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Piani di zona: il ruolo della provincia di Bologna. Esperienze e prospettive Fabrizia Paltrinieri

Piani di zona: il ruolo della provincia di Bologna. Esperienze e prospettive Fabrizia Paltrinieri Servizio Politiche sociali e per la salute Provincia di Bologna. Piani di zona: il ruolo della provincia di Bologna. Esperienze e prospettive. Legge Regionale 12 marzo 2003 n°2

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Piani di zona: il ruolo della provincia di Bologna. Esperienze e prospettive Fabrizia Paltrinieri

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Presentation Transcript


  1. Piani di zona: il ruolo della provincia di Bologna. Esperienze e prospettive Fabrizia Paltrinieri Servizio Politiche sociali e per la salute Provincia di Bologna

  2. Piani di zona: il ruolo della provincia di Bologna.Esperienze e prospettive Legge Regionale 12 marzo 2003 n°2 “Norme per la promozione della cittadinanza sociale e per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali” art.18 Alla Provincia spettano funzioni in merito a: • promozione della integrazione delle politiche sociali con le altre politiche settoriali (del lavoro, della casa, della fp, dell’istruzione, dell’educazione e della pianificazione territoriale) • rilevazione dei bisogni e dell’offerta di servizi e strutture socio-educative, socio-assistenziali e socio-sanitarie • promozione del concorso dei soggetti del terzo settore alla definizione e alla realizzazione del sistema locale dei servizi sociali a rete • Partecipano alla definizione ed attuazione dei piani di zona con compiti di coordinamento • Predispongono specifici Programmi Provinciali (infanzia e immigrazione)

  3. L’esperienza dei pdz 2005-2007

  4. L’esperienza dei pdz 2005-2007- il metodo utilizzato L’approvazione di “Linee di indirizzo provinciali” da parte del Consiglio provinciale (23-12-2004)ha consentito: • formalizzazione di un coordinamento politico • condivisione di un modello di governance comune • definizione di linee di indirizzo di zona, (contestualizzazione delle linee di indirizzo provinciali ad ogni zona)

  5. Modello di governance per definizione dei pdz della provincia di Bologna utilizzato per i pdz 2005-2007

  6. L’esperienza dei pdz 2005-2007- il coordinamento politico Costituzione del Coordinamento Provinciale Politiche Sociali • composto da: sindaci e/o assessori dei comuni capofila, vicesindaco di Bologna, presidente Consorzio servizi sociali di Imola, assessore provinciale politiche sociali e sanità • con l’obiettivo di garantire regia complessiva ed unitaria tra le diverse zone • realizzati circa 20 incontri da settembre 2004 a settembre 2006

  7. L’esperienza dei pdz 2005-2007Punti di forza a livello locale: l’esperienza dei tavoli del welfare • Composti da: • rappresentanti istituzionali: ausl, ipab, scuole, organismi periferici dello stato…. • rappresentanti politici di soggetti non istituzionali: cooperazione sociale, associazionismo, volontariato, enti morali, fondazioni… • I tavoli del welfare rappresentano la sede deputata alla discussione sulle priorità di intervento e al confronto sulle risorse • Sono stati attivati e sono diventati una realtà di tutte le zone della provincia di Bologna • L’aver realizzato un modello di governance abbastanza omogeneo nelle diverse zone è un risultato significativo in termini di garanzia di costruzione di un sistema di welfare provinciale

  8. Prospettive. Il triennio di programmazione 2009- 2011

  9. Prospettive. Il triennio di programmazione 2009- 2011 Documenti di riferimento • Piano sociale e sanitario regionale In corso di approvazione da parte dell’assemblea legislativa, approvato da Giunta regionale (DGR 1448/2007) • Linee per la definizione del ruolo e del funzionamento delle CTSS e dell’atto di indirizzo e coordinamento. Approvate dalla Cabina di Regia regionale

