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Fondo Comit Costituito nel 1905, Ente Morale nel 1921, Persona Giuridica dal 1956

Fondo Comit Costituito nel 1905, Ente Morale nel 1921, Persona Giuridica dal 1956. Materiale per assemblee. Situazione precedente Mini riforma del ‘97 La riforma del ’99 Le iniziative della FABI Il verbale della Commissione Tecnica L’accordo del 10 dicembre 2004

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Fondo Comit Costituito nel 1905, Ente Morale nel 1921, Persona Giuridica dal 1956

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Presentation Transcript


  1. Fondo ComitCostituito nel 1905, Ente Morale nel 1921, Persona Giuridica dal 1956 Materiale per assemblee

  2. Situazione precedente • Mini riforma del ‘97 • La riforma del ’99 • Le iniziative della FABI • Il verbale della Commissione Tecnica • L’accordo del 10 dicembre 2004 • Perché siamo contrari a quel percorso • Liquidazione coatta: conseguenze • Le tabelle attuariali • La gestione del Fondo dal 2000 al 2004 • Le proposte FABI • La posizione di Banca Intesa

  3. SITUAZIONE PRECEDENTE • Sono trascorsi cento anni • Passate due guerre mondiali con relativi danni patrimoniali, specie su Milano • Superate crisi finanziarie gravi quali quelle petrolifere degli anni ’70 • Oggi, alcuni dicono che non esistono le condizioni per farlo proseguire nelle sue ordinarie funzioni • Siamo davvero in una situazione peggiore di quella di allora?

  4. SITUAZIONE PRECEDENTE • Il Fondo prevedeva una forte solidarietà intergenerazionale, il 25% dei contributi versati dal personale in servizio erano utilizzati per il pagamento delle pensioni. • I calcoli attuariali si basavano sulla c.d. “capitalizzazione debole” che considerava anche i contributi dei futuri assunti, si riteneva che a fronte dei pensionamenti sarebbero state fatte altrettante assunzioni, le tabelle di mortalità fornivano simulazioni troppo ottimistiche per il Fondo, in quanto l’obiettivo era pagare meno possibile. • Non esistevano i pensionamenti anticipati, anzi molti volevano rimanere in servizio oltre i 60 anni.

  5. La riforma: eventi che la determinarono • A partire dal 28/4/1993, i neo assunti, a norma del d.lgs. 124/93, non potevano più essere iscritti alle medesime sezioni. Il loro patrimonio è separato e costituisce l’insieme delle “posizioni individuali”, non alimenta più il patrimonio precedente che è indistinto tra attivi ante ‘93 e pensionati. • Avvio massiccio degli incentivi al pensionamento, determinando un abbassamento dell’età media dei pensionati. • Fine della “capitalizzazione debole” e relativo riscontro dell’insufficienza della riserva matematica dei pensionati, anche a causa delle crisi finanziarie internazionali; nel 1999 mancavano circa 800 miliardi di lire. • La discussione su cosa fare è andata avanti per troppo tempo, occorreva intervenire nel 1993, non 6 anni dopo.

  6. La mini riforma del ’97 / effetti • Il CDA del Fondo di sua iniziativa deliberò con effetto 1/1/’98: • La modifica dei coefficienti di conversione in rendita delle pensioni (-25,70); • Il blocco degli aumenti automatici delle pensioni; • La riduzione delle pensioni di reversibilità.

  7. La riforma del ’99 / accordo - effetti La riforma fu completata solo nel 2000 con la modifica dello statuto ed in particolare: • Conferma dei coefficienti di calcolo delle pensioni; • Conferma della riduzione delle pensioni di reversibilità; • Sospensione per 10 anni della rivalutazione delle pensioni; • Determinazione delle posizioni individuali sulla base di calcolo del capitale “esistente” il 31/12/97; • A ripianamento del disavanzo attuariale, contributo della banca di 150 miliardi di lire (100 per attivi con 20 anni di anzianità – 50 per riserva pensionati); • Viene introdotto il riscatto del 100% della posizione, anziché del 50%.

