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“INTERVENTI A SOSTEGNO DELLA GENITORIALITA’: UNA PROSPETTIVA METODOLOGICA”

“INTERVENTI A SOSTEGNO DELLA GENITORIALITA’: UNA PROSPETTIVA METODOLOGICA”. a cura di: dott.ssa R. Tartarelli, dott.ssa F. Antichi, dott.ssa E. Gonnella, dott. P. Muratori, F. Palazzi e dott.ssa S. Ridolfi. Associazione Cristiana per la Famiglia ONLUS.

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“INTERVENTI A SOSTEGNO DELLA GENITORIALITA’: UNA PROSPETTIVA METODOLOGICA”

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  1. “INTERVENTI A SOSTEGNO DELLA GENITORIALITA’: UNA PROSPETTIVA METODOLOGICA” a cura di: dott.ssa R. Tartarelli, dott.ssa F. Antichi, dott.ssa E. Gonnella, dott. P. Muratori, F. Palazzi e dott.ssa S. Ridolfi.

  2. Associazione Cristiana per la Famiglia ONLUS • Si è costituita nel 1978 come opera diocesana dietro lo stimolo dell’allora Vescovo di Lucca Mons. Agresti. Lo scopo di questa Associazione è proporre un impegno di carattere educativo, culturale e sociale volto alla promozione della vita e della famiglia e alla gestione di attività di volontariato rispondenti a tali valori, rivolgendo particolare attenzione alle donne in difficoltà. L’ACF fa parte del comitato provinciale del Forum Toscano delle Associazioni Familiari e lavora su tutto il territorio della provincia di Lucca. • La tipologia dei servizi alla famiglia erogati sono: • Consulenza; • Formazione; • Insegnamento dei metodi della regolazione naturale della fertilità; • Prevenzione; • Accoglienza; • Solidarietà e sostegno; • Educazione e sensibilizzazione presso scuole, centri di aggregazione, parrocchie…; • Pronto donna, una linea telefonica gratuita al servizio delle donne in difficoltà, che subiscono violenza fisica, sessuale e/o psicologica (Numero verde 800/778787). • I centri operativi dell’associazione sono: • Casa Famiglia S. Margherita per minori con madri e/o gestanti, con sede a S.Margherita, Capannori (LU) • Consultorio “La Famiglia”, con sede a Lucca. • Centro di Accoglienza alla Vita (CAV) con sede a Lucca e a Viareggio; • Famiglie per l’accoglienza solidale e sussidiaria (promozione affidamento familiare) L’associazione collabora con la Diocesi di Lucca per le iniziative inerenti la pastorale familiare e giovanile, con le parrocchie, con le scuole, con i centri di aggregazione, con gli enti locali e con i servizi sociali e compie attività culturali e di documentazione orientate a prevenire difficoltà nell’ambito familiare.

  3. Casa Famiglia “S. Margherita” • La Struttura è una casa colonica dislocata su due piani con ampio giardino, accogli fino ad un massimo di 6 madri. Ciascuna ospite ha una camera singola e divide i servizi igienici con un’altra compagna. • Accoglie madri con figli e/o gestanti, si propone di fornire supporto e sostegnoalla genitorialità per donne con problematiche psico-sociali. • prima degli anni ’90 accoglienza per donne con figli (spesso ragazze-madri) • dagli anni ’90 fino ad oggi, donne che si trovano a vivere situazioni multi-problematiche sia personali che familiari (donne senza diagnosi specifica) • L’équipe della Struttura: 5 educatori, 1 Resp. Psicologa • consulenti esterni : Psicologi, Psichiatra, Avvocati, Ginecologa e Ostetrica • Gruppo dei volontari formato 20 persone che prestano il loro servizio in modo continuativo

  4. La C.F. “S.Margherita” dalla sua fondazione ( 1982 ) ad oggi ( 2007 ) ha accolto: Tot. 488 persone • Gli inserimenti dal 1982 al 1999 sono avvenuti prevalentemente per mezzo delle USL, delle Amministrazioni provinciali di tutta Italia, dalla Caritas e dal C.A.V.di Lucca, dal C.A.V. di Prato. • Dal ’99 ad oggi, le richieste di inserimento ci pervengono esclusivamente dai Comuni della Toscana ( settore Servizi alla Persona ), da alcuni Comuni della Liguria e dai Tribunali per i Minorenni di Firenze e di Genova.