  10. Prospettive. Il triennio di programmazione 2009- 2011 I principi del sistema delineato dal Piano sociale e sanitario regionale • La centralità degli Enti Locali e della Regione nella programmazione, regolazione e realizzazione dei servizi sociali, sanitari e socio sanitari • La separazione delle funzioni pubbliche di governo (programmazione, regolazione e verifica dei risultati) da quelle di produzione dei servizi e delle prestazioni • Il distretto quale ambito ottimale per l’esercizio del governo e per l’organizzazione associata delle relative funzioni amministrative

  11. Prospettive. Il triennio di programmazione 2009- 2011 Gli obiettivi del Piano sociale e sanitario regionale: • valorizzazione della CTSS come luogo di integrazione dei diversi soggetti e competenze istituzionali • semplificazione e armonizzazione degli strumenti di programmazione che incidono sullo stesso ambito territoriale • sviluppo di una identità in grado di rafforzare e valorizzare l’articolazione distrettuale a rete del sistema territoriale integrato

  12. Il modello di governance a livello intermedio per il triennio 2009-2011

  13. Prospettive. Il triennio di programmazione 2009- 2011 Il territorio provinciale di Bologna • La CTSS di Bologna • Il Nuovo Circondario Imolese • Il Comitato di Coordinamento dell’area metropolitana

  14. Prospettive. Il triennio di programmazione 2009- 2011 Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria di Bologna Componenti • Presidente della Provincia o suo delegato • Sindaco del Comune di Bologna o suo delegato • Sindaci dei 49 Comuni o loro delegati Invitati permanenti • Direttore Generale Az. USL di Bologna • Direttore Generale A.OSP S.Orsola-Malpighi, • Direttore Generale Ist. Ortopedici Rizzoli • M. Rettore dell’Università di Bologna • Presidente di turno della Conferenza dei Quartieri del Comune di Bologna

  15. Prospettive. Il triennio di programmazione 2009- 2011 Nell’ambito della CTSS, Provincia, Comuni e Aziende Sanitarie, ciascuno per le rispettive competenze, realizzano il coordinamento delle politiche: • sociali • socio-sanitarie • sanitarie

  16. Prospettive. Il triennio di programmazione 2009- 2011 Comitato di coordinamento dell’area metropolitana COMPONENTI • Presidente della Provincia di Bologna, o suo delegato, • Presidenti delle Conferenze territoriali sociali e sanitarie di Bologna e di Imola, e in ogni caso dai Sindaci del Comune di Bologna e del Comune di Imola, o loro delegati, • Presidenti dei Comitati di Distretto del territorio provinciale, o loro delegati, • Rettore dell'Università degli studi di Bologna, o suo delegato INVITATI PERMANENTI (senza diritto di voto): • Direttori generali delle Aziende sanitarie operanti in ambito provinciale • Direttore Istituti Ortopedici Rizzoli

  17. Prospettive. Il triennio di programmazione 2009- 2011) Comitato di coordinamento dell’area metropolitana FUNZIONI: Il Comitato garantisce il coordinato sviluppo dei programmi delle Conferenze territoriali sociali e sanitarie di Bologna e di Imola, con riferimento sia alle politiche per la salute e per il benessere sociale, sia al funzionamentoed all'erogazione dei servizi sanitari, sociosanitari e sociali.

  18. Il modello di governance a livello intermedio per il triennio 2009-2011 Azioni di concertazione e confronto La CTSS svolge azione di concertazione e confronto con organizzazioni sindacali e terzo settore • Attiva protocolli con OOSS • In via di definizione un modello di riferimento regionale per definire i processi di rappresentanza e partecipazione del Terzo Settore ai processi di programmazione

