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L’Italia in età imperiale: una regione senza storia?

L’Italia in età imperiale: una regione senza storia?. Lezione XI. L’Italia al tempo del II triumvirato. Una stagione storica convulsa e relativamente ben documentata, anche per quanto concerne le vicende dell’Italia meridionale.

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L’Italia in età imperiale: una regione senza storia?

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Presentation Transcript


  1. L’Italia in età imperiale: una regione senza storia? Lezione XI

  2. L’Italia al tempo del II triumvirato • Una stagione storica convulsa e relativamente ben documentata, anche per quanto concerne le vicende dell’Italia meridionale. • Il periodo di ascesa al potere del giovane C. Ottavio, pronipote di Cesare, da lui adottato per testamento nel 44 a.C., assumendo il nome ufficiale di C. Giulio Cesare Ottaviano. • I difficili rapporti con gli altri esponenti della fazione cesariana: M. Antonio e M. Emilio Lepido. • Tra la fine del 44 a.C. e gli inizi del 43 a.C. Ottaviano si accosta addirittura al partito conservatore (guidato da Cicerone) che pensa di sfruttare la sua popolarità contro Antonio. 2

  3. I protagonisti: Ottaviano e Antonio 3

  4. Il primo scontro tra Ottaviano e Antonio nel 44-43 a.C. • Durante il suo consolato del 44 a.C. Antonio si era fatto assegnare per l’anno seguente la strategica provincia di Gallia Cisalpina al posto della Macedonia con una lex de permutatione provinciarum. • Il governatore della Cisalpina, D. Giunio Bruto Albino (uno dei cesaricidi) rifiuta di consegnare la provincia ad Antonio, col sostegno del Senato che gli conferma il comando, e si chiude a Mutina. • Il Senato assegna un comando straordinario al giovanissimo Ottaviano, col compito di soccorrere, insieme ai consoli A. Irzio e C. Vibio Pansa, Decimo Bruto assediato a Mutina. 4

  5. La guerra di Modena del 43 a.C. • Nei sanguinosi scontri della guerra le forze dei conservatori prevalgono, anche se la sconfitta di Antonio non è netta. • I consoli Irzio e Pansa tuttavia muoiono in battaglia, in circostanze poco chiare: Ottaviano riunisce sotto di sé tutto l’esercito dei conservatori. • Antonio preferisce ritirarsi con le forze che ancora conserva verso occidente, per collegarsi coi governatori delle province galliche e spagnole, suoi alleati. 5

  6. Sospetti sulla morte dei consoli Irzio e Pansa nella guerra di Modena: Svetonio, Vita di Augusto, 11 • Poiché erano morti in questa guerra Irzio sul campo e Pansa poco dopo, in conseguenza di una ferita, si sparse la voce che ambedue fossero stati uccisi per opera sua [di Ottaviano], in quanto aveva sperato, scomparsi i consoli e messo in fuga Antonio, di rimanere solo al comando degli eserciti vittoriosi. La morte di Pansa fu tanto sospetta che il medico Glicone venne arrestato sotto l’imputazione di averne avvelenato la ferita. Aquilio Nigro aggiunse a queste accuse anche quella secondo cui l’altro console, Irzio, era stato ucciso dalla stesso Ottaviano nella confusione della mischia. 6

  7. Il II triumvirato • Il Senato assegna tutti i meriti della vittoria a Decimo Bruto, affidando a lui il compito di inseguire Antonio con l’esercito “conservatore” e ignorando Ottaviano. • Ottaviano, col pieno sostegno delle sue truppe, chiede il riconoscimento del suo ruolo e il consolato; al rifiuto del Senato marcia su Roma e si impadronisce di fatto del potere (agosto 43 a.C.). • Decimo Bruto, abbandonato dalle sue truppe, viene assassinato nella regione alpina, mentre tenta di raggiungere M. Giunio Bruto. • Antonio riesce a congiungersi con gli eserciti di M. Emilio Lepido e degli altri governatori delle province galliche e spagnole (estate 43 a.C.). • I leader della fazione cesariana, Ottaviano, Antonio e Lepido si incontrano presso Bologna e ritrovano l’accordo; creazione del triumvirato rei publicae constituendae (27 novembre 43 a.C.), in cui i tre si assegnano poteri paragonabili a quelli dei consoli per 5 anni. 7