  5. Analisi dei dati ( ultimi tre anni di attività ) Nel 2005 n. 28 richieste di inserimento; nel 2006 n. 24 e nel 2007 n. 31 2005 n. 17 n. 11 2006 n. 14 richieste respinte n. 10 richieste accolte 2007 n. 19 n. 12

  6. Ce.I.S.Gruppo “Giovani e Comunità” • Associazione di volontariato nata nel 1976, opera nei contesti del disagio, disadattamento, emarginazione. • Dal 1995 ha posto particolare attenzione alle problematiche minorili e della relazione genitori-figli • Ha dato vita a: • Comunità madri con figli (Alba) • Comunità per coppie (Nocchi) • Case di accoglienza familiare per minori (Torcigliano, Ficaia) • Comunità educativa per adolescenti (Altagnana) • Centro per adolescenti (Pace Amama) Ce.I.S. Gruppo “Giovani e Comunità”

  7. PROGETTO “ALBA”SERVIZIO RESIDENZIALE PER GENITORI TOSSICODIPENDENTI CON FIGLI • Il progetto si realizza all’interno di una struttura con ampio giardino situata a Bicchio (Viareggio). • La Comunità nasce nel 1995 per accogliere genitori tossicodipendenti con figli e donne in gravidanza. • Il progetto “Alba” prevede: • un percorso riabilitativo rispetto all’abuso di sostanze; • un aiuto e sostegno sulla genitorialità rispetto alla diade genitore-figlio; • un sostegno alla maternità (accompagnamento al parto). • Sono possibili anche inserimenti brevi finalizzati all’osservazione della relazione genitore-bambino • Equipe: 1coordinatore, 1 responsabile, 4 educatori, 1 infermiere, • 1 medico, 1 psichiatra, 1 psicologa. • Collabora con l’équipe un gruppo di volontari legati all’Associazione da molto tempo. • L’équipe effettua una supervisione esterna mensile con una psicoterapeuta Ce.I.S. Gruppo “Giovani e Comunità”

  8. COMUNITA’ DI NOCCHISERVIZIO RESIDENZIALE PER FAMIGLIE E COPPIE DIPENDENTI DA SOSTANZE • La Comunità è situata a Nocchi (Camaiore) in una villa di proprietà della parrocchia, è nata nel 1996 e accoglie famiglie e coppie dipendenti da sostanze. • Il progetto prevede un intervento terapeutico ed educativo su tre livelli: • individuale • di coppia • genitoriale Il progetto infatti mira, non solo all'emancipazione dalla tossicodipendenza e alla crescita personale degli ospiti, ma anche all'evolversi della relazione di coppia e al potenziamento delle competenze genitoriali. • Equipe: 1coordinatore, 1 responsabile, 3 educatori, 1 infermiere, • 1 medico, 1 psichiatra, 1 psicoterapeuta di coppia. • Collaborano con l’équipe alcuni volontari legati all’Associazione • L’équipe effettua una supervisione esterna mensile con psicoterapeuta Ce.I.S. Gruppo “Giovani e Comunità”

  9. Persone AccoltePeriodo 1995-2007 • Progetto “Alba”: • 99 adulti di cui: Età Media: 30 anni • 95 madri Italiani: 79 • 4 padri Altra Nazionalità: 16 • 100 minori • Progetto “Nocchi”: • 202 adulti di cui: Età Media: 30 anni • 83 con figli Italiani: 72 • 40 coppie Altra Nazionalità: 11 • 3 madri • 43 minori • Totale Persone Accolte: 444 Ce.I.S. Gruppo “Giovani e Comunità”

  10. PROGETTO “ALBA”Provenienza Regione Toscana il 75,60% Altre Regioni il 24,40% Ce.I.S. Gruppo “Giovani e Comunità”

  11. PROGETTO “ALBA” Ce.I.S. Gruppo “Giovani e Comunità”

  12. COMUNITA’ DI NOCCHIProvenienze Regione Toscana il 44,00% Altre Regioni il 56,00% Ce.I.S. Gruppo “Giovani e Comunità”

  13. COMUNITA’ DI NOCCHI Ce.I.S. Gruppo “Giovani e Comunità”

  14. MINORIFascia di Età Ce.I.S. Gruppo “Giovani e Comunità”

  15. MINORI • Tipologia decreto: • Affidamento al Responsabile della Struttura o dell’Associazione; • Affidamento ai Servizi Sociali con collocamento del minore in Comunità, divieto di distoglierlo da tale sistemazione e facoltà del genitore di permanervi. • Tribunali per i minorenni con maggiore collaborazione: Firenze e Genova Ce.I.S. Gruppo “Giovani e Comunità”

