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La Direzione Didattica Statale. 1°Circolo"E. De Amicis". San Cataldo (CL). presenta. e-mail:direzionedidatticasta68@tin.it www.myriam.it/primocircolosancataldo. La memoria... ritrovata. con il contributo della Regione Siciliana

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Presentation Transcript


  1. La Direzione Didattica Statale 1°Circolo"E. De Amicis" San Cataldo (CL) presenta e-mail:direzionedidatticasta68@tin.it www.myriam.it/primocircolosancataldo

  2. La memoria... ritrovata con il contributo della Regione Siciliana Assessorato Regionale Beni Culturali, Ambientali e Pubblica Istruzione Gli alunni, guidati dalle insegnanti, attraverso la conoscenza e lo studio delle proprie origini e la ricostruzione storica dei momenti che ne hanno segnato il divenire nel tempo, hanno potuto ricostruire la propria identità culturale e il senso di appartenenza alla comunità. Anno Scolastico 2001/2002

  3. Alla realizzazione del Cd-Rom hanno collaborato: Le insegnanti e gli alunni delle classi terze e delle classi quarte C/D/E La referente del Progetto: Ins. Alessia Gibilaro L’operatrice multimediale: Ins. Ornella Riggi Gli esperti: Dott. Luigi Bontà Geom. Andrea Capizzi Dott. Giuseppe Mammano Dott. Salvatore Scarlata Dott. Giuseppe Taibi Dott. Mario Zurli Un ringraziamento a: • Azienda Autonoma Provinciale per l’Incremento Turistico di Caltanissetta • “Associazione Culturale e Ricreativa Borgata Palo” di San Cataldo • Istituto Industriale Statale “S. Mottura” Minerario Elettrotecnico di Caltanissetta

  4. INDICE I n d i c e Io e il mio paese La memoria... ritrovata Breve antologia del mio paese Performance

  5. Io e il mio paese Io e il mio paese Geografia e Storia ………………………… Lo stemma di San Cataldo ………………. Le chiese di San Cataldo …………………. Su e giù per i quartieri …………………… Le tradizioni ……………………………….

  6. Geografia e storia San Cataldo Geografia e Storia Altitudine mt 625 Dista da Caltanissetta km 8 Superficie kmq 75,65 Popolazione 23.727 Nome degli abitanti: Sancataldesi Sorge in una zona collinosa tra il fiume Salito ad occidente e l’Imera a levante, e circondato da una catena di colli le cui cime più alte sono M. Gabara (m. 619), M. Babaurra (m. 737), M. Vassallaggi (m. 708) . Il territorio di S.Cataldo confina a nord con Caltanissetta, a Sud-Ovest con Serradifalco con Mussomeli. Molto scarse sono le acque che scorrono nel suo territorio. Un solo fiume lo attraversa ed è il fiume Salito. L’abitato si estende tra l’altipiano di Portella del Tauro e monte Babbaurra, ricco di pozzi d’acqua potabile. La maggior parte dell’abitato è esposta a mezzogiorno e solo una piccola parte si estende verso tramontana. L’aria è salubre e, malgrado la sua altitudine, il clima è abbastanza mite.

  7. Le origini di San Cataldo La terra di San Cataldo era anticamente chiamata Casale Caliruni (significa dal greco scorro bellamente) per la presenza del fiume Salito che l’attraversa. In seguito il casale fu chiamato Baronia del fiume Salito e suddiviso in 9 feudi; Pirato, Mercato, Vallone, Mustigarufi, Polo, Ciuccata, Quartaruni, Mandria, Mezzo, Dragolito. Nel tempo subì diversi passaggi di proprietà fino a divenire proprietà di Antonio Salomone che lo donò alla figlia Iolanda che lo portò in dote al marito il principe Nicolò Lancellotto Galletti. La famiglia Galletti era di origine Pisana ma dovettero abbandonare la loro città, e venire in Sicilia a Palermo.

