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Udine, 11 marzo 2011 Sala Scrosoppi

DEFINIZIONE DI STRUMENTI DERIVATI. Definizione di strumento finanziario(principi contabili internazionali)Qualsiasi contratto che dia origine a una attivit finanziaria per un soggetto e a una passivit finanziaria o a uno strumento rappresentativo del capitale per un altro soggettoAccezione es

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    1. Udine, 11 marzo 2011 Sala Scrosoppi GLI STRUMENTI FINANZIARI DERIVATI PER IMPRESE NON FINANZIARIE

    2. DEFINIZIONE DI STRUMENTI DERIVATI Definizione di strumento finanziario (principi contabili internazionali) Qualsiasi contratto che dia origine a una attività finanziaria per un soggetto e a una passività finanziaria o a uno strumento rappresentativo del capitale per un altro soggetto Accezione estremamente ampia Comprende attività (ad esempio un credito), passività (ad esempio un debito) o una posta di patrimonio netto (azione o quota)

    3. DEFINIZIONE DI STRUMENTI DERIVATI I contratti derivati sono una particolare categoria di strumenti finanziari (IAS 39) Essi sono dotati di 3 caratteristiche: Il loro valore muta come conseguenza del mutamento assunto da una variabile (ad esempio: un tasso di interesse, il prezzo di uno strumento finanziario quale un titolo o di una merce) Non richiedono un investimento iniziale o ne richiedono uno di importo inferiore a quello che sarebbe stato necessario per la stipula di altri contratti che reagiscono in modo analogo alle variabili di mercato Trovano regolamento in un momento differito rispetto alla negoziazione

    4. DEFINIZIONE DI STRUMENTI DERIVATI DEFINIZIONE i derivati sono contratti ad esecuzione differita il cui valore dipende (DERIVA) dall’andamento del valore di una attività o dal verificarsi di un evento oggettivamente osservabile L’attività o l’evento che influenzano il derivato è detto sottostante Il risultato finanziario del derivato è detto pay off ed è calcolabile mediante funzioni matematiche L’impresa si può muovere sui mercati e decidere le proprie strategie di acquisto in funzione del momento di mercato (cambio, costo materie prime). Con la sottolineatura di rischi non caratteristici si vuole evidenziare la differenza tra i rischi finanziari / valutari dai rischi operativi da considerare nella realizzazione di un business plan.L’impresa si può muovere sui mercati e decidere le proprie strategie di acquisto in funzione del momento di mercato (cambio, costo materie prime). Con la sottolineatura di rischi non caratteristici si vuole evidenziare la differenza tra i rischi finanziari / valutari dai rischi operativi da considerare nella realizzazione di un business plan.

    5. 1/6 – DEFINIZIONE DI STRUMENTI DERIVATI POSIZIONE colui che acquista un’attività assume una posizione lunga, in quanto si espone ad un rischio se i rendimenti della stessa scendono; colui che vende un’attività assume una posizione corta e si espone al rischio in caso di rialzo del mercato. La protezione dal rischio richiede di intraprendere un’operazione finanziaria che compensa una posizione lunga assumendo una posizione corta supplementare, o che compensa una posizione corta assumendone una lunga supplementare. L’impresa si può muovere sui mercati e decidere le proprie strategie di acquisto in funzione del momento di mercato (cambio, costo materie prime). Con la sottolineatura di rischi non caratteristici si vuole evidenziare la differenza tra i rischi finanziari / valutari dai rischi operativi da considerare nella realizzazione di un business plan.L’impresa si può muovere sui mercati e decidere le proprie strategie di acquisto in funzione del momento di mercato (cambio, costo materie prime). Con la sottolineatura di rischi non caratteristici si vuole evidenziare la differenza tra i rischi finanziari / valutari dai rischi operativi da considerare nella realizzazione di un business plan.