  16. Cooperativa Sociale La Mano Amica La Cooperativa La Mano Amica nasce nel 1989 per volontà dell’En.A.I.P. di Lucca e della Parrocchia di S. Anna. L’Anziano e la Salute Mentale sono stati, e sono, i due ambiti di intervento elettivi per la Cooperativa che, intatta nel fondamento dei suoi principi ispiratori e rispondendo ad una precisa esigenza di legge, nel 1997 si è trasformata in Cooperativa Sociale di tipo “A” acquisendo piena autonomia nella realizzazione dei progetti sociali e nella stipula delle convenzioni con gli Enti preposti. La Mano Amica porta avanti il suo sviluppo con l’adesione nel 1999 al Consorzio So & Co (Solidarietà e Cooperazione) di Lucca di cui è socia fondatrice e, di lì a poco, con l’adesione al Consorzio Nazionale della Cooperazione di Solidarietà Sociale Gino Mattarelli (C.G.M.). La Cooperativa si impegna a garantire i diritti fondamentali dell’essere umano e la dignità delle persone, per favorire l’autonomia, la crescita e l’integrazione sociale, per promuovere benessere e consentire il miglioramento della qualità della vita.

  17. La Mano Amica opera nei seguenti Servizi: • AREA SALUTE MENTALE • Casa Famiglia “La Fenice” con sede a S.Anna (LU) • Casa Famiglia “Kairos” con sede a Viareggio (LU) • Casa Famiglia “S. Maria del Giudice” con sede a S. Maria del Giudice (LU) • Gruppo Appartamento “La Colomba” con sede a San Concordio (LU) • Gruppo Appartamento “La Gabbianella” con sede a Santa Margherita (LU) • Servizio di Counseling Domiciliare e Assistenza Domiciliare – Piana di Lucca • Progetto Chirone per il Sostegno Domiciliare Minori – Piana di Lucca • Laboratori Artistici presso il Centro Diurno di Pietrasanta (LU) • Sostegno Educativo c/o I.R.C.C.S. “Stella Maris” con sede a Calambrone • Prossima apertura Comunità Terapeutica “Il Mirto” con sede a Castelvecchio di Compito • AREA ANZIANI • R.S.A. “Arcobaleno” con sede a Maggiano (LU) • R.S.A. “Giuncugnano” con sede a Giuncugnano (LU) • Servizio Animazione e Fisioterapia c/o Centro Anziani con sede a Coreglia e Villetta (LU) • Centro Diurno “Fare Centro” con sede a S. Anna (LU) • Centro Anziani di S. Anna (LU)

  18. Progetto “La Gabbianella” • Il Progetto “La Gabbianella” nasce dall’incontro tra operatori dell’ACF (aspetto genitoriale) e operatori delle Coop. Soc, “La Mano Amica” (aspetto psichiatrico) . Si sviluppa come casa-appartamento disponibile ad accogliere tre madri con diagnosi psichiatriche, prese in carico dal CSM di Lucca, con l’obiettivo di aiutarle ad avere nuovamente una relazione significativa con i propri figli. Tale nucleo-appartamento si pone inoltre come struttura intermedia per facilitare il distacco da contesti residenziali protetti o famiglie di origine disfunzionali. • La dimensione dell’appartamento permette alle ospiti: • di sperimentare modalità di vita più autonome e responsabili ( vista la parziale presenza dell’operatore durante la giornata ) • di incontrare i propri figli in un ambiente familiare. Centrale il tale progetto è il supporto alla diade e la rielaborazione dei vissuti connessi alla sfera genitoriale. Gli incontri madre-figlio sono accuratamente preparati e avvengono in presenza dell’educatore e dello psicologo. Importante è anche la condivisione successiva che le ospiti fanno nel gruppo dove riportano l’esperienza vissuta. • L’équipe della struttura: 1 educatore coordinatore, 1 psicologo, 2 educatori.