  8. La riforma del ’99/ Viene introdotto il riscatto del 100% della posizione e non del 50%. • Tale provvedimento avvantaggia molto la banca per i suoi scopi che di lì a poco avrebbe posto in essere, cio sarebbe servito non poco ad incentivare gli esodi attraverso il ricorso al fondo esuberi; • Il provvedimento, non previsto dal sindacato per quello scopo, penalizza enormemente il Fondo perché il 70% del patrimonio è costituito da immobili mentre gli zainetti sono in danaro; • Sarebbe stato necessario vendere gli immobili con un preciso piano, invece il processo di vendita ha subito un forte rallentamento e quasi un blocco per gli immobili ad uso commerciale.

  9. La riforma del ’99/ gli immobili • Viene previsto un tasso di rivalutazione sostenibile degli immobili del 5,5%, proprio perché la componente immobiliare è oltre il 70% del patrimonio. • Come dimostrato dalle relazioni di un pool di società incaricate dal ’98 ad oggi la rivalutazione è stata di circa il 30%, quindi anche il tasso di rivalutazione ha funzionato. • Allo scopo di “raggiungere un rapporto più equilibrato” tra immobili e componente liquida si decide di massimizzare il rendimento e dismettere il patrimonio immobiliare. • Come già detto l’accordo voluto dalle fonti istitutive non è stato adempiuto nei termini concordati.

  10. RISERVA MATEMATICA PENSIONATI 486 MIL EURO CIRCA PATRIMONIO NECESSARIO PER PAGARE NEL TEMPO LE PENSIONI SOLO IMMOBILI QUOTA “A” GESTIONE VECCHI ISCRITTI ANTE 28.4.93 167 MIL EURO CIRCA SEGMENTO DELLA POSIZIONE INDIVIUDUALE MATURATA AL 31.12.97 SOLO IMMOBILI La riforma del ’99 / Le gestioniDalla riforma scaturiscono le seguenti gestioniGESTIONE VECCHI ISCRITTI

  11. INTERE POSIZIONI INDIVIDUALI DEI “NUOVI ISCRITTI” POST 28 APRILE 1993 QUOTA “B” DELLA POSIZIONE DEI VECCHI ISCRITTI CONTRIBUTI DAL 1.1.98 PARI A 227 MIL. DI EURO AL 31.10.2004 La riforma del ’99 / Le gestioniGESTIONE ORDINARIA ESISTE ANCHE LA GESTIONE INVALIDITA’ E PREMORIENZA EURO 0.1 MILIONI

  12. SECONDO LA BANCA E I SINDACATI, L’ADOZIONE DELLA RIFORMA “HA CONSENTITO DI RAGGIUNGERE UNA SITUAZIONE TECNICA-ATTUARIALE DI EQUILIBRIO” TANTO E’ VERO CHE LA BANCA ASSUME DA SEMPRE LA DIREZIONE E LA PRESIDENZA DEL FONDO NONCHE’ LA GESTIONE ANCHE ATTRAVERSO I PROPRI SERVIZI DA ALLORA LOCAZIONI, GESTIONE PATRIMONIO MOBILIARE (NEXTRA), ATTUARI E CONSULENZE, DIRETTORE E PRESIDENTE, SONO TUTTI DI NOMINA O GESTIONE BANCA

  13. La gestione del Fondo dal 2000 al 2004 • Fino al 2003, nei bilanci non compare alcuna preoccupante segnalazione • Bilancio 2000 – il CdA non aumenta la parte azionaria dal 20% al 30% perché rischioso; • Bilancio 2001 – l’impatto negativo dei mercati finanziari è definito “contenuto”; • Bilancio 2002 – rendimento + 12,11%, anche se la parte mobiliare (Nextra) è negativo, il disavanzo di Euro 10,5 Milioni è definito irrilevante; il CdA non ritiene di avvisare la COVIP; • Bilancio 2003 – prosegue il rendimento negativo della componente mobiliare, si aggrava il problema di liquidità a causa del fondo esuberi (1300 esodi). Il rendimento complessivo è comunque positivo e superiore al tasso tecnico del 5,5%. Il disavanzo ammonterebbe a 28,5 milioni di euro su un patrimonio superiore ai 1,2 miliardi di euro.