    6. FINALITA’ DEGLI STRUMENTI DERIVATI Negoziazione: Speculazione: “scommessa” sulla variazione futura di un sottostante (merci, valute, tassi, indici, etc.) Si assume una esposizione al rischio Arbitraggio: sfruttamento, attraverso due contratti contemporanei di segno opposto sullo stesso sottostante, delle differenze di prezzo Non si assume alcuna esposizione al rischio Copertura (Hedging) Copertura dai rischi di cambio, di tasso di interesse, di liquidità e di commodity

    7. DEFINIZIONE DI OPERAZIONI DI COPERTURA Un’operazione è di copertura se e solo se permette di ridurre o eliminare un rischio finanziario. La definizione fiscale dei derivati di copertura, contenuta nell’art. 112 TUIR è sostanzialmente uguale. Caratteristica fondamentale del derivato di copertura: la diretta correlazione a una specifica attività o passività o a insiemi omogenei di attività e passività. Non è derivato di copertura, quindi, quello destinato a coprire genericamente una massa indistinta di attività o passività ad esempio: l’ammontare medio dell’esposizione bancaria.

    8. DERIVATI DI COPERTURA Provvedimento della Banca d’Italia Anche se abrogato con l’adozione degli IAS continua a fornire indicazioni utili: Un’operazione fuori bilancio è considerata di copertura quando: Vi sia l’intento della banca o dell’ente finanziato di porre in essere tale copertura Vi sia elevata correlazione in termini di caratteristiche tecnico – finanziarie tra derivato di copertura e attività/passività coperte Le condizioni di cui ai punti 1) e 2) siano documentate da evidenze interne della banca o dell’ente finanziato

    9. TIPOLOGIE DI DERIVATI FORWARD (contratti a termine) SWAP OPZIONI MERCATI OTC: Prodotti non standardizzati Minore trasparenza Rischio di credito della controparte: garanzie FUTURES OPZIONI BORSA Prodotti standardizzati Maggiore trasparenza Rischio di credito della controparte: sistema dei margini

    10. TIPOLOGIE DI DERIVATI Italian Derivatives Market: IDEM è un mercato finanziario regolamentato italiano in cui sono negoziati i derivati Opera dal 1994 Il rischio di controparte viene gestito attraverso la Cassa di Compensazione e Garanzia (CC&G), detta Clearing House che assume il ruolo di controparte Meccanismo dei margini somme che i partecipanti versano a garanzia della propria posizione

    11. TIPOLOGIE DI DERIVATI Il sistema dei Margini è il principale sistema di gestione del rischio adottato da CC&G ogni partecipante deve Margini per coprire i costi teorici di liquidazione cui CC&G andrebbe incontro per chiudere le posizioni del Partecipante in caso di suo default Margini Iniziali sono calcolati su base giornaliera per coprire i costi teorici di liquidazione a cui CC&G andrebbe incontro nel caso di insolvenza di un Partecipante, per chiudere le posizioni alle più sfavorevoli condizioni di mercato ragionevolmente ipotizzabili, nell’ambito dell’ “Intervallo del Margine”: un range di variazione dei prezzi massimo. L’Intervallo del Margine applicato a ciascuno strumento finanziario è rivisto periodicamente sulla base di analisi Margini Infragiornalieri sono richiesti da CC&G nel caso di improvvise e significative variazioni dei prezzi o se necessario sulla base dell’esposizione di rischio complessiva di un Partecipante. I margini Iniziali possono essere versati sia in contante che in Titoli di Stato Italiani, Francesi e Tedeschi. Default Fund sono tre (Comparto Azionario e dei Derivati Azionari; il Comparto dei Derivati dell’Energia; Comparto Obbligazionario) Hanno lo scopo di coprire i rischi derivanti da variazioni significative dei prezzi o dei tassi di interesse. Sono il risultato stress tests. Ogni Partecipante vi contribuisce mensilmente in proporzione ai Margini Iniziali versati nel mese precedente.