  8. La spartizione dell’Impero • Il primo compito dei triumviri: affrontare le imponenti forze radunate dai cesaricidi Bruto e Cassio nelle province orientali. • A Filippi, in Macedonia, la vittoria è dei cesariani, grazie ad Antonio. • La spartizione dell’Impero: • Ad Antonio la Gallia e le province orientali, con la campagna partica). • A Lepido le province africane. • A Ottaviano la Spagna e l’Italia, col gravoso compito di affrontare Sesto Pompeo e di affrontare la questione del congedo dei veterani, ma con i vantaggi che gli poteva assicurare il controllo di Roma e dell’Italia. 8

  9. La questione dei veterani, la guerra di Perugia e gli accordi di Brindisi • La necessità di operare confische per assegnare terreni ai veterani genera malcontento dei piccoli e medi proprietari italici. • Lucio Antonio e Fulvia, fratello e moglie, del triumviro, fomentano questo malumore, pensando ad un’imminente rottura fra il loro congiunto e Ottaviano. • Ottaviano viene a capo della ribellione dopo combattimenti che si svolsero soprattutto attorno a Perugia (41-40 a.C.). • La rottura totale è evitata: grazie alla mediazione di Mecenate, Antonio e Ottaviano ritrovano l’accordo a Brindisi nel 40 a.C. • Il patto prevedeva il passaggio della Gallia sotto la sfera d’influenza di Ottaviano e doveva essere suggellato dalle nozze tra Antonio e Ottavia, sorella di Ottaviano (dopo che Fulvia era morta). 9

  10. Sesto Pompeo • Nelle mani dell’ultimo figlio superstite di Pompeo Magno, dopo la Sicilia, cadono anche la Sardegna e la Corsica. • Sesto Pompeo, padrone dei mari, intercetta gli approvvigionamenti granari di Roma, affamando la città e provocando malcontento contro Ottaviano. • Dopo una breve pausa segnata dagli accordi di Miseno del 39 a.C., le ostilità riprendono, con una grave sconfitta per Ottaviano. • Ottaviano tuttavia può contare sul sostegno di Antonio, che gli invia 120 navi, e di Lepido, che promette di invadere la Sicilia dall’Africa. • Dalla nuova base di Miseno, la flotta di Ottaviano, ora comandata dal capace Agrippa, muove verso sud e sconfigge Pompeo a Nauloco (36 a.C.). • Lepido, che accampava pretese sulla Sicilia, è liquidato con abile mossa propagandistica e privato di tutti i suoi poteri: anche l’Africa è sotto il controllo di Ottaviano. 10

  11. La monetazione di Sesto Pompeo Denario coniato da Q. Nasidio, collaboratore di Sesto Pompeo, nel 44-43 a.C. Al dritto busto di Cn. Pompeo Magno, tridente e delfino e legenda Neptuni; al rovescio nave da guerra, stella e legenda Q. Nasidius 11

  12. Antonio e Cleopatra • In Oriente Antonio si lega sentimentalmente e politicamente a Cleopatra VII, regina d’Egitto, già amante di Cesare: i rapporti tra Antonio e Ottaviano si deteriorano progressivamente nel corso degli anni Trenta. • L’offesa personale a Ottaviano, fratello della tradita Ottavia. • L’offesa politica: Antonio dona a Cleopatra e ai suoi figli alcuni territori da tempo sotto il controllo romano. • Lo smacco della campagna partica: dopo un primo insuccesso, Antonio chiede aiuto a Ottaviano, che invia appena 2 mila legionari e Ottavia. • Antonio rispedisce al mittente gli uni e l’altra. 12

  13. Cleopatra: l’iconografia greca • Busto in marmo di Cleopatra VII, 30-40 a.C. • Oggi all’Altes Museum di Berlino.

  14. Cleopatra: l’iconografia egiziana • Cleopatra e il figlio Tolemeo Cesarione da un rilievo del tempio di Denderah.

  15. La rottura fra Ottaviano e Antonio • La guerra aperta scoppia dopo il ripudio di Ottavia e dopo che Ottaviano rende noto il testamento di Antonio. • In quest’ultimo il triumviro dichiarava di voler essere sepolto ad Alessandria, accanto a Cleopatra, e donava nuovi territori ai suoi figli, fra cui Tolemeo Cesarione (figlio naturale di Cesare). • La propaganda di Ottaviano: Antonio come un debosciato, irretito da Cleopatra, che vuole portare la capitale ad Alessandria e trasformare la Repubblica in una monarchia assoluta di tipo ellenistico. • La propaganda di Ottaviano: Ottaviano stesso come difensore dei valori tradizionali, politici e morali, dell’Italia. • Tutte le comunità dell’Italia e delle province occidentali giurano fedeltà a Ottaviano. 15

