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Simone Casini, Francesca Gallina Università per Stranieri di Siena 21 aprile 2010

Analisi dei bisogni, rilevazione delle competenze, programmazione. Il contributo dell’approccio interculturale. Simone Casini, Francesca Gallina Università per Stranieri di Siena 21 aprile 2010. La scuola come luogo di contatto.

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Simone Casini, Francesca Gallina Università per Stranieri di Siena 21 aprile 2010

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Presentation Transcript


  1. Analisi dei bisogni, rilevazione delle competenze, programmazione. Il contributo dell’approccio interculturale. Simone Casini, Francesca Gallina Università per Stranieri di Siena 21 aprile 2010

  2. La scuola come luogo di contatto Descrivere il fenomeno migratorio negli ultimi trenta anni in Italia, concentrandoci sulla lettura dei dati quantitativi analizzare i dati relativi al mondo scolastico dal punto di vista delle normative messe in atto dal Governo centrale da quello della prassi operativa e delle modalità con le quali il mondo della scuola ha reagito all’ingresso di alunni stranieri

  3. Questione della lingua: questione di identità In tutti questi processi che riguardano adulti e bambini la lingua è strumento della formazione di identità. (Vedovelli 2001)

  4. Questione della lingua: questione di “adeguatezza” linguistica La lingua intesa come • Adeguata competenza comunicativa; • Adeguata capacità di mobilità nello spazio linguistico. Una competenza linguistica adeguata consente di inserirsi in contesti di socializzazione

  5. Questione della lingua: questione di contatto tra lingue e culture L’apprendimento linguistico di un immigrato non va visto nei termini riduttivi dell’imparare la grammatica, le strutture, le parole di una lingua, ma come luogo di contatto tra lingue e culture. Luogo di contatto: luogo di confine – non confine

  6. Questione della lingua: questione di contatto tra lingue e culture Tale luogo, tale spazio di azione è una area di miscuglio e cambiamento: una area dove lingue e culture entrano in contatto e l’apprendimento/acquisizione può fare balzi in avanti o indietro fino al suo blocco. L’apprendimento linguistico non è mai visto come la progressiva assimilazione di una lingua

  7. Le tappe di acquisizione/apprendimento dell’italiano L2 in contesto migratorio Il ruolo della linguistica acquisizionale: presupposti teorici, tappe della ricerca, scopi, stadi acquisizionali

  8. Varietà interlinguistica di apprendimento • Rete di regole che si configura come un sistema di regole altro, diverso dalla L1 di partenza e dalla L2 di arrivo, ma che si fonda anche su regole provenienti da queste due lingue. • Sistema dinamico, creativo, variabile (da individuo a individuo e nelle produzioni dello stesso individuo) soggetto a fossilizzazioni che idealmente tende alla lingua d’arrivo.

  9. L’interlingua è condizionata da • - Input • - Fattori linguistici (L1, L2, Ln) – bussola/e di orientamento utile ai fini della comprensione della L obiettivo e della individuazione delle sue regole

  10. L’interlingua è condizionata da • - Fattori extralinguistici • Età – sistema fonetico • Attitudine linguistica • Fattori affettivi • Motivazione integrativa – strumentale

  11. L’interlingua è condizionata da • - Strategie universali di apprendimento riferimento alla propria L1; • parole chiavi (varietà prebasica); • semplificazione; • evitamento; • analogia (varietà postbasica).

  12. Le varietà interlinguistiche dell’italiano • Anche se ogni individuo sviluppa un sistema proprio (fattori affettivi) è possibile raggruppare le varie interlingue per stadi o tappe d’apprendimento. • Gli apprendenti imparano in ordine ricorrente le strutture della L2 • Per l’italiano sono stati individuati 5 stadi: da varietà pre-basica: pochissimi termini (formule di saluto, sì – no); fino a varietà simili alla competenza del parlante nativo.