    12. SWAP Con uno swap due parti si accordano per scambiare fra loro flussi di pagamento a date certe e prefissate L’ammontare dei flussi di cassa pagati da una parte all’altra è funzione di un sottostante (ad esempio un tasso di interesse o un tasso di cambio fra valute) Gli swap sono contratti OTC (non sono negoziati in mercati regolamentati) Prevedono prestazioni che al momento della stipula sono fra loro equivalenti (il valore iniziale del contratto è nullo) La variazione del valore del sottostante durante lo swap comporta differenziali che vengono liquidati e pagati periodicamente fra le parti

    13. SWAP Vi sono vari tipi di swap Swap di interessi (Interest Rate Swap, IRS): cfr ultra Swap di valute (currency swap, CS): due parti si scambiano nel tempo un flusso di pagamenti denominati in due diverse valute. Swap di commodities: due parti si scambiano nel tempo un flusso di pagamenti indicizzati rispetto al valore di mercato di una commodity e a un tasso fisso dall'altro (Oil swaps) Swap di protezione da insolvenza (Credit default swap, CDS). Una parte paga all’altra premio periodico in cambio di un pagamento di protezione nel caso di insolvenza dell’emittente l’attività finanziaria sottostante

    14. INTEREST RATE SWAPS (IRS) DEFINIZIONE L’Interest Rate Swap (IRS) è un contratto mediante il quale due parti si impegnano a scambiarsi a date stabilite e per un periodo di tempo prefissato, pagamenti di interessi, calcolati su uno stesso capitale nozionale di riferimento, non oggetto di scambio. In particolare Una parte si impegna a pagare all’altra interessi calcolati utilizzando un predeterminato tasso fisso L’altra parte si impegna a pagare alla prima gli interessi calcolati utilizzando un predeterminato tasso variabile Con la sottolineatura di rischi non caratteristici si vuole evidenziare la differenza tra i rischi finanziari / valutari dai rischi operativi da considerare nella realizzazione di un business plan.Con la sottolineatura di rischi non caratteristici si vuole evidenziare la differenza tra i rischi finanziari / valutari dai rischi operativi da considerare nella realizzazione di un business plan.

    15. INTEREST RATE SWAPS (IRS) Plain Vanilla Swap: Dura un numero intero di anni Uno dei flussi è basato su un tasso di interesse fisso, mentre l’altro è indicizzato su un tasso variabile Il capitale nozionale resta invariato per tutta la durata del contratto

    16. INTEREST RATE SWAPS (IRS) L’impresa Alfa ha contratto un conto corrente ipotecario per € 1.000.000, scadenza 12 mesi, con tasso Euribor 6 mesi + 1 Alfa vuole coprirsi dal rischio di apprezzamento dei tassi di interesse. Stipula quindi, con controparte una banca, un Plain Vanilla Swap avente le seguenti caratteristiche: durata 1 anno regolazione: trimestrale nozionale: € 1.000.000 Tasso fisso: 5% Variabile di riferimento: Euribor 6 mesi + 1

    17. INTEREST RATE SWAPS (IRS)

    18. INTEREST RATE SWAPS (IRS) (l’esempio che segue è mutuato da materiale didattico di M. Rutigliano) L’impresa Alfa contrae un finanziamento con una banca, avente le seguenti caratteristiche: Stipula: 1.2.2002 Scadenza: 30.6.2009 Tasso di interesse: Euribor 6 mesi Periodicità: semestrale Valore nominale: 300.000 Ritenendo che i tassi di interesse possano aumentare, stipula con la medesima banca un IRS, di durata però inferiore a quella del finanziamento

    19. INTEREST RATE SWAPS (IRS) Caratteristiche dell’IRS: Stipula: 1.2.2002 Scadenza: 31.12.2006 Nozionale: 300.000 Periodicità: semestrale Alfa paga: tasso fisso 3,8% Banca paga: Euribor 6 mesi

    20. INTEREST RATE SWAPS (IRS) A fine 2002: Interessi passivi pagati su finanziamento a tasso variabile: 10.950 Differenziali da swap pagati: 450 Costo complessivo del finanziamento: 11.400 = 10.950 + 450 Tasso effettivo del finanziamento: 11.400 : 300.000 = 3,8% L’obiettivo di copertura è stato raggiunto, anche se, senza swap, l’impresa avrebbe pagato 450 in meno Dato che è un derivato di copertura vige il principio di coerenza valutativa con l’attività coperta (il mutuo), che non è valutata al minore fra costo e mercato Anche il derivato resta valutato al costo (no esposizione del fair value in stato patrimoniale) Esposizione del fair value in nota integrativa (cfr. infra)

