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Prevenzione rifiuti e GPP nella ristorazione collettiva Giovan Battista Varoli

Prevenzione rifiuti e GPP nella ristorazione collettiva Giovan Battista Varoli . PREMESSE Necessità di un approccio integrato SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE SOSTENIBILITA’ COMMERCIALE SOSTENIBILITA’ ECONOMICA SOSTENIBILITA’ TECNICA.

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Prevenzione rifiuti e GPP nella ristorazione collettiva Giovan Battista Varoli

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  1. Prevenzione rifiuti e GPP nella ristorazione collettiva Giovan Battista Varoli

  2. PREMESSE • Necessità di un approccio integrato • SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE • SOSTENIBILITA’ COMMERCIALE • SOSTENIBILITA’ ECONOMICA • SOSTENIBILITA’ TECNICA

  3. L’importanza di una politica verdenella ristorazione collettiva • direzionalità e pianificazione delle scelte amministrative • conseguente immediatezza nei risultati di “sostenibilità” • sistematicità e ripetitività nell’applicazione delle “azioni” • conseguente rilevanza dei risultati quantitativi e numerici • facilità nell’effettuare rilevazioni e audit ambientali sui risultati conseguiti • influenza delle scelte della PA negli orientamenti generali della RC • Rilevanza quantitativa della ristorazione per la PA nel settore della RC • connessione del servizio di ristorazione con l’acquisizione indiretta di beni e servizi “sostenibili” • conseguente sviluppo di filiere di produzione e consumo sostenibili • la ristorazione come possibile momento educativo e comunicazionale • conseguente incentivo allo sviluppo di pratiche di consumo sostenibile

  4. Attuali Strumenti di politiche di GPP nella ristorazione collettiva Comunità Europea • Il nuovo codice degli appalti • Direttive specifiche (es. Direttiva 20 dicembre 1994, n. 94/62/Ce e s.m.i.) • Definizione dell’Ecolabel per il servizio di ristorazione collettiva(es. Ecolabel accoglienza turistica) • Raccomandazioni • Finanziamenti a progetti Life nella ristorazione

  5. Attuali Strumenti di politiche di GPP nella ristorazione collettiva Stato centrale • Enti di acquisto centrali e la sensibilizzazione istituzionale • Tavoli di lavoro sul GPP per aree tematiche • Introduzione di criteri di “ristorazione sostenibile” nei capitolati tecnici di ministeri e altre amministrazioni centrali • Finanziamenti a progetti o iniziative in modo da aiutare il superamento del problema dei capitoli di spesa

  6. Attuali Strumenti di politiche di GPP nella ristorazione collettiva Province e Regioni • Introduzione di criteri di “ristorazione sostenibile” nei capitolati tecnici elaborati direttamente da Province e Regioni • Elaborazione di Manuali di GPP • Introduzione di indicazioni all’interno dei Piani per gli imballaggi e per i rifiuti da imballaggio (vedi Toscana) • Corsi di formazione per la preparazione di Capitolati di Ristorazione Sostenibile • Direttive specifiche e mirate per specifiche iniziative • Finanziamenti a progetti o iniziative in modo da aiutare il superamento del problema dei capitoli di spesa • Format Ristorazione sostenibile Regione Toscana

  7. Attuali Strumenti di politiche di GPP nella ristorazione collettiva Comuni • riduzione della tariffa per lo smaltimento rifiuti legata a iniziative specifiche di prevenzione (es. Quadrifoglio Firenze) • introduzione di criteri di “ristorazione sostenibile” nei capitolati tecnici di ristorazione elaborati da assessorati alla scuola ed enti soggetti ad autorità comunale • corsi di formazione per la preparazione di Capitolati di Ristorazione Sostenibile

  8. Possibili Strumenti di politiche di GPP nella ristorazione collettiva Uno strumento operativo : il capitolato di ristorazione sostenibile • Elaborazione di un “format” di “Capitolato di Ristorazione Sostenibile” da parte delle Regioni o Province • Conseguenti Accordi di Programma che coinvolgano ASL, Aree Vaste, EDSU, amministrazioni provinciali e comunali, aziende municipalizzate, aziende controllate, altri enti soggetti all’amministrazione regionale o provinciale