  19. Strumenti per la programmazione a livello intermedio Atto di indirizzo e coordinamento triennale • ricomprende e valorizza l’esperienza dei Piani per la salute, per quanto riguarda la rilevazione delle condizioni di salute e di benessere sociale della popolazione sia a livello provinciale/aziendale sia di ambito distrettuale (profilo di comunità). Il profilo di comunità, valorizzando ed estendendo l’esperienza dei Piani per la salute ne rappresenta lo sviluppo per quanto attiene alla conoscenza del territorio, indica le criticità per le scelte di indirizzo per la salute ed il benessere, relativamente alla pianificazione delle politiche territoriali, e costituisce il quadro conoscitivo di riferimento per le scelte della pianificazione sociale e sanitaria territoriale; • comprende gli indirizzi per la definizione del Piano Attuativo Locale (PAL); • è elaborato in modo tale da assicurare: • il raccordo tra i diversi livelli di programmazione (regionale, provinciale, aziendale e distrettuale); • il raccordo tra i diversi strumenti e i diversi ambiti di pianificazione locali (PdZ, PPS, Agenda 21, PTCP, Piano regionale della prevenzione ….); • fornisce le indicazioni strategiche sull'area dei servizi sociali, socio-sanitari e sanitari territoriali; • indica gli ambiti dell'integrazione, compresa l'area della non autosufficienza; • fornisce, nel quadro degli obiettivi regionali approvati annualmente dall'Assemblea legislativa regionale, indirizzi e strumenti di coordinamento, monitoraggio e valutazione anche in relazione ai contenuti socio-assistenziali della programmazione di ambito distrettuale.

  20. Strumenti per la programmazione a livello intermedioAtto di indirizzo e coordinamento triennale Il metodo di lavoro adottato dalla CTSS per l’elaborazione dell’Atto prevede la partecipazione sistematica degli uffici distrettuali di piano all’Ufficio di supporto e l’apporto di tutte le professionalità competenti e garantisce la promozione della partecipazione al processo programmatorio dei soggetti sociali (organizzazioni sindacali e soggetti del terzo settore).

  21. Il modello di governance a livello distrettuale

  22. Il livello distrettuale comitato di distretto e ausl • amministratori • direttore di distretto tavolo welfare • amministratori e tecnici dei comuni • ausl • rappresentanti centrali coop • rappresentanti terzo settore • rappresentanti scuole • fondazioni • ….

  23. Il livello distrettuale

  24. Nuovo ufficio di piano • Responsabile nuovo ufficio di piano • Ufficio di supporto tecnico e amministrativo • 1 figura tecnico professionale • 1 amministrativo contabile • 1 figura di sistema • Tavolo di coordinamento, integrazione, raccordo • Responsabile nuovo ufficio di piano • Direttori area servizi alla persona dei comuni • Direttore amministrativo distrettuale • Direttore distrettuale area integrazione sociosanitaria • Direttore distrettuale cure primarie

  25. Piano di zona distrettuale per la salute e per il benesseresociale Piano di zona distrettuale per la salute e per il benessere sociale: • di durata triennale • sostituisce il Piano sociale di zona, rafforzandone il raccordo con il Piano per la salute contenuto nell’atto di indirizzo triennale della Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria • fa riferimento al profilo di comunità, comprensivo dell'analisi dei bisogni della popolazione del territorio • individua, in coerenza con l'atto triennale della CTSS, le priorità strategiche di salute e di benessere sociale nelle diverse aree d'intervento: sociale, sociosanitaria, compresa l'area della non autosufficienza, sanitaria relativa ai servizi territoriali • definisce la programmazione finanziaria triennale relativa agli interventi sociali, sociosanitari e sanitari • specifica le integrazioni, e i relativi strumenti, con le politiche che concorrono a realizzare gli obiettivi di benessere sociale e salute individuati • verifica l’attuazione del programma di trasformazione delle Ipab in ASP ed i risultati conseguiti rispetto a quelli attesi, nonché il suo eventuale adeguamento.

  26. Programma attuativo annuale Il programma attuativo annuale costituisce la declinazione annuale del Piano di zona distrettuale per la salute e il benessere sociale sostituendo: • il Programma attuativo del Piano sociale di zona, • il Programma delle attività territoriali del Distretto, • i Programmi di azione dei Piani per la salute. In particolare: • specifica gli interventi di livello distrettuale in area sociale, socio-sanitaria, compreso il Piano annuale delle attività per la non autosufficienza - e sanitaria, • individua le specifiche risorse che Comuni, AUSL/Distretto, Provincia impegnano per l'attuazione degli interventi, • definisce, raccoglie ed approva progetti o programmi specifici d'integrazione con le politiche educative, della formazione e lavoro, della casa, dell'ambiente, della mobilità.

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