  16. Azio • Dopo la dichiarazione di guerra all’Egitto di Cleopatra (e non ad Antonio), lo scontro decisivo nella battaglia navale di Azio, nel 31 a.C.: • Una grande vittoria della flotta ottavianea, guidata da Agrippa. • L’anno successivo, con la conquista dell’Egitto, il suicidio di Antonio e Cleopatra e l’uccisione di Cesarione, Ottaviano rimane unico padrone del mondo romano. • Una svolta nella storia romana: inizia la cosiddetta età imperiale. 16

  17. Virgilio, Eneide, VIII, 675-723: L’Occidente contro l’Oriente nella battaglia di Azio • Nel mezzo si potevano vedere le flotte di bronzo, la battaglia di Azio, e tutto intero sotto lo schieramento di Marte avresti veduto ribollire il Leucate e d'oro brillare le onde. Di qua Cesare Augusto che guida in battaglia gli Italici, insieme al senato e al popolo, i Penati e i grandi dèi, ritto sull'alta poppa; le sue tempie esultanti emettono due fiamme gemelle e sul suo capo riluce la stella del padre. Non lontano, con i venti e gli dèi favorevoli, Agrippa guida in piedi la flotta; a lui, superba insegna di guerra, le tempie risplendono della corona navale rostrata. Di là, con un esercito di barbari e con armi diverse Antonio, vittorioso sui popoli dell'Aurora e sul Mar Rosso, trascina con sé l'Egitto e le forze d'Oriente e la remota Battra, e lo segue (orrore!) la sposa egizia. S'avventano tutti insieme l'un contro l'altro e il mare intero spumeggia, sconvolto dal ritrarsi dei remi e dai rostri tricuspidi. 17

  18. Virgilio, Eneide, VIII, 675-723: L’Occidente contro l’Oriente nella battaglia di Azio • Si dirigono al largo: crederesti che navighino divelte tra i flutti le Cicladi o che con monti eccelsi si scontrino altri monti, tanto grande è la mole delle poppe turrite, irte di uomini. Scagliano a mano stoppa ardente e con archi fulminanti saette, le distese di Nettuno rosseggiano d'una strage mai vista. La regina nel mezzo richiama le schiere col patrio sistro e ancora non vede alle sue spalle una coppia di serpenti che l'attende. Mostri divini d'ogni specie e Anubi che latra impugnano i dardi contro Nettuno, Venere e Minerva; infuria in mezzo alla lotta Marte, cesellato in ferro, e le Furie sinistre che vengono giù dall'etere; avanza esultante la Discordia col mantello stracciato e la segue Bellona col flagello sanguinante. Dall'alto, guardando gli eventi, Apollo aziaco tendeva l'arco; per terrore di lui, tutti gli Egiziani, gli Indiani, tutti gli Arabi e i Sabei, volgevano il dorso. 18

  19. Il sistro • Uno strumento a percussione particolarmente utilizzato nelle cerimonie cultuali dell’antico Egitto, in onore delle dee Bastet e Hathor. • In età greca e romana è soprattutto associato alla dea Iside.

  20. Il sistro, attributo tipico di Iside • Statua di Iside con sistro e oinochoe, di età adrianea, dalla Villa di Adriano a Tivoli. • Oggi a Roma, Musei Capitolini.

  21. L’Italia augustea: il consolidamento dei confini settentrionali In rosa le conquiste di Augusto nell’area alpina 21

  22. Le tappe della conquista dell’area alpina • 25 a.C.: sottomissione della tribù dei Salassi, stanziati nell’odierna Valle d’Aosta, che minacciavano le comunicazioni con la Gallia. • Creazione della colonia di Augusta Praetoria a controllo della nuova conquista, che viene integrata in Italia. • L’arco trionfale di Aosta celebra l’impresa. 22