  9. Le caratteristiche e strumenti necessari Il Capitolato di Ristorazione Sostenibile • Necessità di uno strumento approfondito, efficace e replicabile per adeguati obbiettivi quantitativi • Necessità di adeguati investimento in termini di analisi, studi, conoscenze, aggiornamenti • Necessità di contributi tecnici molteplici: ASL, Università, ARRR, Arpat, municipalizzate rifiuti, • Necessità di un coinvolgimento mediato e filtrato di esperti e aziende del settore Perché le Regioni o le province • Ottimizzazione degli investimenti e delle conoscenze • Possibilità di coordinamento dei vari soggetti necessari • Possibilità di applicazione su ampia scala mediante accordi di programma e strumenti normativi regionali

  10. La necessità tecnica di format specifici Il Capitolato di Ristorazione Sostenibile • università • ospedali mense del personale • ospedali degenti (cucinato e/o veicolato) • terza età (cucinato e/o veicolato) • scuole elementari (cucinato e/o veicolato) • asili nido (cucinato e/o veicolato) • aziende • Caserme • Ristorazione commerciale

  11. Analisi delle sostenibilità Il Capitolato di Ristorazione Sostenibile • sostenibilità ambientale • sostenibilità economica • sostenibilità commerciale • sostenibilità normativa e amministrativa • sostenibilità tecnica

  12. Analisi delle prospettive delle sostenibilità economica, tecnica e commerciale Il Capitolato di Ristorazione Sostenibile • Sostenibilità per il consumatore finale • Sostenibilità per le aziende di ristorazione • Sostenibilità per le Pubbliche Amministrazioni committenti • Sostenibilità per la PA in generale (analisi dei vantaggi economici indiretti e conseguente individuazione di strumenti amministrativi di compensazione)

  13. Altri criteri di “sostenibilità” Il Capitolato di Ristorazione Sostenibile • sostenibilità sociale • sostenibilità territoriale • sostenibilità etica • sostenibilità educativa

  14. L’Analisi preventiva di iniziative “sostenibili” per la RC Il Capitolato di Ristorazione Sostenibile • Analisi approfondita, con unità di misura omogenee, della Sostenibilità Ambientale (quantità rifiuto evitato, quantità riciclato, costi energetici etc.) • LCA come strumento di valutazione e misurazione della Sostenibilità Ambientale per molti prodotti • LCA del servizio di ristorazione • La difficoltà di LCA per componenti del servizio (es. utilizzo stoviglie pluriuso) • La difficoltà di LCA per prodotti non commercializzati (es. acqua pubblica) • Analisi della Sostenibilità Economica per la PA • Analisi della Sostenibilità Economica per le aziende di ristorazione

  15. L’Analisi preventiva di iniziative “sostenibili” per la RC Il Capitolato di Ristorazione Sostenibile • Analisi della Sostenibilità Commerciale da parte degli utenti (sondaggi per nuove iniziative, audit per iniziative già realizzate) • Analisi della Sostenibilità Tecnica relativamente all’organizzazione del servizio e al contesto territoriale (es. “recupero cibo non consumato” ) • Analisi della Sostenibilità Tecnica relativamente alle normative vigenti in particolare in materia igienico-sanitaria • Analisi della Sostenibilità Tecnica relativamente alle normative amministrative (es. divieto stoviglie monouso nel PIRI Toscana 1998)

  16. SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE Obiettivi Ambientali Generali prevenzione produzione rifiuti inorganici prevenzione produzione rifiuti organici riduzione dell’impatto ambientale dei rifiuti prodotti prevenzione costi ambientali e energetici del trasporto dei pasti e delle derrate (sinergia tra la sostenibilità ambientale ed economica: vedi digitalizzazione, razionalizzazione, es. Sotral) prevenzione dei costi energetici del servizio in generale (digitalizzazione delle attrezzature, domotica, lavastoviglie specifiche) prevenzione delle emissioni in acqua (vedi detergenti ecocompatibili)

  17. L’ordine delle Azioni rispetto ai rifiuti SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE: IL PROBLEMA DEI RIFIUTI 1. prevenzione 2. riutilizzo 3. riciclo 4. recupero di materia 5. recupero di energia 6. smaltimento