    21. INTEREST RATE SWAPS (IRS) L’impresa decide di estendere la copertura per tutta la durata del finanziamento; A tal fine ristruttura il derivato prima della sua estinzione chiudendolo e aprendone uno nuovo La banca propone una cd. strategia “zero cost”: Il fair value del derivato estinto è fatto pari al fair value del nuovo derivato; Il fair value del derivato da estinguere, al 30.6.2003 è negativo per l’impresa di 4.500 Possibilità: L’impresa paga subito 4.500 e stipula un nuovo derivato con fair value pari a zero; L’impresa stipula un nuovo derivato il cui fair value sia reso pari a quello estinto mediante il riconoscimento de parte della banca di un up front di 4.500

    22. INTEREST RATE SWAPS (IRS) Caratteristiche del nuovo IRS Stipula: 30.6.2003 Scadenza: 30.6.2009 Nozionale: 300.000 Periodicità: semestrale Alfa paga: tasso fisso 2,9% da 30.6.2003 a 30.6.2006 4% da 1.7.2006 a 30.6.2009 Up front: 4.500 Di fatto: il fair value del nuovo derivato, senza up front, sarebbe negativo, per l’impresa, di 9.000 e ciò è (in sostanza) il valore attuale dei flussi attesi in base al tasso fisso che l’impresa si è impegnata a pagare

    23. INTEREST RATE SWAPS (IRS) IRS: costi impliciti

    24. CURRENCY RATE SWAPS DEFINIZIONE Le parti del contratto si impegnano a versare o a riscuotere a una data prestabilita un importo determinato in base al differenziale del tasso di cambio contrattuale e di quello corrente alla data di scadenza dell’operazione. Con la sottolineatura di rischi non caratteristici si vuole evidenziare la differenza tra i rischi finanziari / valutari dai rischi operativi da considerare nella realizzazione di un business plan.Con la sottolineatura di rischi non caratteristici si vuole evidenziare la differenza tra i rischi finanziari / valutari dai rischi operativi da considerare nella realizzazione di un business plan.

    25. CONTRATTI A TERMINE DEFINIZIONE Contratti per mezzo dei quali due controparti si accordano per scambiarsi una certa quantità di un sottostante (merce, valuta, interessi, ecc.) ad una scadenza (maturity date) e ad un prezzo (forward price) pattuiti nel contratto. Spot date Future price PREZZO Accordo tra Posizione ? Posizione le controparti BENE lunga ? corta Con la sottolineatura di rischi non caratteristici si vuole evidenziare la differenza tra i rischi finanziari / valutari dai rischi operativi da considerare nella realizzazione di un business plan.Con la sottolineatura di rischi non caratteristici si vuole evidenziare la differenza tra i rischi finanziari / valutari dai rischi operativi da considerare nella realizzazione di un business plan.

    26. CONTRATTI A TERMINE Al momento della stipula le prestazioni di acquirente e venditore sono (in linea di principio) equivalenti Il prezzo di consegna del sottostante equivale al suo prezzo a termine Il prezzo a termine del sottostante equivale al suo prezzo a pronti, maggiorato di un interesse per il tempo fra data di stipula e data di scadenza La variazione che subisce il prezzo a pronti del sottostante nel periodo fra la stipula e la scadenza determina il profilo di rischio / rendimento del derivato Con la sottolineatura di rischi non caratteristici si vuole evidenziare la differenza tra i rischi finanziari / valutari dai rischi operativi da considerare nella realizzazione di un business plan.Con la sottolineatura di rischi non caratteristici si vuole evidenziare la differenza tra i rischi finanziari / valutari dai rischi operativi da considerare nella realizzazione di un business plan.

