statistiche sono però falsate dal problema dei rilasci anticipati (libertà provvisoria e simili). • Se il criminale viene rilasciato prima del termine (concetto di “rilascio effettivo”), si trova più esposto alla possibilità di commettere crimini (è “sulla strada” prima e per più tempo). • Questo può portare ad una frequenza di reiterazione dei reati maggiore di quanto si potrebbe stimare ex ante tenendo conto delle condanne comminate in sentenza.

  14. Due tipi di deterrenza • Deterrenza verticale (o marginale): ha come obiettivo evitare che vengano commessi gli illeciti più gravi. • Deterrenza orizzontale: ha come obiettivo evitare la ripetizione degli illeciti (punire il recidivo). • Purtroppo è difficile conciliare le due esigenze. Infatti punire “troppo” la seconda violazione di una certa regola potrebbe indurre il reo a commettere direttamente (per la prima volta) una violazione più grave e quindi socialmente più indesiderabile. • Soluzione: occorre un secondo tipo di sanzione (p.e. la sottrazione di punti sulla patente) che integri la sanzione pecuniaria nel provvedere alla deterrenza verticale.

  15. Deterrenza verticale  Deterrenza orizziontale  Se l’utilità del soggetto cresce con la gravità della violazione, una struttura sanzionatoria di questo tipo non consente di ottenere la deterrenza verticale perché p.e. la casella (1°, A5) è preferita dal soggetto a quella (2°, A4).

  16. Demerit point system (DPS) Ora non conviene più “saltare” da (2°, A4) a (1°, A5) perché la sanzione è peggiore sia in termini di punti che di vicinanza alla situazione di esclusione [X  esclusione (p.e. ritiro patente) ; budget di punti iniziale  30p.]

  17. Sanzione pecuniaria o detentiva? • Becker nel suo modello ha chiaramente in mente sanzioni pecuniarie, le uniche potentialmente illimitate. • La sanzione detentiva (reclusione) comporta per la società costi sicuramente superiori ad una multa. • In quali casi è preferibile la reclusione? • Limite del patrimonio: la multa non può eccedere il patrimonio del reo. • Dato che molto spesso chi compie crimini ha un patrimonio basso, ecco che la multa darebbe un livello di deterrenza insufficiente. • Interdizione: la reclusione garantisce che il reo non possa più commettere il crimine. • E’ un altro motivo per preferire la reclusione alla multa. • Esistono forme di interdizione anche più blande rispetto alla reclusione: interdizione dai pubblici uffici, dalle cariche sociali, ecc.

  18. Perché la colpa nel diritto penale? • Il diritto penale potrebbe in astratto funzionare secondo una regola di responsabilità oggettiva (RO) o di responsabilità per colpa (RPC). • Perché si è scelta dovunque la seconda? • Perché sub RO qualsiasi fatto illecito comporterebbe l’irrogazione di una sanzione, mentre sub RPC occorre provare la colpa (cioè il mancato rispetto dello standard di diligenza: vedi lezione su RC). • Nel caso di un sistema basato solo sulle multe, i due regimi sarebbero entrambi efficienti (anzi, RO risparmierebbe i costi processuali), ma nei sistemi reali, basati anche sulle pene detentive, un regime di RO comporterebbe “troppe” reclusioni, e quindi costi eccessivi per la società. • Un regime efficiente di RPC assicura l’ottima deterrenza: gli agenti razionali rispettano lo standard di diligenza; questo limita il numero di reclusioni ed i relativi costi.

  19. Perché punire di più gli atti dolosi? • L’elemento della volontà nel compimento del crimine (dolo) è ritenuto importante in tutti i sistemi penali e comporta una sanzione più grave. Questo corrisponde ai dettami della AED. Infatti... • ... chi compie intenzionalmente un crimine ha sicuramente un guadagno atteso superiore; quindi la deterrenza ottima richiede una sanzione attesa maggiore. • ... chi compie intenzionalmente un crimine spesso compie azioni volte a ridurre la probabilità di punizione; questo comporta un aumento della sanzione per avere deterrenza ottima. • La stessa logica guida i sistemi penali nel punire i tentativi di crimine: è un modo per far crescere la probabilità di sanzionare gli atti illeciti, inclusi quelli che non hanno provocato danni sociali.

  20. Quale responsabilità? • La parte lesa da un illecito può in linea generale sempre far valere due tipi di responsabilità: civile o penale. • Come scegliere in modo efficiente tra le due? • Azione civile: quando la parte lesa ha le informazioni sufficienti per far ricadere la responsabilità sul danneggiante; inoltre il danno d deve essere modesto e la prob.  elevata. In questo caso il risarcimento è un efficace deterrente. • Azione penale: quando l’iniziativa privata è difficile (perché, p.e., le parti lese sono molte e/o il danno è elevato) occorre l’intervento pubblico sotto forma di repressione penale. • Secondo Becker & Stigler (1974), tuttavia, anche in questo secondo caso è possibile l’azione dei privati attraverso la creazione di un sistema repressivo privato basato su premi messi a disposizione di chi trova i rei e le prove della loro colpevolezza  è il sistema dei cacciatori di taglie. • Ma: un sistema privato, premiando solo uno dei cacciatori, genera sovra-investimento e quindi spreco di risorse (come la corsa al brevetto o al monopolio); inoltre non è mai interesse del cacciatore avere perfetta deterrenza, cioè assenza di illeciti.

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