  19. Il progetto è aperto dal dicembre 2006. Sono state accolte 4 donne. Visite saltuarie

  20. Risultati di uno studio esplorativo tramite questionario Il questionario è stato somministrato a 67 soggetti ( M e F ) in carico ai Distretti Socio Sanitari della USL2 Lucca. Per compiere un’indagine esplorativa sulla condizione genitoriale di queste persone. Età media: 44 anni 53% non vive con i figli 66% ha incontri regolari (Media 1/15giorni) 34% nessun contatto • 53% “Psicosi” 32 % Dist.umore • 86% Affido intrafamiliare • 14% Affido extrafamiliare • 80% Dist.umore • 36% Affido intrafamiliare • 42% Adozione • 22% Affido extrafamiliare

  21. Linee guida di intervento sulla genitorialità: una prospettiva metodologica • invio delle ospiti da parte dei Servizi Socio Sanitari territoriali • richiesta di • COMUNITA’ MADRI CON FIGLI • duplice presa in carico • Madri • multiproblematicità • accoglienza immediata • progetto terapeutico- • riabilitativo mirato • Figli • solitamente in tenera età • crescere con la propria madre • in un ambiente protetto Genitori non si nasce ma si diventa, attraverso la relazione quotidiana con i figli

  22. Ingresso in struttura è determinato da una situazione di crisi e/o di insufficienza di tentativi di sostegno e supporto ambulatoriali. • progettare una linea di intervento chiara e definita legata alla realtà della situazione • favorire l’empowerment personale dell’ospite attuando: • un percorso riabilitativo ( “abilitare di nuovo” ) dello stato di problematicità • contingente • potenziare la relazione genitoriale per favorire la costruzione di una relazione • positiva che si configuri come “basa sicura” Bisogno esplicito di occuparsi del proprio figlio Presa in carico delle ospiti Bisogno implicito di essere accudite, riconosciute intervento di MATERNAGE per le ospiti vita adulta ed autonoma “fornire una base sicura da cui un figlio possa partire per affacciarsi nel mondo esterno e a cui possa ritornare sapendo per certo che sarà il benvenuto, nutrito sul piano fisico ed emotivo, confortato se triste, rassicurato se spaventato” Bowlby

  23. Progetto educativo individuale ( P.E.I. ) Condizioni progettuali: • idoneità della madre all’accudimento del figlio (la struttura è in sostegno alla relazione genitoriale, non in sostituzione) • compartecipazione del Servizio Socio Sanitario al progetto (verifiche periodiche tra i Servizi invianti e la struttura) Presa in-carico: • il Servizio assume responsabilità legale, amministrativa e professionale • in favore delle persone richiedenti aiuto, avvalendosi di operatori • competenti • il T.M. sovente ratifica e notifica interventi specifici sulle persone stesse Il Servizio richiede alla struttura residenziali: • tutela, protezione e salvaguardia del minore • avere informazioni utili per il prog. edu. • osservare, valutare competenze genitoriali • stabilire un’alleanza terapeutica con gli op. della struttura per costruire percorsi diautonomia • strutturare progetto triadico che contempli anche le famiglie di origine

  24. La Struttura Residenziale • vivere la relazione genitoriale in contesto idoneo dove esperire modalità correttive della relazione • sperimentare modalità relazionali positive per introiettare ed elaborare meccanismi intrapsichici che modifichino relazione e ruolo genitoriale Rete micro: Padre Tribunale dei Minorenni Servizio Soc.San. diade Famiglia di origine U.F. Psicologia/ U.F.S.M.A./ U.F.S.M.I.A./ SeRT Medico di base e Pediatra

  25. Rete macro: Tribunale dei Minorenni Padre Servizio Soc.San. Medico di base e Pediatra Enti/Assoc., Parrocchie…. diade Famiglia di origine Scuole, Ag. Formative, Cooperative Soc., Soc. Sportive U.F. Psicologia/ U.F.S.M.A./ U.F.S.M.I.A./SeRT • la Struttura assume ruolo centrale nelle implicazioni della rete della diade • la rete è un’ “interazione sinergica tra servizi formali ed informali dove l’operatore del Servizio Socio Sanitario diviene il coordinatore/manager delle risorsi disponibile”Folgheraiter • la Struttura si oppone all’assistenzialismo, si fa promotrice di trasformazioni/ampliamenti di contatti e relazioni umane grazie alle quali l’ospite può potenziare/consolidare i progressi ottenuti • lavorare per costruire il dopo-struttura e il graduale re-ingresso nella comunità sociale

  26. …GRAZIE

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