  14. La gestione del Fondo dal 2000 al 2004 / Cosa non è stato fatto • L’accordo del ’99 ha funzionato; • Lo squilibrio dipende in massima parte dagli esodi massicci; • Esiste solo un contingente problema di liquidità; • Non si è provveduto, come invece era prescritto, a vendere gli immobili nei termini concordati; • Non si è provveduto a suddividere quello che anche la COVIP definisce unico patrimonio nonostante la separazione contabile tra le diverse sezioni; • Come si può pretendere di pagare migliaia di zainetti e le pensioni senza una dismissione pianificata del patrimonio immobiliare? • Anzi nel corso del 2004 il piano di dismissione immobiliare viene addirittura bloccato, così come vengono bloccati alcuni rogiti, perché? NON RESTA CHE ATTRIBUIRE LE COLPE DECRETO URBANI…

  15. Le iniziative della FABI in questi anni • Immediatamente dopo la firma dell’accordo del ‘99 abbiamo monitorato con attenzione il comportamento del Consiglio del Fondo. • Le nostre preoccupazioni: • Il Consiglio avrebbe dovuto essere paritetico; • Invece la banca ha da sempre la maggioranza, perché la presidenza è sempre affidata alla stessa e il voto del Presidente vale doppio per statuto, anche se non previsto nell’accordo del ’98; • Il mancato avvio del piano di liquidazione degli immobili; • La non separazione del patrimonio e il conseguente conflitto tra posizioni inconciliabili, cioè tra gestioni con fini opposti (pagamento di rendite e pagamento di somme in conto capitale); • La crisi di liquidità provocata principalmente dagli esodi incentivati.

  16. Le iniziative della FABI in questi anni • Valutati i possibili rischi e l’inerzia del Consiglio, abbiamo sensibilizzato i lavoratori, le altre OO.SS. e la Banca ad un sollecito esame della situazione e all’adempimento degli obblighi previsti dell’accordo del ’99 (vendita immobili) • La nostra prima circolare fu del novembre 2002 nella quale denunciavamo gli inadampimenti del Consiglio • Dopo una serie di tentativi si riuscì a costituire un Commissione Tecnica che aveva il compito di individuare le possibili soluzioni alle criticità che avevamo evidenziato nella ns. circolare

  17. Il verbale della Commissione Tecnica 18/3/04 • Scongiurare il blocco del Fondo a causa della decadenza di numerosi consiglieri dal successivo 1° aprile 2004 e avvio delle elezioni. • Confluenza, su base volontaria, delle posizioni del personale in servizio ante e post ’93 ad altro Fondo negoziale dotato dei requisiti definiti dalle parti. • Offerta, senza obbligo di accettazione, a pensionati e “differiti” di un importo in linea capitale definito in base alla rendita percepita e all’età, con il limite massimo dell’ammontare della riserva matematica. • Maggiore efficienza gestionale ed amministrativa sulle vendite e locazioni. • Ad esito dell’operazione, senza condizionamenti e limiti di tempo, scioglimento del Fondo. • Attuazione mediante apposito accordo tra le fonti istitutive subordinata all’approvazione della COVIP.

  18. L’operazione in apparenza semplice, comportava un percorso, per noi, delicato Garanzie finanziarie sull’esito del risultato economico realizzato Vendita dell’intero patrimonio Adesione volontaria dei pensionati Adesione volontaria degli attivi al trasferimento c/o FAPA Gruppo La FABI inoltre chiede: Ampia condivisione delle parti coinvolte, Pensionati e Lavoratori Massima trasparenza nelle informazioni L’ottimizzazione del realizzo dalla vendita degli immobili (richiesta che si scontra con la verndita in blocco) Il verbale della Commissione Tecnica / il mancato accordo dell’aprile 2004