  8. E’ nota la leggenda di quel Galletti che prima di lasciare Pisa, fece legare sul portone del suo palazzo un galletto spennacchiato con sotto la scritta: “Chi non farà come faccio io sarà pelato come il gallo mio”. Lo stemma della famiglia Galletti fu un albero di quercia con tre radici visibili, un gallo sopra campo in oro. Sulle rovine dell’antico Casale fu edificato il comune di San Cataldo. Il nome fu dato al paese in onore del Vescovo di Taranto. La prima casa del principe sorgeva nel quartiere della forca dove si trova una colonna attaccata ad un palazzo diroccato. Si dice che quella colonna serviva alla tortura dei delinquenti. Nicolò Galletti

  9. Le interviste impossibili Trenta minuti con… Le classi III E e III F del Plesso “Capuana” incontrano il principe Nicolò Galletti Alunni I nostri ossequi, eccellenza. Benvenuto nella nostra scuola! Principe Grazie, grazie ragazzi. Anch’io sono felice di conoscervi. Alunni Siamo gli alunni delle classi III della scuola elementare “L. Capuana”. Quest’anno il nostro nucleo tematico prevede lo studio della nostra città, delle sue origini, dei suoi usi e costumi e del suo dialetto. Ed è proprio nell’ambito di questo lavoro che abbiamo avuto l’onore di conoscerla, eccellenza. Noi sappiamo che lei è il glorioso fondatore dell’altrettanto gloriosa San Cataldo. Principe Troppo buoni, ragazzi, troppo buoni. Devo dire, invece, che io sono l’umile fondatore di una così illustre città, una città che ha dato i natali a esimie personalità… Alunni Ci permetta di interromperla, eccellenza, ma di questo siamo a conoscenza. Tanti sono gli illustri personaggi nati nella nostra città, ma tra tutti vogliamo ricordare il poeta Bernardino Giuliana, del quale abbiamo studiato tante poesie. Lei ne conosce qualcuna? Principe Oh, si, io amo la poesia di questo nostro concittadino e la sera mi diletto a declamare i suoi versi. Ne conosco tanti… Fatemi pensare… Ah, si! “A travagliare vaiu a la pirrera che parla del duro lavoro du minatori “matri matrici” dedicata alla chiesa Madre, la chiesa più grande e più importante di San Cataldo che è stata chiusa per tanti anni, ma che grazie all’affetto e alla dedizione dei sancataldesi è stata riportata agli antiche splendori, “Adagiu, Adagiu” che parla del dolore della Madonna alla vista del corpo straziato di suo figlio. Alunni Ma lei è veramente preparato in materia, Ma ora ci permetta di porgerle qualche domanda… Quale zona della San Cataldo di ieri Lei prediligeva e quale, invece, della San Cataldo di oggi? Principe Questa è una domanda davvero interessante. Dunque… a me piaceva molto la zona dell'"Abbrivatura", dove si trovava una grande vasca che serviva per dar da bere agli animali. Mi piaceva tanto andare a passeggiare lì, la mattina, perché, potevo incontrare la gente umile, quella che si guadagnava il pane col sudore della fronte. Mentre devo proprio dire che della San Cataldo di oggi, mi piace molto la villa comunale con le sue piante, i suoi fiori, la vasca coi cigni…

  10. Alunni Quindi, Eccellenza, lei non disdegnava il contatto con la gente umile. Questa è una sorpresa, perché noi pensavamo che i principi fossero inavvicinabili, lontani dalla povera gente. Principe Si, può darsi che l'atteggiamento di alcuni miei colleghi abbia contribuito alla diffusione di questa nomea, ma non è certo il mio caso. Io ricordo, ad esempio, che ero molto amico di "Catallu Llalla". Alunni Noi conosciamo anche lui, ma ci racconti qualcosa… Principe "Catallu Llalla" era un povero portatore d'acqua, molto ingenuo e buono. Lui in realtà si chiamava Cataldo Angilella, ma tutti lo chiamavano Llalla perché, a causa di un difetto di pronuncia, non scandiva bene le ultime sillabe del suo cognome. Ricordo che lui amava molto gli anelli e le cose luccicanti e quando ci incontravamo si incantava a guardare il rubino che portavo al dito. Vedete, questo… Eh, si, era proprio un brav'uomo. Alunni Conosce qualche altro sancataldese eccentrico? Principe Si, conoscevo bene anche Catallu Milicchi, che faceva il facchino, u "portancuddu". Era un tipo buono che però diventava una furia quando lo prendevano in giro e gli cantavano "Vacabunnu va travaglia… Questo fischio è diventato famoso; in tutto il mondo se si vuole incontrare un sancataldese basta intonare questo ritornello e lui si farà riconoscere. Alunni E' molto interessante quello che ci sta raccontando e ci fa capire che Lei è rimasto molto legato alla nostra città Principe Oh, si, io sono molto legato a San Cataldo e ho fatto tanto perché questa città potesse aver un florido sviluppo economico e sociale. Alunni Ha avuto eredi? Principe Certo e mio figlio Vincenzo è stato mio degno successore; anche lui amava questa città e, seguendo il mio esempio, ha tanto lavorato per essa. Ma ora devo andare… E' tardi! Grazie, ragazzi è stato un piacer… ma devo ritirarmi… Addio! Alunni Grazie a Lei, eccellenza. Addio!