    27. FORWARD RATE AGREEMENT (FRA) due soggetti si accordano per scambiarsi a una certa data futura, la differenza tra: tra un tasso di interesse fisso, predeterminato (ad es. 5%), e un tasso di interesse variabile, rilevato successivamente alla stipula del contratto (ad es. Euribor), calcolata con riferimento a predeterminati capitale nozionale (ad es. 1.000.000 €) e Periodo (ad es. 3 mesi) Con la sottolineatura di rischi non caratteristici si vuole evidenziare la differenza tra i rischi finanziari / valutari dai rischi operativi da considerare nella realizzazione di un business plan.Con la sottolineatura di rischi non caratteristici si vuole evidenziare la differenza tra i rischi finanziari / valutari dai rischi operativi da considerare nella realizzazione di un business plan.

    28. FORWARD RATE AGREEMENT (FRA) Una impresa prevede di doversi indebitare fra 6 mesi di 1.000.000 di €, che sarà in grado di rimborsare nei successivi 9 mesi (bullet) Le previsioni di andamento dei tassi sono al rialzo da qui a 6 mesi e in ulteriore rialzo nei successivi 9 mesi L’impresa sconta un rischio di tasso di interesse Negozia un FRA al fine di circoscrivere il rischio di tasso a un costo massimo rappresentato dal tasso fisso (rectius: dalla differenza fra tasso fisso e tasso variabile, che non potrà mai essere pari a zero; quindi il costo massimo non sarà mai pari al tasso fisso)

    29. FORWARD RATE AGREEMENT (FRA) Caratteristiche del FRA Si tratta di un cd FRA 6 x 15 Due parti: L’impresa (acquirente) che pagherà il tasso fisso e incasserà il tasso variabile La controparte che pagherà il variabile e incasserà il fisso Data di scambio: 6 mesi Tasso di interesse fisso Tasso di interesse variabile (Euribor 6 mesi) Capitale nozionale: 1.000.000 € Durata: 9 mesi La liquidazione è anticipata (l’investimento del flusso incassato riduce ancor di più i costi della operazione)

    30. CONTRATTI FUTURE DEFINIZIONE Un financial future è simile a un contratto forward su tasso d’interesse, in quanto specifica che uno strumento di debito deve essere trasferito da una parte all’altra in una specifica data futura. Rispetto ai forwards, i futures presentano due vantaggi principali, conseguenti al fatto che sono negoziati su mercati regolamentati: non sono soggetti a rischi di insolvenza (grazie alla stanza di compensazione); sono più liquidi (sono strumenti standardizzati negoziabili su un proprio mercato di riferimento). Con la sottolineatura di rischi non caratteristici si vuole evidenziare la differenza tra i rischi finanziari / valutari dai rischi operativi da considerare nella realizzazione di un business plan.Con la sottolineatura di rischi non caratteristici si vuole evidenziare la differenza tra i rischi finanziari / valutari dai rischi operativi da considerare nella realizzazione di un business plan.

    31. OPZIONI DEFINIZIONE Sono contratti che attribuiscono il diritto di acquistare (opzione call) o vendere (opzione put) una determinata attività sottostante ad un prezzo stabilito chiamato prezzo d’esercizio: entro una data predefinita (opzioni americane); ad una data predefinita (opzioni europee) di scadenza. Usati per finalità di copertura, questi contratti consentono di fissare il prezzo massimo di acquisto o il prezzo minimo di vendita di un’attività, mediante il pagamento di un premio, che dipende da vari fattori (ad es. durata, volatilità e livello dei tassi di interesse). Con la sottolineatura di rischi non caratteristici si vuole evidenziare la differenza tra i rischi finanziari / valutari dai rischi operativi da considerare nella realizzazione di un business plan.Con la sottolineatura di rischi non caratteristici si vuole evidenziare la differenza tra i rischi finanziari / valutari dai rischi operativi da considerare nella realizzazione di un business plan.