  13. Le varietà interlinguistiche dell’italiano I risultati degli studi compiuti hanno evidenziato che nello sviluppo delle interlingue si ha un passaggio da varietà di apprendimento prevalentemente basate su principi pragmatici e semantici a varietà in cui diviene più importante il peso della sintassi e della morfologia (varietà di arrivo)

  14. Le varietà interlinguistiche dell’italiano Fase molto iniziale o pre-basica Frasi prive di verbo, di preposizioni e di articoli. Struttura essenzialmente nominale che ruota intorno ad alcune parole chiave. Aiuto di linguaggio non verbale; Aiuto del nativo; Struttura enunciati di tipo nominale; I: e i tuoi genitori? Tuo padre, tua madre? Quando sono venuti in Italia? H: cinq’anni e mamma eh duodic’anni Domina il modo pragmatico su quello sintattico.

  15. Le varietà interlinguistiche dell’italiano Varietà di base L’apprendente è più autonomo dal punto di vista comunicativo, il lessico più ricco dal punto di vista delle parole contenuto Frasi che si organizzano intorno ad un verbo realizzato in una forma non flessa (presente o infinito). Grammatica quasi assente. Stile telegrafico. Realizzazione attraverso mezzi lessicali di significati affidati di norma alle desinenze. Mio fratello è più maggiore Non c’è tanti soldi

  16. Le varietà interlinguistiche dell’italiano Varietàpost-basica. Frasi con verbo flesso. Compare la morfologia più regolare e forme di accordo sintattico (soggetto-verbo, aggettivo-nome). Compaiono le prime subordinate (di causa, fine e tempo). Infine, compaiono i mezzi per rendere più coeso e ben strutturato un testo.

  17. Il trattamento dell’errore • Distinzione tra lapsus e errore sistematico: gli errori non sono tutti uguali. • L’errore sistematico è la traccia di superficie per individuare eventuali fossilizzazioni. Si interviene solo sull’errore sistematico e non su tutti gli errori.

  18. Continuum interlinguistico È suddivisibile in stadi. La transizione da uno stadio all’altro è segnalata dall’uso sporadico di una nuova struttura. Gli stadi sono tra loro in una relazione implicazionale. I ritmi di acquisizione sono personali e possono essere influenzati dalla distanza tipologica tra l’italiano e la lingua di partenza dell’apprendente.

  19. Sequenze di acquisizione • Pronomi clitici • Tempi e modi verbali • Genere • Negazione • Subordinazione e connessione tra preposizioni • Mezzi anaforici e ordini sintattici marcati

  20. Esempi di sequenze di acquisizione • I pronomi clitici • ci > mi (dativo) > mi (rifless.) > si (impers./passivante) > si (rifless.) > ti > lo (flesso) > me lo/te lo > ci (locativale) > dativi di 3^ p. > ci/vi di 1^ e 2^ p. pl. > ne • Motivazioni semantiche e pragmatiche, gerarchie tipologiche universali di basicità o marcatezza

  21. Esempi di sequenze di acquisizione Il sistema temporale presente > (ausiliare) + passato prossimo > imperfetto > (stare per) > futuro > condizionale > congiuntivo Motivazioni di complessità morfologica e ricorrenza nell’input In fasi prive di morfologia la temporaneità è espressa con mezzi pragmatico-discorsivi (riferimento al contesto, all’ordine naturale degli eventi) o lessicali (avverbi di tempo es. adesso, qui…)

  22. Esempi di sequenze di acquisizione • Categoria di persona del verbo • Prima è espressa lessicalmente (coi pronomi personali) mentre il verbo resta indifferenziato, poi nelle varietà post-basiche ha espressione morfologica

  23. Esempi di sequenze di acquisizione • Morfologia nominale: numero • Prima è espresso lessicalmente (con numerali e quantificatori) poi con una marza desinenziale nel nome ( -i > -e), poi flettendo anche articoli, aggettivi ecc. • Morfologia nominale: genere • Nessuna espressione > sovraestensione di –a come tipicamente italiana > -o, -a > -e

  24. Esempi di sequenze di acquisizione • Accordo di genere • Pronome anaforico di 3^ p. > articolo determinativo > articolo indeterminativo > aggettivo attributivo > aggettivo predicativo > participio passato