  11. Lo stemma Lo stemma di San Cataldo Lo Stemma di San Cataldo Fu voluto dagli avi che chiesero al Reale Governo di dichiarare il Comune di San Cataldo città e di adottare uno stemma. Lo stemma ha uno scudo troncato; nella parte superiore che è verde ha una croce greca d’oro; nella parte inferiore, pure verde ci sono cinque spighe (che indicano l’abbondanza del Comune). Lo scudo è sormontato da una corona simbolo di città e un manto che parte dalla corona ed annodato in alto, con cordoncini d’oro

  12. Le chiese Le chiese di San Cataldo Il mio paese è ricco di chiese, molte hanno una vita parrocchiale, altre no, ma vi si celebra la messa, altre ancora non esistono più e vivono nel ricordo delle persone. Dall’indagine svolta in classe con la maestra ho scoperto: LEGENDA • Le chiese che ci sono • Le chiese che non ci sono più • La prima chiesa costruita • La prima parrocchia • Le parrocchie • La Chiesa Madre

  13. Le chiese La Chiesa Madre La chiesa di San Giuseppe La chiesa della Mercede La chiesa di San Nicola La chiesa del Purgatorio La Chiesa di Santa Lucia La chiesa dei Cappuccini La chiesa dei Mestieri La chiesa di San Domenico Savio La chiesa dell’Oratorio Salesiano Le chiese che ci sono Le chiese che non ci sono più La prima chiesa costruita La prima parrocchia Le parrocchie La Chiesa Madre

  14. La chiesa dell’oratorio SS Sacramento La Chiesa della Catena La Chiesa di Cristo Re La chiesa di Santo Stefano La chiesa di Santo Alberto Magno La Chiesa del Risuscitato La chiesa dell’Ecce Homo La chiesa di San Antonio La chiesa della Madonna del Rosario La chiesa Santa Maria della Provvidenza Le chiese che ci sono Le chiese che non ci sono più La prima chiesa costruita La prima parrocchia Le parrocchie La Chiesa Madre

  15. I quartieri Su e giù per i quartieri I CORTILI PIU’ VECCHI Giorno 28 gennaio 2002 siamo andati a visitare il quartiere di S’Antonio. Quando siamo passati per le strade abbiamo notato che erano molto strette e le case erano vecchissime; eravamo in un quartiere vecchio. Lungo la strada abbiamo visto tanti cortili, tra cui quello dove abita un a certa signora Bio la quale ci ha raccontato che quando era piccola in quel cortile si facevano riunioni. Le donne ricamavano, gli uomini scambiavano quattro chiacchiere e i bambini si divertivano a giocare. La signora Bio ci ha detto che prima il cortile era fatto di terra, dopo lo hanno asfaltato. Dopo abbiamo percorso una stradina molto stretta e siamo arrivati in un altro cortile. Lì c’era una signora e ci ha detto che prima il posto dove lei abita era una stalla, dopo hanno pulito e hanno messo i mobili. Dopo abbiamo percorso una strada in cui le porte delle case erano basse e le scale erano esterne invece che interne. Siamo tornati un po’ stanchi a scuola. E’ stata un’esperienza bella. Classi A/B Cattaneo

  16. Santa Germana Cristo Re I Quartieri Nuovi Babbaurra Mimiani Pizzo Carano

  17. I Quartieri Nuovi Negli anni del dopoguerra, San Cataldo iniziò ad espandersi atorno ai vecchi quartieri. L’antico stradone del Corso Vittorio Emanuele, si allunga con il Corso Sicilia. Negli anni ’50 sorge la vecchia zona Macello che si espande con il quartiere Cristo Re, quartiere di edilizia popolare. Intorno agli anni 60-70 nei pressi del quartiere Santo Antonio sorge il quartiere Santa Germana anch’esso di edilizia popolare. Negli anni ’80 con l’aumento delle esigenze della popolazione sorgono le prime cooperative nel quartiere di Pizzo Carano e di edilizia privata nella zona Mimiani, oggi quartiere Mimiani. Ma il processo di espansione è continuato verso Caltanissetta e precisamente nella zona di via Babbaurra, dove accanto ad una edilizia popolare sorgono le cooperative e le abitazioni private.