  18. SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE: IL PROBLEMA DEI RIFIUTI Rilevazione della produzione procapite annua di rifiuti in un campione di mense scolastiche 56,8 60 48,5 50 41,5 38,1 18,2 40 38,0 11,5 kg/persona 30 26,0 16,3 20 15,1 1,8 1,6 9,7 7,0 7,6 10 5,0 7,3 7,1 6,6 6,4 - C Scuola elementare A Scuola elementare B Scuola media D Scuola media Inorganico da preparazione inorganico da consumazione organico da preparazione organico da consumazione

  19. AZIONI GENERALI- Ridurre la massa di imballaggio per unità di ingrediente elementare- Migliorare la gestione dei rifiuti di imballaggio SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE NELLA GESTIONE DEI RIFIUTI INORGANICI AZIONI SPECIFICHE NELL’AREA “GESTIONE RIFIUTI INORGANICI” • Acquisto di prodotti con minor quantità di imballaggi • Fornitura di prodotti con “imballaggio a rendere” • Forniture con minor presenza di imballaggio per unità di prodotto • Sostituzione di prodotti non prioritari con altri con minori imballaggi (es. frutta) • Individuazione di iniziative che eliminano a monte la necessità dell’imballo • Prodotti con imballaggi di monomateriale facilmente riciclabile • Riduzione al minimo dell’acquisto di prodotti “in quarta gamma” • Differenziazione dei rifiuti inorganici • Ottimizzazione della gestione degli approvvigionamenti

  20. AREE DI INTERVENTO NELLA PREVENZIONE DEI RIFIUTI INORGANICI SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE NELLA GESTIONE DEI RIFIUTI INORGANICI • Rifiuti connessi con gli imballi delle bevande • Rifiuti connessi con le stoviglie • Rifiuti connessi con gli imballi primari, secondari e terziari delle materie prime • Rifiuti connessi con prodotti quarta gamma • Rifiuti connessi con la veicolazione dei pasti • Rifiuti connessi con materiali da pulizia • Rifiuti connessi con tovaglie, sottovassoi, tovaglioli monouso (vedi utilizzo diffuso di carta riciclata, caso Lucart) • Rifiuti connessi con le attrezzature cucina e lavaggio (certificazioni dei costruttori, ecodesign, legami con la riduzione dei costi energetici)

  21. Rifiuti inorganici ALCUNI ESEMPI DI APPROCCIO INTEGRATO - Area imballi bevande - Area rifiuti da stoviglie

  22. SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE NELLA GESTIONE DEI RIFIUTI INORGANICI ANALISI DI INIZIATIVE SPECIFICHE NELL’AREA “IMBALLI BEVANDE” 5 alternative a confronto • Utilizzo di acqua del rubinetto • Utilizzo di acqua in PET e bevande in alluminio • Utilizzo di acqua in PET e bevande in alluminio e successiva differenziazione materiali (PET, alluminio, vetro, polietilene) • Utilizzo di acqua in vetro e bevande in alluminio • Utilizzo del sistema Freebeverage

  23. SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE NELLA GESTIONE DEI RIFIUTI INORGANICI SOSTENIBILITA’ AMBIENTALE INIZIATIVE SPECIFICHE NELL’AREA “IMBALLI BEVANDE” • Utilizzo di sola acqua del rubinetto Riduzione totale dei rifiuti da imballaggio connessi alle bevande • Utilizzo di bevande confezionate in PET e alluminio - Massima produzione di rifiuti da imballaggio connessi alle bevande - costi energetici e costi ambientali del trasporto connesso • Utilizzo di bevande confezionate in PET e alluminio e successiva differenziazione - necessità di una valutazione sulla reale possibilità di recupero della materia (in base all’ organizzazione locale) - necessità di una valutazione sulla quantità di materia su cui non si può garantire la differenziazione - per motivi tecnici il controllo della differenziazione (es. usura casse per il vetro, plastica termoretraibile per il PET, pallet di legno o di plastica etc.) - necessità di una valutazione sui costi ambientali della differenziazione e del riciclaggio

  24. SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE NELLA GESTIONE DEI RIFIUTI INORGANICI SOSTENIBILITA’ AMBIENTALE INIZIATIVE SPECIFICHE NELL’AREA “IMBALLI BEVANDE” • Utilizzo di acqua confezionata in Vetro e alluminio - Necessità di una valutazione sulla quantità di materia derivante dall’usura degli imballi primari e secondari - Necessità di una valutazione sui costi ambientali del lavaggio e del riuso - Necessità di una valutazione sui costi ambientali del trasporto • Utilizzo del sistema Freebeverage - Riduzione del 97% dei rifiuti da imballaggio - Riduzione di rifiuti da imballaggio e riduzione del trasporto (93%)