  25. Esempi di sequenze di acquisizione • Negazione • No > X + X+nno > non > niente > nessuno, mai > neanche > mica • Modalità • Modalità implicita (segnali non verbali, intonazione, gesti ecc.) > elementi lessicali (avverbi, verbi di opinione, verbi modali (nell’ordine: volere > potere > dovere) > mezzi grammaticali come il condizionale e il congiuntivo

  26. Esempi di sequenze di acquisizione Connessione tra frasi: inizialmente non è marcata linguisticamente (semplice giustapposizione) poi è mediata da legami paratattici ( e, ma, poi) Subordinazione Causali > temporali > finali > ipotetiche > concessive Perché > quando > se > per + infinito > anche se

  27. La variazione • In diacronia • In sincronia • Fra soggetti diversi • Nello stesso soggetto • Variazione libera/sistematica

  28. La linguistica acquisizionale in una prospettiva didattica: La linguistica acquisizionale può fornire utili spunti applicativi in campo didattico. Cade il rapporto dicotomico tra apprendimento e acquisizione: Si punta alla acquisizione guidata, cioè ad un processo di insegnamento che punta a favorire l’acquisizione. Docente e programmi in sintonia con lo sviluppo dell’apprendimento: adeguatezza dell’input offerto.

  29. Il contesto ‘classe’ • non è un semplice luogo fisico o una più o meno fedele riproduzione della realtà • è un universo di socialità, in cui si attiva la comunicazione e la relazione tra individui

  30. Modello di competenza linguistico-comunicativa • competenze linguistiche ( + competenza metalinguistica) • componente sociolinguistica • competenze pragmatiche

  31. Modello di competenza linguistico-comunicativa • continuum evolutivo, verticale ed orizzontale, di elaborazione di sistemi provvisori di varietà interlinguistiche • - la competenza linguistico-comunicativa si definisce in rapporto alle sollecitazioni comunicative provenienti dall’ambiente sociale entro il quale l’apprendente dovrà dimostrare di saperle utilizzare: contesti di quotidianità, di studio, di lavoro ecc. • Comportamenti all’interno di un continuum di socialità: • dallo scambio comunicativo quotidiano o all’interno della classe di lingua all’interazione sul posto di lavoro

  32. Modello di competenza linguistico-comunicativa • continuum evolutivo, verticale ed orizzontale, di elaborazione di sistemi provvisori di varietà interlinguistiche

  33. Modello di competenza linguistico-comunicativa • dimensione verticale: livelli di competenza • dimensione orizzontale: parametri di gestione delle attività comunicative, cioè ambiti e domini d’uso, contesti di comunicazione, abilità, testi

  34. C Utente competente B Utente indipendente A Utente basico I profili di competenza linguistico – comunicativa del QCER

  35. A1 A2 B1 B2 C1 C2 Breakthrough Waystage Threshold Vantage Effective Operational Proficiency Mastery I livelli di competenza linguistico – comunicativa del QCER

  36. I profili di competenza • parametri di tipo pragmatico-globale e non strutturale • indicatori pragmatici: fluenza, flessibilità, coerenza, sviluppo tematico, precisione • indicatori linguistici: livello generale, livello di vocabolario, accuratezza grammaticale, controllo del lessico, controllo fonologico, controllo ortografico

  37. Che livello è? Comprende frasi ed espressioni usate frequentemente relative ad ambiti di immediata rilevanza (es. informazioni personali e familiari di base, fare la spesa, la geografia locale, l'occupazione). Comunica in attività semplici e di routine che richiedono un semplice scambio di informazioni su argomenti familiari e comuni. Sa descrivere in termini semplici aspetti del suo background, dell'ambiente circostante. Sa esprimere bisogni immediati.

  38. Che livello è? Comprende le idee principali di testi complessi su argomenti sia concreti che astratti, comprese le discussioni tecniche nel suo campo di specializzazione. È in grado di interagire con una certa scioltezza e spontaneità che rendono possibile un'interazione naturale con i parlanti nativi senza sforzo per l'interlocutore. Sa produrre un testo chiaro e dettagliato su un'ampia gamma di argomenti e spiegare un punto di vista su un argomento fornendo i pro e i contro delle varie opzioni.