  18. Le tradizioni Le tradizioni A Fera ranni………. Il Natale……………. La settimana santa….. Il santo Patrono…….

  19. A fera ranni 'A fera ranni • NEL PRESENTE • NEL PASSATO • alimentazione

  20. 'A fera ranni Fiera che si svolge DAL 1600 LA seconda domenica di ottobre Nel presente Aspetto sociale Aspetto economico Aspetto religioso Simile al mercatino settimanale . Fiera MERCEOLOGICA per acquistare utensili: scarpe, abiti, piante, libri e attrezzi vari. Presenze di alcune bancarelle provenienti da paesi extraeuropei Celebrazione del crocifisso con processione solenne . Festa con scarsa partecipazione popolare Occasione di ritrovo e di divertimento per le presenze di molte giostre altamente meccanizzate .

  21. Dove ? Corso Sicilia, Corso unità D’Italia, Corso Europa, Via Belvedere, Via principe Galletti, Viale Kennedy, Via E. Fermi, Via eschilo, ViA donatori di sangue e via Piave.

  22. 'A fera NEL PASSATO Aspetto economico Aspetto sociale Aspetto religioso Fiera Merceologica Per acquistare: vestiti, utensili, attrezzi agricoli, vettovaglie, con i soldi Ricavati dalle vendite del raccolto. Era Tempo atteso per saldare il debito Fiera Del bestiame . Per acquistare e vendere animali necessari per il lavoro dei campi e per il sostentamento Occasione di ritiro e pause momentanee dai lavori. Per celebrare il crocifisso protettore di S. Cataldo custodito nella chiesa Madre

  23. doVE? Nel passato Via Umberto, via Garibaldi, Piazza San Giuseppe, Piazza Madrice, Via Roma . Si concludeva Con i fuochi d’artificio (u castiddu) e uno spettacolo musicale

  24. Il dolce tipico della “fera ranni” è “u turruni” Il procedimento che ci ha portato dalla mandorla al torrone Diagramma di flusso inizio Schiacciare le mandorle Separare i noccioli dai semi Mettere i semi (mandorle) e lo zucchero in un tegame Mescolare a fiamma bassa fino a caramellare lo zucchero

  25. Lo zucchero è Caramellato? No si Versare il composto nella carta forno Stendere il composto con un coltello Coprire il composto con un altro foglio di carta forno Appiattirlo con il martello Tagliare a pezzetti mentre è caldo Lasciare raffreddare per poi mangiare fine

  26. Come abbiamo preparato il torrone

  27. E infine… lo abbiamo mangiato. Che Buono!

  28. La novena LA NUVENA DI NATALI La nuvena di Natali è un’antica tradizione della cultura sancataldese. Ogni anno, il 16 dicembre, nelle chiese di San Cataldo e in parecchie case private, si cunzava la nuvena, addobbando “figureddi”, cioè immagini sacre con arance, “murtidda” e “addauru”. Ogni sera, per tutti i nove giorni della novena, la gente si riuniva nei luoghi in cui era stata allestita la novena per pregare e cantare antiche litanie e canzoni che rievocavano la nascita di Gesù, la visita dei pastori e dei Magi e la devozione dei fedeli “Ora veni lu picuraru”, “Supra ss’altaru”, “Maria e Giuseppi” sono le più conosciute. Anche oggi, questa antica usanza è molto sentita dai sancataldesi i quali si recano numerosi a cantare e pregare sia nelle chiese che nelle abitazioni di amici e parenti. È un’occasione, non soltanto per vivere in letizia lo spirito natalizio, ma per stare insieme e fare anche una bella tombolata. Anche noi a scuola faremo la novena perché vogliamo far rivivere questa significativa tradizione natalizia della cultura sancataldese.