    32. OPZIONI Le opzioni possono essere utilizzate (ad esempio) per migliorare la reddività di attività finanziarie Alfa detiene in portafoglio azioni della società quotata Beta, acquistate per 1.000 Il valore corrente delle azioni Beta è di 800, perché non hanno pagato dividendi Se Alfa vendesse ora le azioni realizzerebbe una minusvalenza di 200 e inoltre non ha nemmeno goduto dei frutti Alfa può vendere una opzione call rappresentata dal diritto conferito a un terzo, dietro pagamento di un premio (supponiamo pari a 10), di acquistare le azioni di Beta per il prezzo di 1.000 Alfa così: Si garantisce un frutto derivante dal possesso del titolo (pari al premio) Se le azioni restano al di sotto di 1.000 il terzo non avrà nessun interesse a esercitare la call e comunque si è esposto a un rischio predefinito e limitato Se le azioni superano il valore di 1.000 ma non 1.010 il terzo potrebbe avere interesse a esercitare la call, per rientrare almeno parzialmente del costo dell’opzione già pagata Se le azioni superano 1.010 ma non 1.020 il terzo avrà interesse ad esercitare la call e Alfa a vendere al terzo le azioni Se le azioni superano 1.020 Alfa avrà interesse a rimborsare al terzo l’opzione a vendere le azioni sul mercato realizzando un profitto maggiore del premio che ha già incassato

    33. ASPETTI CIVILISTICI ART. 2427 - BIS C.C. – informazioni relative al valore equo “fair value” degli strumenti finanziari COMMA 1°: Nella nota integrativa sono indicati, per ciascuna categoria di strumenti finanziari derivati: il loro fair value; informazioni sulla loro entità e sulla loro natura.

    34. ASPETTI CIVILISTICI ART. 2428 C.C. – n. 6 bis – Nella Relazione sulla gestione devono in ogni caso risultare: in relazione all’uso da parte della società di strumenti finanziari e, se rilevanti per la valutazione della situazione patrimoniale e finanziaria e del risultato economico dell’esercizio: gli obiettivi e le politiche della società in materia di gestione del rischio finanziario, compresa la politica di copertura per ciascuna principale categoria di operazioni previste; b) l’esposizione della società al rischio di prezzo, al rischio di credito, al rischio di liquidità e al rischio di variazione dei flussi finanziari.

    35. ASPETTI CONTABILI Il documento OIC 3 prevede che le informazioni sul fair value, sulla natura e sull’entità per ciascuna tipologia di strumento finanziario derivato vengano proposte: nel caso in cui il numero di contratti sia significativo, con due tabelle articolate, una per i derivati di negoziazione, una per i derivati di copertura; nel caso in cui il numero di contratti sia contenuto, fornendo le seguenti informazioni: tipologia di contratto derivato, finalità (trading e copertura); valore nozionale; tipo di rischio finanziario sottostante; fair value del contratto derivato; attività/passività coperta (per i contratti derivati di copertura); fair value dell’attività/passività coperta, se disponibile (per i contratti derivati di copertura).

    36. TABELLA OIC INFORMATIVA DI BILANCIO PER I DERIVATI

    37. ASPETTI CONTABILI Documenti di riferimento: Principio contabile n.26 – “operazioni e partite in moneta estere”; Principio contabile n.19 – “fondi rischi e oneri, il t.f.r. e i debiti”. Alle operazioni fuori bilancio relative a contratti derivati su titoli, valute, tassi e indici di Borse devono applicarsi i medesimi criteri di valutazione stabiliti per le corrispondenti attività e passività in bilancio, di conseguenza, se il derivato non è di copertura: “le perdite nette maturate in relazione alle operazioni in argomento devono essere stanziate in appositi fondi del passivo di stato patrimoniale nella voce B.3.”