  23. Strabone, Geografia, IV, 6, 7: la campagna contro i Salassi • Fino ai tempi più recenti [i Salassi], a volte combattendo, a volte sospendendo la guerra contro i Romani, mantenevano una potenza pressoché inalterata e recavano molti danni a quanti cercavano di attraversare i loro monti con la pratica del brigantaggio … Una volta queste genti rubarono anche il denaro di Cesare e rotolarono dei massi sulle colonne di soldati, col pretesto di costruire delle strade o di gettare ponti sui fiumi. Finalmente Augusto li sottomise definitivamente e li vendette tutti come prede di guerra, deportandoli a Eporedia [l’attuale Ivrea]. Furono contati in tutto più di 36 mila prigionieri e 8 mila guerrieri; furono venduti tutti all'asta da Terenzio Varrone, il generale che li aveva sconfitti; Augusto, inviando 3 mila Romani, fondò la città di Augusta nel luogo in cui Varrone aveva posto l'accampamento e ora tutta la regione circostante è in pace fino alle vette più alte della montagna. 23

  24. Le tappe della conquista dell’area alpina • 17 a.C.: campagne contro i Camunni della Val Camonica. • 15 a.C.: inizio delle operazioni contro i Reti, che porteranno alla creazione della nuova provincia di Rezia (cui apparteneva probabilmente anche il distretto delle Alpi Graie e Pennine) • Negli stessi anni entra sotto il controllo di Roma anche il Norico (lasciato per il momento in potere di una dinastia fedele a Roma). • 14 a.C.: operazioni contro i Liguri delle Alpi marittime (provincia delle Alpi Marittime); il dinasta Cozio si sottomette a Roma e diviene governatore (praefectus) della nuova provincia delle Alpi Cozie. 24

  25. L’arco di Susa (9 a.C.) • CIL V, 7231: Imp(eratori) Caesari Augusto, divi f(ilio), pontifici maxumo (!) tribunic(ia) potestate XV, imp(eratori) XIII | M(arcus) Iulius regis Donni f(ilius) Cottius, praefectus ceivitatium (!) quae subscriptae sunt: Segoviorum, Segusinorum | Belacorum, Caturigum, Medul-lorum, Tebaviorum Adanatium, Savincatium Ecdiniorum, Vea-miniorum, | Venisamorum, Ie-meriorum Vesubianiorum, Quadiatium et ceivitates quae sub eo praefecto fuerunt. 25

  26. La celebrazione della conquista nel Tropaeum Alpium • Un grande monumento trionfale votato nel 7 a.C. per celebrare la conquista dell’area alpina da parte di Augusto. • Sorgeva a La Turbie, presso il Principato di Monaco, nel punto in cui si riteneva terminassero le Alpi. • L’iscrizione celebrativa è perduta, ma il suo testo è ricordato da Plinio il Vecchio, Storia naturale, III, 136-137: “Mi sembra opportuno inserire a questo punto l’iscrizione del trofeo delle Alpi. Eccola: «All’imperatore Cesare Augusto, figlio del divino (Cesare), pontefice massimo, salutato come imperator per 14 volte, nella sua diciassettesima potestà tribunizia, il Senato e il popolo Romano, poiché sotto la sua guida e i suoi auspici tutte le popolazioni alpine che si estendevano dal mare Adriatico fino al Tirreno sono state ridotte sotto il potere del popolo Romano [seguono i nomi di 46 popoli alpini]»”. 26

  27. Il Tropaeum Alpium di La Turbie (7 a.C.) 27

  28. Il concetto di Italia in età augustea • Nonostante la conquista dell’area alpina, anche in età augustea il concetto d’Italia rimane di natura politica: • L’Italia non è delimitata da un confine di carattere geografico (spartiacque delle Alpi). • Ma un confine di carattere politico(i territori della penisola abitati da cittadini romani). • Le alte vallate alpine, poco romanizzate anche dal punto di vista culturale, sono sottoposte al regime provinciale. 28

  29. Una definizione “in negativo” del concetto d’Italia • L’Italia non èuna provincia. • I suoi abitanti non pagano tasse dirette. • Le città dell’Italia amministrano la giustizia in modo autonomo. • In Italia non esistono guarnigioni permanenti di legionari. 29

  30. Una definizione “in positivo” del concetto d’Italia • Agli Italici è riservato il diritto di intraprendere la carriera politica e di entrare in Senato (fino a Claudio, 41-54 d.C.). • Gli Italici possono entrare a far parte delle giurie dei tribunali speciali di Roma (quaestiones perpetuae). • Gli Italici possono entrare a far parte dell’élite dell’esercito romano, le coorti pretoriane. 30