  19. Il verbale della Commissione Tecnica / il mancato accordo dell’aprile 2004 Constatata: • la mancanza delle garanzie economiche • l’incertezza e l’indeterminatezza del realizzo derivante dalla vendita del patrimonio immobiliare • le forti pressioni a prendere decisioni senza alcuna consultazione di lavoratori e pensionati • la dichiarata necessità e l’urgenza di chiudere il Fondo Abbiamo sospeso ogni confronto e convocato d’urgenza tutti i quadri sindacali che rappresentano la realtà ex Comit. Da allora e sino al 23/11/2004 nessun incontro fu mai convocato. In realtà si voleva stravolgere la tipica funzione del Fondo senza dare la benché minima informazione a lavoratori e pensionati e senza neppure cercare il consenso. La FABI non fa queste operazioni. E’ come se i soldi versati dagli iscritti fossero roba loro.

  20. L’accordo del 10 dicembre 2004 • Successivamente al fallito tentativo della primavera scorsa la banca comunica, a partire da giugno, la volontà di porre comunque in liquidazione coatta il fondo, anche senza specifico accordo e sempre tramite uno o più Commissari. Ci viene comunicato altresì che il CdA di Banca Intesa ha già deliberato in tal senso. • Più volte, dal mese di giugno abbiamo puntualmente informato i lavoratori delle bellicose intenzioni aziendali, confermate anche dalla chiara dichiarazione dell’a.d. Passera del mese di settembre. Solo allora si manifesta una apparente sorpresa delle altre OO.SS., fino a quel tempo silenziose, quando il commissariamento era noto da tempo.

  21. L’accordo del 10 dicembre 2004 • Nel frattempo si è provveduto ad eleggere il nuovo Consiglio che si riunisce la prima volta il 29 settembre. • La FABI elegge 2 consiglieri, 1 sindaco e contribuisce all’elezione del consigliere in rappresentanza dei pensionati. • Il Consiglio, con il voto anche di alcuni rappresentanti eletti dai lavoratori delle altre OO.SS., ritiene, sulla base di un parere di noto avvocato aziendale, che i requisiti di professionalità di un nostro eletto non siano completi e quindi non lo ammette, pensate che da anni ricopre la medesima carica in altro fondo del gruppo. La cosa comincia a insospettirci. Non ci vogliono, siamo scomodi. • Fatta l’epurazione, convocato un nuovo Consiglio senza esaminare alcun dato la banca chiede di inviare alla COVIP la richiesta di “liquidazione coatta”. • Da quel momento ci siamo mobilitati. Tutta la FABI ha contribuito a far emergere il problema tramite comunicati ed i giornali.

  22. L’accordo del 10 dicembre 2004 • La banca, visto il forte imbarazzo anche delle altre OO.SS., in apparenza si ferma e chiede alle fonti istitutive di confrontarsi per pervenire ad una soluzione. • Il vero obbiettivo non è però mai mutato, chiudere il fondo tramite il commissariamento.

  23. L’accordo del 10 dicembre 2004 La FABI per l’ennesima volta ha chiesto: • di non commissariare il Fondo; • risolvere in via prioritaria il problema della carenza momentanea di liquidità; • eventualmente adottare misure idonee a riequilibrare la riserva dei pensionati oggi carente per soli 28,5 milioni di euro su oltre 700 milioni circa di patrimonio immobiliare; • garanzia economica di Banca Intesa nel caso in cui, al termine del processo di dismissione del patrimonio immobiliare, si concretizzino ricavi inferiori alle attese.