  25. CONFRONTO IMPATTO AMBIENTALE BEVANDE SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE NELLA GESTIONE DEI RIFIUTI INORGANICI SOSTENIBILITA’ AMBIENTALE INIZIATIVE SPECIFICHE NELL’AREA “IMBALLI BEVANDE” dati sulla distribuzione annua di circa 45.000.000 di pasti annui 1.842 tonnellate 0 26,69 tonnellate

  26. 17.200 9.000 3.800 500 0 0 40 0 0 0 50 0 Kg PET + lattine Vetro + lattine Distribuzione libera Rifiuti PET Rifiuti plastica termoretraibile (polietilene – polipropilene o PVC) Rifiuti polietilene per casse Rifiuti vetro Dati sviluppati su una media di 400.000 pasti attuati da una mensa tipo

  27. CONNESSIONE TRA LA PREVENZIONE RIFIUTI E LA PREVENZIONE DEI COSTI AMBIENTALI ED ENERGETICI DEL TRASPORTO TRASPORTI: dati sulla distribuzione annua di circa 45.000.000di pasti, calcolati su una percorrenza media di 250 Km 73.200 tonnellate 1.340 tonnellate

  28. SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE NELLA GESTIONE DEI RIFIUTI INORGANICI SOSTENIBILITA’ COMMERCIALE INIZIATIVE SPECIFICHE NELL’AREA “IMBALLI BEVANDE” • Utilizzo di sola acqua del rubinetto Sostenibilità sufficiente nel settore scolastico e in presenza di acqua pubblica organoletticamente accettabile. Insostenibilità commerciale negli altri settori e in presenza di acqua con problematiche organolettiche. Resistenza più o meno maggioritaria degli utenti alla perdita di un “valore” percepito • Utilizzo di bevande confezionate in PET e alluminio Sostenibilità commerciale buona a causa della percezione del valore economico • Utilizzo di bevande confezionate in PET e alluminio e differenziazione Sostenibilità commerciale superiore alla soluzione precedente a seguito di una possibile azione di comunicazione ambientale • Utilizzo di acqua confezionata in Vetro e alluminio Minor sostenibilità commerciale del PET ed eventuale compensazione con una più efficace azione di comunicazione ambientale (peraltro non veritiera) • Utilizzo del sistema Freebeverage Sostenibilità commerciale molto elevata grazie alla libertà di consumo nella quantità e varietà delle bevande. Ulteriore sostenibilità commerciale con l’introduzione delle bevande Equo e Solidali e con l’azione di comunicazione ambientale

  29. SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE NELLA GESTIONE DEI RIFIUTI INORGANICI SOSTENIBILITA’ ECONOMICA INIZIATIVE SPECIFICHE NELL’AREA “IMBALLI BEVANDE” • Utilizzo di sola acqua del rubinetto: Sostenibilità massima • Utilizzo di bevande confezionate in PET e alluminio: Sostenibilità buona per la sola acqua, poca sostenibilità per altre bevande • Utilizzo di bevande confezionate in PET e alluminio e differenziazione: Sostenibilità molto ridotta a causa degli ulteriori costi di differenziazione e recupero materia • Utilizzo di acqua confezionata in Vetro e alluminio: Sostenibilità simile alla soluzione con acqua in PET a causa dei costi di perdite e rotture e dei maggiori costi di stoccaggio che compensano il minor costo del prodotto • Utilizzo del sistema Freebeverage: Sostenibilità molto elevata grazie ai vantaggi economici indiretti (logistica, magazzini, tariffe) e al sistema del costo fisso. Aspetti di sostenibilità economica del sistema del costo fisso: • - costo molto contenuto (pari alla sola acqua a fronte del consumo libero di tutte le bevande) • - certezza del costo e conseguenti vantaggi nella fase di analisi di analisi preventiva e • consutiva dei costi