  31. Tacito, Annali, XI, 24: il discorso di Claudio in Senato sull’apertura della carriera politica ai notabili della Gallia • I miei progenitori (il più antico tra loro, Clauso, di origine sabina, fu accolto contemporaneamente nella cittadinanza romana e nel patriziato) inducono a seguire nel governo criteri analoghi ai loro, applicando qui ciò che altrove fu efficace. So bene infatti che la famiglia Giulia fu fatta venire da Alba, i Coruncani da Camerio, i Porci da Tuscolo e che, tralasciando esempi remoti, famiglie di senatori furono accolte dall'Etruria, dalla Lucania e da ogni parte d'Italia: più tardi l'Italia stessa fu ampliata fino alle Alpi, sicché non solo gli individui singolarmente, ma le terre e i popoli furono unificati nel nome di Roma […] 31

  32. Tacito, Annali, XI, 24: il discorso di Claudio in Senato sull’apertura della carriera politica ai notabili della Gallia • Quale altra scelta rovinò Sparta e Atene, pur forti nelle armi, se non il fatto di tenere lontani come stranieri i nemici sconfitti? Invece Romolo, il nostro fondatore, fu tanto più saggio, da saper considerare molti popoli, nello stesso giorno, prima nemici, poi concittadini. Vi furono stranieri tra i nostri re; l'affidamento di cariche pubbliche a figli di liberti non è, come molti erroneamente pensano, recente innovazione, ma frequente pratica dei nostri antenati. Certo i Senoni furono nostri nemici: ma Volsci ed Equi non si schierarono mai contro di noi? Fummo sconfitti dai Galli: ma demmo ostaggi anche agli Etruschi e subimmo il giogo dei Sanniti. 32

  33. Tacito, Annali, XI, 24: il discorso di Claudio in Senato sull’apertura della carriera politica ai notabili della Gallia • Eppure, a riconsiderare tutte le nostre guerre, nessuna fu conclusa così in breve quanto quella contro i Galli, e allora la pace fu duratura e leale. Ormai essi sono uniti a noi grazie ad usi, attività, parentele: contribuiscano anche con l'oro e le risorse, piuttosto che possederli per sé soli. Tutti gli istituti, o senatori, che ora son giudicati di grande antichità, furono innovazioni: le magistrature concesse ai plebei dopo i patrizi, ai Latini dopo i plebei, a tutti i popoli d'Italia dopo i Latini. Anche questo diverrà consuetudine, e ciò che oggi giustifichiamo con l'esempio del passato, sarà a sua volta di esempio. 33

  34. Il quadro amministrativo dell’Italia imperiale • Un mosaico di centinaia di comunità autonome (municipi), con un territorio variabile tra quello degli odierni comuni e delle odierne province. • I municipi sicuri della regione del Bruzio: Blanda (nei pressi di Tortora), Copia, Consentia, Petelia, Croto, Tempsa, Scolacium, Vibo Valentia, Locri, Rhegium Iulium. • Discusso lo statuto autonomo in età augustea di altri centri della regione del Bruzio. 34

  35. Le comunità dell’Italia augustea: l’esempio della regione bruzia 35

  36. La divisione dell’Italia in regiones (intorno al 7 a.C.) 36

  37. Il significato della divisione regionale augustea • La teoria Mommsen - Tibiletti: una divisione a scopi solo statistici. • La teoria De Martino - Nicolet: un quadroamministrativo per la riscossione delle tasse indirette e la gestione delle proprietà dell’imperatore. 37

  38. L’Italia imperiale: una regione senza “grande Storia” • In età imperiale le fonti letterarie raramente parlano dell’Italia: i grandi eventi politici e militari si svolgono ormai alla corte imperiale, a Roma, o alle frontiere, nelle province. • Ma la documentazione archeologica ed epigrafica, più abbondante, ci permette di conoscere molto meglio la storia istituzionale, economica e sociale e le vicende urbanistiche delle comunità dell’Italia romana. 38

  39. L’esaltazione dell’Italia nella cultura artistica: Virgilio, Georgiche, II, 173-174 • La lunga lode dell’Italia nelle Georgiche di Virgilio, che si conclude con le parole salve magna parens frugum, Saturnia tellus, magna virum (“salve grande genitrice di messi, terra di Saturno, grande madre di eroi). • Un passaggio che risente dell’influenza del genere letterario della laus Italiae. • Ma che riflette anche la funzione propagandistica che l’Italia aveva avuto nell’ultima delle guerre civili, fra Ottaviano e Antonio. • Ottaviano come il difensore dell’Italia e dei suoi valori tradizionali, contro l’orientalizzato Antonio, messosi al servizio della regina d’Egitto Cleopatra.