  24. L’accordo del 10 dicembre 2004 La Banca e tutti gli altri sindacati hanno invece incredibilmente sottoscritto un accordo che prevede: • di esautorare il Consiglio del Fondo e di attivare ogni iniziativa affinché COVIP proceda direttamente oppure deleghi(!?) le Fonti Istitutive firmatarie dell’accordo, a nominare uno più Commissari Straordinari; • di realizzare la vendita degli immobili e ripartire “salvo realizzo” il ricavato; • di attivare misure immediate contrarie alla “par condicio” quali la soppressione delle anticipazioni alla data del 10 dicembre 2004; sospensione dal 1 gennaio 2005 di ogni ulteriore esborso in favore degli iscritti creditori degli zainetti; • Sospensione di ogni forma di erogazione delle pensioni dal 1° aprile, anticipandone una quota in conto capitale pari al 75%, 50%, 50% nei mesi di gennaio, febbraio e marzo; • Trasferimento collettivo della quota B, cioè i contributi dal ’98 in poi, nel FAPA di Gruppo; • Nessuna possibilità di riscatto della posizione individuale; • Il rischio finanziario dell’operazione è stato scaricato esclusivamente sulle spalle dei pensionati e dei lavoratori che vedono ulteriormente in pericolo i loro risparmi, già pesantemente ridotti nel 1999 (altro che previdenza integrativa!); • l’assenza completa della Banca nel dare garanzie ai risparmi dei propri dipendenti e pensionati, mentre, viceversa, interviene con 160 milioni di euro a favore della clientela per i casi Cirio/Parmalat e restituisce i soldi anche ai clienti tramite le conciliazioni e le associazioni che tutelano i consumatori, ad eccezione dei dipendenti di Banca Intesa (come mai?).

  25. Il Commissario, dice la Covip nella sua del 23/12, è necessario se: Sussistono gravi irregolarità, gravi violazioni di legge, amministrative e statutarie Siano previste gravi perdite del patrimonio (dai calcoli dell’attuario Prof. ORRU risulta che, verso il 2020, lo squilibrio nella riserva dei pensionati ammonterebbe a 28,5 mil.euro) Vi sia richiesta motivata del Consiglio o dell’assemblea degli iscritti La COVIP, di conseguenza, come già la Fabi, ha respinto la richiesta di commissariamento Perché siamo contrari a quel percorso / il commissario

  26. Perché siamo contrari a quel percorso / il commissario • La banca dice di volere un commissario straordinario che provveda alla liquidazione. Non è possibile perché in quel caso potrebbe indire solo nuove elezioni per impedimenti del Consiglio e procedere all’ordinaria amministrazione senza alcun potere particolare, cioè sostituirebbe solo il Consiglio • Per attuare il piano aziendale/sindacale occorrerebbe modificare lo statuto e sottoporlo all’approvazione della COVIP (lo ha già respinto !?) • E poi, ammettendo per assurdo, che il Commissario segua quanto indicato nell’accordo, se qualche cosa andasse male, chi paga? il Commissario, la Banca, o le OO.SS.LL.?

  27. Vogliono far apparire uno stato di insolvenza inesistente Esiste, invece, solo un problema di liquidità dovuto principalmente all’utilizzo dell’esodo voluto dalla banca I fondi con beni immobili possono avere problemi di liquidità, infatti qui la componente immobiliare è del 70% In questo caso, essendo il Fondo Comit un fondo preesistente, è possibile ricorrere anche ad un prestito, oppure utilizzare, in attesa di vendita di immobili, il danaro giacente sui conti di altre sezioni del fondo. Anche la Covip suggerisce questo percorso, peraltro già attuato dal Fondo Cariplo Ci sono conti in bilancio con oltre 200 milioni di euro tra titoli e danaro, gli immobili valgono circa 700 milioni di euro Perché siamo contrari a quel percorso / inesistenza dello stato di insolvenza – carenza di liquidità

  28. Perché siamo contrari a quel percorso / vendita immobili e violazione libertà individuale • Gli immobili, in base all’accordo, verrebbero venduti e il realizzo ripartito tra pensionati e lavoratori, senza che sia conosciuto con quali criteri e modalità. • Nessuna garanzia verso coloro che hanno già subito un pesante taglio nel 1999, ai quali, Sindacati e Banca, fecero credere che nulla di negativo sarebbe più accaduto. • E’ violata la libertà di adesione alla previdenza complementare, prevista dal d.lgs. 124/93, in ogni aspetto • Non viene offerto un capitale ai pensionati che vogliano optare e uscire definitivamente dal fondo, ma coercitivamente gli è stata annullata la pensione senza alcuna possibilità di scelta • La parte “liquida” delle posizioni individuali viene trasferita forzatamente al FAPA di Gruppo, operazione che tra l’altro toglie ulteriore liquidità al fondo spingendolo verso il collasso. Sono in gioco vostri diritti soggettivi, voi avete aderito individualmente e volontariamente al fondo all’epoca della riforma. Tutto in contrasto con i lavori della Commissione Tecnica del marzo scorso.