    38. ASPETTI CONTABILI Nel corso dell’esercizio si rilevano: i differenziali di interessi o di cambio pagati o incassati; i premi (nel caso delle opzioni); addebitando o accreditando le voci: C 16) d) (differenziali positivi su interessi) C 17) (differenziali negativi su interessi e premi su opzioni) C 17-bis) (utili o perdite su cambi)

    39. ASPETTI CONTABILI

    40. DERIVATI SPECULATIVI CONTABILIZZAZIONE Non vi è rischio da coprire o il derivato comunque “non si qualifica” come di copertura. Adeguata informativa in Nota integrativa. Rivalutazioni: non rilevano. Svalutazioni: a conto economico (perdite su cambi oppure rettifiche di valore di attività finanziarie) e passività (altri debiti). Flussi differenziali pagati/incassati: conto economico (oneri/proventi finanziari). Premi opzioni (comprate o vendute): capitalizzati (attività / passività: altri titoli / altri debiti).

    41. APPLICABILITÀ IAS 39 L’applicazione delle disposizioni ex IAS 39 non può condurre a travalicare alcuni limiti costituiti dalle disposizioni di cui: al secondo comma dell’art. 2423 (chiarezza, verità e correttezza); all’art. 2423-bis (prudenza e competenza). Ne consegue che l’utilizzo, in particolare dello IAS 39 e specie per quanto attiene alla valutazione al fair value degli strumenti finanziari derivati, trova un limite nella necessaria applicazione del principio di prudenza

    42. CONTI D’ORDINE Il principio contabile n. 22 stabilisce che i contratti derivati vadano rilevati nel sottosistema degli impegni, tra i conti d’ordine. Il documento riporta, inoltre, le seguenti regole: tenuto conto dei principi generali per la redazione del bilancio di esercizio, il valore deve essere tale che il messaggio trasmesso al lettore sia il più corretto possibile; devono, quindi, essere evitati sia i valori simbolici sia, qualora fuorvianti, i valori nominali; ne deriva che gli impegni non quantificabili devono essere oggetto di illustrazione in nota integrativa, tralasciando l’esposizione nei conti d’ordine.

    43. RINEGOZIAZIONE DEI CONTRATTI DERIVATI In alcune situazioni accade che una società estingua anticipatamente un contratto derivato classificato come di copertura e, a fronte del mantenimento in bilancio dello strumento coperto, sottoscriva un nuovo derivato di copertura. Spesso il fair value del contratto oggetto di estinzione anticipata e il fair value del nuovo contratto coincidono (“rimodulazione del derivato). Queste operazioni richiedono di identificare e contabilizzare separatamente: l’utile (o la perdita) relativa all’estinzione del primo derivato; il valore di accensione del nuovo contratto.

    44. RINEGOZIAZIONE DEI CONTRATTI DERIVATI Si possono presentare due possibilità: Il nuovo derivato viene contabilizzato come contratto di copertura. Si dovrà procedere alla separata contabilizzazione del: Costo per la chiusura del vecchio derivato, che dovrà essere ammortizzato lungo la durata residua dell’operazione originaria di copertura; Up front incassato sul nuovo contratto, che dovrà essere ammortizzato lungo la durata della nuova operazione di copertura. Il nuovo derivato non viene considerato come di copertura, ma di trading. Si dovrà procedere alla separata contabilizzazione del: Costo per la chiusura del vecchio derivato, che verrà ammortizzato lungo la durata residua dell’operazione originaria di copertura; Fair value del nuovo contratto, che dovrà essere successivamente valutato in base al principio del minore fra costo e mercato.

    45. INDICAZIONI PRATICHE Per verificare l’esistenza dei derivati: monitoraggio centrale rischi mediante richiesta formulata dal legale rappresentante dell’impresa alla locale sede Banca d’Italia Per valutare i derivati (a fine esercizio): chiedere per tempo alla banca che ha «venduto» il derivato il mark to market dello stesso alla data di chiusura dell’esercizio; Eventualmente far verificare la valutazione della banca a esperti indipendenti (attuari o società specializzate) Per uscire da situazioni di perdite pesanti: affrontare la negoziazione con la banca sulla base di un progetto di ristrutturazione dei derivati effettuato da esperti, ovvero trasformando in mutuo a medio /lungo termine il fair value negativo per l’impresa Valutare con un legale di fiducia le modalità di sottoscrizione del derivato e l’informativa resa dall’intermediario finanziario

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