  30. SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE NELLA GESTIONE DEI RIFIUTI INORGANICI SOSTENIBILITA’ TECNICA INIZIATIVE SPECIFICHE NELL’AREA “IMBALLI BEVANDE” • Utilizzo di sola acqua del rubinetto Sostenibilità tecnica buona. Vantaggi nella logistica. Problematiche della refrigerazione • Utilizzo di bevande confezionate in PET e alluminio Sostenibilità tecnica buona. Problematiche legate alle norme igienico sanitarie sullo stoccaggio, problematiche tecniche legate alla refrigerazione. • Utilizzo di bevande confezionate in PET e alluminio e differenziazione Sostenibilità tecnica inferiore. Organizzazione della differenziazione e del trasporto. • Utilizzo di acqua confezionata in Vetro e alluminio Sostenibilità tecnica buona. Problematiche legate alla necessità di maggiori spazi di magazzino, problematiche legate alla refrigerazione, problematiche legate al recupero e stoccaggio dei vuoti. • Utilizzo del sistema Freebeverage Sostenibilità tecnica elevata. Riduzione della logistica, riduzione dei magazzini. Necessità del rispetto delle norme igienico sanitarie sulla filtrazione dell’acqua.

  31. SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE NELLA GESTIONE DEI RIFIUTI INORGANICI ANALISI DI INIZIATIVE SPECIFICHE NELL’AREA “STOVIGLIE” • Utilizzo di posate e stoviglie tradizionali pluriuso • Utilizzo di stoviglie monouso • Utilizzo di stoviglie monouso e successivo recupero di materia (vedi iniziativa CAMI) • Utilizzo di stoviglie monouso in Mater B e successivo compostaggio

  32. SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE NELLA GESTIONE DEI RIFIUTI INORGANICI SOSTENIBILITA’ AMBIENTALE INIZIATIVE SPECIFICHE NELL’AREA “STOVIGLIE” • Utilizzo di stoviglie tradizionali Molto elevata. Produzione di rifiuti giornaliera pari a circa lo 0,11% del peso complessivo delle stoviglie e posate (1,9 Kg) = g 2,09 • Utilizzo di stoviglie e posate monouso in plastica - Sostenibilità scarsa. Produzione di rifiuti inorganici pari al 100% della materia = g 40 - costi energetici e costi ambientali del trasporto connesso • Utilizzo di stoviglie monouso e successiva differenziazione Sostenibilità superiore alla soluzione precedente - necessità di una valutazione sulla reale possibilità di recupero della materia (in base all’ organizzazione locale) - necessità di una valutazione sui costi ambientali della differenziazione e del riciclaggio • Utilizzo di stoviglie monouso in Mater B Sostenibilità buona in presenza di una reale possibilità di compostaggio - necessità di verifica dell’esistenza in zone limitrofe di un impianto di compostaggio - necessità di verifica dell’esistenza di un’organizzazione relativa - necessità di una valutazione sui costi ambientali dell’organizzazione del compostaggio

  33. CONFRONTO IMPATTO AMBIENTALE BEVANDE SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE NELLA GESTIONE DEI RIFIUTI INORGANICI SOSTENIBILITA’ AMBIENTALE INIZIATIVE SPECIFICHE NELL’AREA “STOVIGLIE” Rifiuti annui per circa 70.000 pasti giornalieri appalto ristorazione scolastica 180 giorni 504 tonnellate 26,33 tonnellate

  34. SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE NELLA GESTIONE DEI RIFIUTI INORGANICI SOSTENIBILITA’ COMMERCIALE INIZIATIVE SPECIFICHE NELL’AREA “STOVIGLIE” • Utilizzo di stoviglie tradizionali Sostenibilità sufficiente nel settore scolastico e in presenza di acqua pubblica organoletticamente accettabile. Insostenibilità commerciale negli altri settori e in presenza di acqua con problematiche organolettiche. Resistenza più o meno maggioritaria degli utenti alla perdita di un “valore” percepito • Utilizzo di stoviglie e posate monouso in plastica Sostenibilità commerciale buona dato dalla percezione del valore economico • Utilizzo di stoviglie monouso e successiva differenziazione Sostenibilità commerciale superiore alla soluzione precedente a seguito di una possibile azione di comunicazione ambientale • Utilizzo di stoviglie monouso in Mater B Minor sostenibilità commerciale del PET ed eventuale compensazione con una più efficace azione di comunicazione ambientale (peraltro non veritiera)