  29. Figuredda cunzata cu aranci, addauru e murtidda Gli alunni in visita con il Dott. G. Mammano

  30. San cataldo Il Santo Patrono del mio paese San Cataldo Cataldo nacque da una famiglia irlandese benestante, tra il 610 e il 620 (VII) morì a Taranto (Puglia). Giovanissimo entrò nel monastero di Lisbona in Irlanda, nel monastero diventò insegnante e poi direttore; morti i suoi genitori, Cataldo distribuisce le sue ricchezze ai poveri ed opera alcuni miracoli, fra cui il ritorno in vita di un morto, per questo miracolo fu arrestato perché accusato di esercitare magia, ma due angeli apparvero nel sonno al re e Cataldo venne liberato al carcere nel 655. Nel 666 dopo essere già stato nominato vescovo, cominciò un’opera di evangelizzazione per l’Europa; dopo aver visitato Roma, come ultima tappa intraprese il viaggio per la terra Santa. Al ritorno da questo viaggio la sua nave naufragò sulle scogliere ioniche nei pressi della città di Taranto. Qui inizia il suo apostolato e viene nominato vescovo di Taranto. Anche qui operò alcuni miracoli e morì nel 685, venne venerato in tutta la Puglia. Il suo corpo fu seppellito nella cattedrale di Taranto, distrutta in seguito dai Saraceni nel 927 e ricostruita nel 1084. Durante i lavori la sua salma venne ritrovata il 10 Maggio del 1071, dentro un sarcofago murato e si racconta che il corpo emanasse profumo.

  31. SANTO CATALDO E IL MIO PAESE Nel nostro paese la festa di San Cataldo, ricorre il 10 maggio, in ricordo del ritrovamento del corpo. La sua statua è conservata nell’apposita cappella della chiesa madre. A titolo di riconoscimento per l’imminente raccolto e di devozione gli agricoltori della confraternita di San Cataldo mettono nella mano destra della statua, un mazzo di nuove spighe (busciareddu), che sono anche riprodotte nello stemma del comune. Nella chiesa Madre si conservano anche frammenti di ossa, che si trovano dentro una scatola d’argento.

  32. In visita… Chiesa Madre di San Cataldo guidati dal Dott. Luigi Bontà I Bambini disegnano San Cataldo

  33. La memoria… ritrovata La memoria... ritrovata Percorso Naturalistico……………….. Percorso Archeologico………………. Percorso Minerario…………………... Percorso Artistico-Architettonico……..

  34. Percorso naturalistico

  35. Percorso archeologico

  36. UNA GITA ISTRUTTIVA Giorno 16 marzo 2002 siamo andati a visitare Vassallaggi e le miniere. Arrivato il pulmino siamo partiti per Vassallaggi. Arrivati lì l’esperto archeologico, Dott. S. Scarlata ci ha fatto vedere dei resti di un tempio antico, un luogo religioso dove andavano a pregare le persone del luogo. Poi abbiamo visto il bosco vicino Vassallaggi, la guida ci ha spiegato molte cose e ci ha fatto vedere le tombe, erano molto grandi perché mettevano tutti gli oggetti cari ai monti e in paricolare nella tomba se seppellivano una donna mettevano ciprie, rossetti, profumi, ecc…se il morto era un uomo mettevano: elmo, armi, scudi, lance, ecc…. Gli oggetti che sono stati trovati durante gli scavi dentro alcune tombe si trovano adesso nei musei. Poi siamo andati a Borgo Palo e lì abbiamo incontrato il Dott. Mario Zurli che ci ha parlato delle miniere e ci ha anche detto che adesso non sono più in funzione. Questa giornata è stata molto istruttiva.

  37. VASSALLAGGI – ZONA ARCHEOLOGICA Vassallaggi è a pochi chilometri da San Cataldo. Si articola su un complesso di cinque colline che dominano parte della valle dell’ antico Imera (odierno Salso). Nel 1905, Paolo Orsi iniziò una campagna di scavi che fu poi continuata negli anni 1983, 1985, 1986. Gli scavi hanno portato alla luce un centro indigeno abitato dai Sicani risalente all’età del bronzo. Vassallaggi fu distrutta nel 450 A.C. e ricostruita subito dopo. Vassallaggi si presenta come una polis greca, di cui si possono ammirare i resti dell’abitato esteso su cinque colline e di un santuario dedicato a Demetra. All’interno si trova un tempietto a pianta rettangolare circondato da edifici votivi. Nella necropoli troviamo ornamenti bronzei e ceramica greca arcaica. Nella necropoli più recente troviamo corredi funerari (vasi attici, vasi di fabbricazione indigena).

  38. In visita agli scavi di Vassallaggi con il Dott. S. Scarlata

  39. Percorso minerario

  40. Una miniera di zolfo

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