  39. Che livello è? Comprende e utilizza espressioni di uso quotidiano e frasi basilari tese a soddisfare bisogni di tipo concreto. Sa presentare se stesso/a e gli altri ed è in grado di fare domande e rispondere su particolari personali come dove abita, le persone che conosce e le cose che possiede. Interagisce in modo semplice purché l'altra persona parli lentamente e chiaramente e sia disposta a collaborare.

  40. Che livello è? Comprende con facilità praticamente tutto ciò che sente o legge. Sa riassumere informazioni provenienti da diverse fonti sia parlate che scritte, ristrutturando gli argomenti in una presentazione coerente. Sa esprimersi spontaneamente, in modo molto scorrevole e preciso, individuando le più sottili sfumature di significato in situazioni complesse.

  41. Che livello è? Comprende un'ampia gamma di testi complessi e lunghi e ne sa riconoscere il significato implicito. Si esprime con scioltezza e naturalezza. Usa la lingua in modo flessibile ed efficace per scopi sociali, professionali e accademici. Riesce a produrre testi chiari, ben costruiti, dettagliati su argomenti complessi, mostrando un sicuro controllo della struttura testuale, dei connettori e degli elementi di coesione.

  42. Che livello è? Comprende i punti chiave di argomenti familiari che riguardano la scuola, il tempo libero, ecc. Sa muoversi nella maggioranza delle situazioni che possono verificarsi mentre viaggia nel Paese in cui si parla la lingua. È in grado di produrre un testo semplice relativo ad argomenti che siano familiari o di interesse personale. È in grado di descrivere esperienze ed avvenimenti, sogni, speranze ed ambizioni e spiegare brevemente le ragioni delle sue opinioni e dei suoi progetti.

  43. Quadro 1.1. – Descrittori di competenze proposti dal QCER (Consiglio d’Europa 2001, Tab. 6)

  44. Quadro 1.1. – Descrittori di competenze proposti dal QCER (Consiglio d’Europa 2001, Tab. 6)

  45. Quadro 1.1. – Descrittori di competenze proposti dal QCER (Consiglio d’Europa 2001, Tab. 6)

  46. Dalla valutazione alla progettazione e realizzazione di percorsi didattici per un pubblico di _____________ Sillabo della certificazione Sillabo per la didattica curricolo Unità di lavoro Unità di lavoro Unità di lavoro Unità di lavoro

  47. Alcune definizioni Curriculo: insieme delle decisioni per pianificare, organizzare, implementare e valutare un progetto di insegnamento che comprende la definizione di un programma (mete e obiettivi), l’elaborazione di un sillabo e indicazioni metodologiche per organizzare il piano didattico e per verificare i risultati Sillabo: specificazione e sequenziazione dei contenuti di insegnamento

  48. Curricolo • Identificazione dei bisogni / Valutazione • Determinazione degli obiettivi • Definizione dei contenuti generali • Metodi di insegnamento e apprendimento impiegati • Indicazioni generali sui materiali • Testing e valutazione

  49. Quali variabili è necessario considerare nell’identificazione dei bisogni degli apprendenti? • le situazioni comunicative in cui gli apprendenti dovranno misurarsi (nella quotidianità, nel lavoro, in un test) • gli atti linguistici che saranno chiamati più di frequente a svolgere • le motivazioni che li sostengono nello studio • le attività linguistiche, scritte o parlate, che saranno loro più utili

  50. Quali variabili è necessario considerare nell’identificazione dei bisogni degli apprendenti? • i tipi di testo che dovranno più frequentemente usare e decodificare • i contenuti con cui dovranno confrontarsi e, sul piano linguistico, le forme e le strutture che si troveranno ad utilizzare • le competenze in entrata, quelle cioè possedute dall’apprendente all’inizio di un dato percorso di apprendimento

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