  35. SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE NELLA GESTIONE DEI RIFIUTI INORGANICI SOSTENIBILITA’ ECONOMICA INIZIATIVE SPECIFICHE NELL’AREA “STOVIGLIE” • Utilizzo di stoviglie tradizionali Molto elevata. Produzione di rifiuti giornaliera pari a circa lo o,1% del peso complessivo delle stoviglie • Utilizzo di stoviglie e posate monouso in plastica - Sostenibilità scarsa. Produzione di rifiuti inorganici pari al 100% della materia - costi energetici e costi ambientali del trasporto connesso • Utilizzo di stoviglie monouso e successiva differenziazione Sostenibilità superiore alla soluzione precedente - necessità di una valutazione sulla reale possibilità di recupero della materia (in base all’ organizzazione locale) - necessità di una valutazione sui costi ambientali della differenziazione e del riciclaggio • Utilizzo di stoviglie monouso in Mater B Sostenibilità buona in presenza di una reale possibilità di compostaggio - necessità di verifica dell’esistenza in zone limitrofe di un impianto di compostaggio - necessità di verifica dell’esistenza di un’organizzazione relativa - necessità di una valutazione sui costi ambientali dell’organizzazione del compostaggio

  36. LA NECESSITÀ DI UN APPROCCIO INTEGRATO ALLA SOSTENIBILITÀ NELLA RISTORAZIONE COLLETTIVA Costi di varie tipologie di stoviglie (in Euro) Costi totali (1 bicchiere, 2 posate, 3 piatti)

  37. LA NECESSITÀ DI UN APPROCCIO INTEGRATO ALLA SOSTENIBILITÀ NELLA RISTORAZIONE COLLETTIVA Costi annui per una mensa da 500 pasti al giorno (300 gg) Plastica: 0,073 x 500 x 220 = €.8.030 materiali 500/120 x 16 x 220 = €.14.666 manodopera Totale = €.22.696 Mater B: 0,45 x 500 x 220 = €.49.500 materiali 500/120 x 16 x 220 = €.64.166 manodopera Totale = €.113.666 Tradizionale: 5,6 x 600 = € 3360 materiali 500/60 x 16 x 220 = € 29.333 manodopera 0,02 x 500 x 220 = € 2.200 Totale: € 34.893

  38. LA NECESSITÀ DI UN APPROCCIO INTEGRATO ALLA SOSTENIBILITÀ NELLA RISTORAZIONE COLLETTIVA Costi triennali Plastica: € 68.088 Mater B: € 340.998 Tradizionale: € 99.079 Costi quinquennali Plastica: € 113.048 Mater B: € 841.666 Tradizionale: € 163.265

  39. LA NECESSITÀ DI UN APPROCCIO INTEGRATO ALLA SOSTENIBILITÀ NELLA RISTORAZIONE COLLETTIVA Dati utilizzati per il calcolo: Mensa da 500 pasti/giorno 220 giorni di attività/anno Impiego manodopera: stoviglie tradizionali - 60 serviti/ora plastica/ mater B – 120 serviti/ora Costo manodopera: 16 €/ora Usura stoviglie: 20%

  40. SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE NELLA GESTIONE DEI RIFIUTI INORGANICI SOSTENIBILITA’ TECNICA INIZIATIVE SPECIFICHE NELL’AREA “STOVIGLIE” • Utilizzo di stoviglie tradizionali Problematiche eventuali nel veicolato non sporzionabile. Problematiche di mancanza di spazi per lavastoviglie. False problematiche sulla sicurezza nel settore scolastico. • Utilizzo di stoviglie e posate monouso in plastica Buona Sostenibilità. Problematiche legate al contatto dei cibi con temperatureelevate • Utilizzo di stoviglie monouso e successiva differenziazione Sostenibilità in presenza di una conseguente organizzazione del lavoro e della logistica. Convenzioni con operatori nel settore del riciclaggio. • Utilizzo di stoviglie di stoviglie monouso in Mater B Problematiche legate alla robustezza dei materiali (in particolare per le posate). Problematiche legate all’organizzazione del lavoro e della logistica.

  41. ALTRI ESEMPI GIA’ ELABORATI Obiettivo: prevenzione rifiuti inorganici Area: Rifiuti connessi con gli imballi primari, secondari e terziari delle materie prime: IMBALLI ORTOFRUTTA Obiettivo: prevenzione rifiuti organici Area: Rifiuti connessi con il cibo non consumato: RIUTILIZZO DEL CIBO NON CONSUMATO

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