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Viaggio al Circeo!

Viaggio al Circeo!. …L’inizio di un’ avventura …. Tutto incomincia il 2 aprile 2008 quando abbiamo iniziato ad intraprendere il nostro favoloso viaggio!!. … Verso la grotta!!!. Per arrivare alla grotta abbiamo dovuto “scalare la montagna”.

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Viaggio al Circeo!

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Presentation Transcript


  1. Viaggio al Circeo!

  2. …L’inizio di un’ avventura … Tutto incomincia il 2 aprile 2008 quando abbiamo iniziato ad intraprendere il nostro favoloso viaggio!!

  3. … Verso la grotta!!! Per arrivare alla grotta abbiamo dovuto “scalare la montagna”. La Grotta delle Capre è la più famosa e visitata fra le grotte del Circeo. È raggiungibile via terra con un sentiero, che abbiamo seguito anche noi, e vi si può entrare attraverso una vecchia cancellata. Si accede così ad un salone a forma di cupola. La grotta presenta alcune prosecuzioni: un cunicolo sul fondo del salone. Un secondo ramo parte con un passaggio basso sul lato destro del salone; un terzo, infine, con una rampa accanto all'ingresso.

  4. La grotta è una notevole testimonianza della trasgressione tirreniana durante l'ultimo interglaciale, quando alternanza del livello batimetrico nelle epoche geologiche, causato dalle variazioni del volume dei ghiacciai, ha influenzato l'evoluzione della cavità con il variare delle condizioni ambientali. Sulle pareti della Grotta delle Capre sono ancora evidenti i fori praticati dai litodomi (animali marini che hanno la caratteristica di trovare riparo nelle rocce più dure forandole con una secrezione acida). I fori dei litodomi si ritrovano sia nelle grotte che sulle pareti delle grotte. E' stato possibile in tal modo stabilire qual'é stato il periodo di massima immersione e calcolare in due centimetri annui l'incremento medio del fenomeno, sia quando é in fase positiva che quando é in fase negativa.

  5. All'interno della grotta è visibile la stratigrafia dello scavo compiuto dal Prof. A.C. Blanc quando nel 1936 portò alla luce 12 strati di terreno. Nel quinto livello sono stati ritrovati resti di una fauna di tipo tropicale come l'ippopotamo, risalendo gli strati dal basso verso l'alto si perdono i segni di animali adattati a un clima caldo e si scoprono resti di fossili tipici dei climi rigidi: segno evidente del sopraggiungere della glaciazione

  6. Un altro giorno… …verso le dune

  7. Le dune L’ambiente di duna è fondamentale per la difesa delle coste dell’erosine marina quali barriere frangiflutti che alterano il regime delle correnti.il cordone di sabbia attenua l’impatto dei venti marini consentendo lo sviluppo degli altri ambienti naturali. Questi luoghi ospitano organismi molto specializzati la cui sopravvivenza è legata alla salinità dell’abitat.

  8. Geograficamente parlando, nel territorio del parco è compresa una fascia costiera sabbiosa che si estende, in lunghezza partendo dalla scogliera calcarea del promontorio del Circeo sino a Capo Portiere.Le Dune, ospitano diverse specie di piccole piante, come arbusti e cespugli, che offrono un habitat ideale per moltissime specie animali.La spiaggia è formata da sabbie sottili. Alle spalle di essa,si innalza il cordone dunale. Le sabbie di tale cordone dunale hanno una rigogliosa vegetazione.Ciuffi e cespugli di piante resistenti che fronteggiano il mare e la forza del vento costiero e, nel versante interno,ospitano una ricca fauna: tassi, volpi, conigli, lucertole, coleotteri. La delicatezza di un ambiente dunale di recente formazione hanno bisogno protezione, e per evitare i danni del calpesio dei numerosi frequentatori della spiaggia, sono state predisposte passerelle in legno che consentono di accedere alla spiaggia senza danneggiare la vegetazione.L'ambiente costiero dunale è un'ambiente particolarmente difficile: le alte temperature, le lunghe siccità, il terreno poco fertile, i forti venti rendono difficile la sopravvivenza delle specie vegetali, che si sono dovute adattare. Cosi troviamo piante con foglie piccole, o addirittura aghiformi. Le piante più vicine al mare, e, sono fondamentali per la sopravvivenza della duna stessa.Queste piccole piante con la loro stessa presenza attenuano la forza del vento; le loro radici trattengono la sabbia Procedendo dal mare verso l'interno troviamo, man mano, specie sempre più sviluppate, ilginepro coccolone e del lentisco.In autunno,è possibile assistere al volo delle formazioni di cormorani che si spostano da un lago all'altro.

  9. …Lavoriamo insieme… Ci siamo divisi in coppie e abbiamo diviso delle zone da esaminare tracciando, a partire dal mare fino all’alta vegetazione, degli spazi sulla sabbia. Ci sono state 12 coppie in tutto. Ognuna di esse ha trovato delle differenze man mano che le zone cambiavano(per temperatura, flora,e fauna). Ogni coppia ha prelevato un campione del propria zona in esame.

  10. Tutti alla sede!!!! Dopo una breve sosta all’hotel siamo andati alla sede del parco nazionale del Circeo. Qui ogni coppia ha esaminato ed esposto i campioni che ha raccolto, formando insieme uno schema di vegetazione, fauna se c’era e temperatura della duna. Successivamente ci siamo divisi in 2 gruppi ed abbiamo rappresentato un coleottero che è stato trovato in uno degli spazi in esame

  11. INNO A CIRCE Anch’io un giorno, sfinito, approdai all' isola di Eea.Sospinto dai marosi a questa riva giunsi e vi trovai novello ulisside, il tuo sorriso arboreo. Sì, proprio tu Circe, figlia del Sole e degli Oceani con gli occhi colore del mare, freschi e lucenti come le selve odorose del monte che il vento e la salsedine baciano perenni. Anch’io qui giunsi a nuova vita e a nuova civiltà ed imparai ad amare di questa contrada dal passato antico la storia e i patimenti. Del 1estraiolo obliato il pianto Tra gli acquitrini pestiferi. E tu sola, o Circefosti mossa a pietà dal gran dolore fino a rendere il Piano fertile e fecondo come il tuo seno,al quale anch'io oggi, bramoso di vita, mi abbevero anche se altro non vedo d'intorno che lande stravolte e violentate ove da tempo non s'ode il dolce sciabordio del mare o il canto maestoso del boscaiolo andato con il sordo scalpitio del cavallo normanno, ma il fragore ringhioso dei cavalli vapore che salpano furenti per paradisi introvabili. Dorme parca la Piana rinchiusa tra lussuose dimore, esclusa al mondo e al via vai selvaggio del pendolare di transito sognando frusta altra catarsi che il mondo ravveda. Ma di noi che resta, o Circe? Oltre al lamento del mare, nelle notti di luna, al luccichio delle stelle, che le cime della selva sfiora, e al desiderio comune che almeno un sorriso, sia pur mesto, vaghi, tra cirri errabondi e che al cuore di un poeta approdi cui altro non brami che riscattare, tra sordità solenni, il dolore del mondo. Francesco Agresti

  12. Lavoro svolto da: Amodio Federica Festinese Ludovica Nesi Alessia Scotti Francesco Alunni della II° G

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