  40. L’esaltazione dell’Italia nella cultura artistica: i rilievi dell’Ara Pacis

  41. La discussa interpretazione del rilievo dell’Ara Pacis • La figura femminile protagonista del rilievo è stata variamente identificata: • Con la personificazione dell’Italia. • Con Tellus, la Terra madre. • Con Venere genitrice, capostipite della famiglia Giulia. • Con la personificazione della Pax Augusta, dispensatrice di prosperità. • Con Cerere, dea della fertilità. • Un’ambiguità forse voluta, per arricchire il messaggio di molti significati.

  42. I caratteri del rilievo dell’Ara Pacis • Indubbie le allusioni ai temi della prosperità e delle fertilità (che bene si accordano con le caratteristiche dell’Italia). • I fiori e i frutti sul capo della dea. • Il bue e la pecora ai piedi della dea. • Il grappolo d’uva e i melograni nel grembo della dea. • Le figure femminili sui lati, che rappresentano i venti benefici che spirano da terra e da mare.

  43. La vita economica dell’Italia romana: l’esempio del porto di Ostia • Per tutta l’età tardorepubblicana e la prima età imperiale il vero porto commerciale di Roma è Puteoli (odierna Pozzuoli). • L’approdo ad Ostia era impossibile per le grandi imbarcazioni marittime, a causa dei depositi portati dal Tevere. • Claudio (41-54 d.C.) fa costruire un grande porto artificiale a Ostia, migliorato poi da Traiano (98-117 d.C.). • Il porto era collegato con un canale al Tevere: le merci erano trasbordate su imbarcazioni fluviali e risalendo il Tevere giungevano sino a Roma.

  44. La vita economica dell’Italia romana: Claudio costruisce un porto artificiale a Ostia (Cassio Dione LX, 11, 1-4) • Quando si abbatté una grave carestia, [Claudio] si diede pensiero di provvedere non solo all'attuale mancanza di approvvigionamenti, ma di risolvere il problema definitivamente. Quasi tutto il grano per i Romani era un prodotto di importazione e il territorio alle foci del Tevere, a causa del fatto che non aveva dei punti di approdo sicuri né dei porti adatti, non consentiva loro di sfruttare le potenzialità del mare; infatti, ad eccezione delle merci importate durante la stagione estiva e immagazzinate nei depositi, nulla veniva commerciato durante il periodo invernale, e se mai qualcuno si arrischiava a viaggiare durante questa stagione, finiva con l'andare in rovina.

  45. La vita economica dell’Italia romana: Claudio costruisce un porto artificiale a Ostia • Essendo dunque al corrente di questa situazione, Claudio si accinse a costruire un porto e non cambiò neppure idea quando, nel momento in cui egli chiese un preventivo della spesa, gli architetti gli risposero: «Tu non devi costruirlo!» Così essi sperarono che, se avesse saputo in anticipo l'enormità della spesa, ne sarebbe stato dissuaso; tuttavia volle comunque prendere in considerazione un'opera all'altezza della gloria e della grandezza di Roma e la portò a compimento. Innanzitutto, dopo aver scavato un tratto non piccolo di terra, costruì un molo lungo tutta la parte circostante lo scavo e allagò l'area facendovi entrare l'acqua del mare; dopo di che nel mare stesso gettò degli argini da entrambe le parti del porto, cingendo così una vasta porzione di mare, in mezzo al quale realizzò un'isola e su di essa una torre provvista di segnale luminoso.

  46. Ostia e il suo porto

  47. La vita economica dell’Italia romana: il Piazzale delle Corporazioni di Ostia

  48. Il Piazzale delle Corporazioni di Ostia: ricostruzione

  49. Il Piazzale delle Corporazioni di Ostia: insegna di una ditta di importazione di legname

  50. I magazzini alimentari di Ostia Nell’immagine un magazzino di Ostia, con i grandi otri in ceramica (dolia) in cui erano conservati gli alimenti.

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