  29. Vengono alimentate sperequazioni di trattamento tra chi ha fruito, fino alla fine del 2004, di anticipazioni e pagamento di zainetti ed i restanti iscritti che subiranno il rischio di minusvalenze. Si cerca di eludere il fatto che le gestioni mobiliare e immobiliare hanno una mera differenziazione contabile ma formano un unico patrimonio; in caso di liquidazione ad opera del commissario, cui non si potrà imporre nulla se non applicare la legge, non sarà possibile rassicurare una categoria o l’altra e far ricadere soltanto su alcuni le risultanze negative (disavanzi patrimoniali). Perché siamo contrari a quel percorso / sperequazioni e unicità del patrimonio

  30. Se la banca e le altre OO.SS., con l’approvazione del C.d.A. del Fondo, dovessero attuare il progetto di liquidazione, malgrado il chiaro parere negativo COVIP, cosa succede? Se nessun prestito sarà richiesto, permarrebbe la carenza di liquidità, che verrebbe ulteriormente aggravata dal fatto che dal Fondo i soldi degli attivi quota “B” passerebbero al FAPA di Gruppo. I pensionati, a seguito della sospensione del pagamento delle pensioni, chiederanno l’intervento del Giudice, ma non essendoci la liquidità necessaria, al C.d.A. nopn rimane che dichiarare lo stato d’insolvenza. Quindi: nomina del Commissario da parte del tribunale liquidazione coatta amministrativa = fallimento. LIQUIDAZIONE COATTA COSA SUCCEDE

  31. LIQUIDAZIONE COATTA: CONSEGUENZE • Interruzione immediata di qualsiasi pagamento/prestazione • Poteri di revocatorie al Commissario per violazioni di par condicio fatte valere dagli iscritti • Azione di responsabilità nei confronti degli Amministratori del Fondo (negligenze amministrative, mancata tempestiva dismissione del patrimonio immobiliare a fronte del previsto ricorso agli esodi anticipati,…) • Responsabilità più accentuata per la banca perché: controlla il fondo attraverso il voto doppio del Presidente; gestisce direttamente gli immobili (vendite, locazioni); amministra le risorse mobiliari; organizza le consulenze giuridiche ed attuariali che sono la base delle successive decisioni del Consiglio.

  32. LE TABELLE ATTUARIALI • Lo studio attuariale, che fornisce la speranza di vita di ogni pensionato e che determina l’ammontare del patrimonio da accantonare per garantire il pagamento delle rendite, è lo stesso del 1999. • Oggi, lo stesso studio, fornisce una relazione nella quale fa una stima della speranza di vita più vantaggiosa rispetto a quella degli anni precedenti, nonostante si tratti del medesimo gruppo di persone (popolazione chiusa) di cui si conosce tutto, sesso, età e nucleo famigliare. • Si viene a creare in questo modo il disavanzo tecnico futuro di 28,5 mil. di euro, su un patrimonio di 900 mil. di euro.

  33. Le proposte della FABI LE NOSTRE PROPOSTE, TRA LE QUALI OCCORRE PONDERARE LA SCELTA, POSSONO ESSERE ALTERNATIVAMENTE COSI’COMBINATE: • Eseguire le vendite immobiliari seguendo i suggerimenti delle società specializzate che hanno già rilasciato utili relazioni con l’obiettivo di ottimizzare i risultati. • Ricorrere al prestito interno o esterno per risolvere il problema della liquidità. • Facoltà, non obbligo, per ogni singolo iscritto, attraverso il consenso espresso, di riscattare o trasferire a fondo aperto o a forma pensionistica complementare individuale la propria posizione. • Offerta una-tantum, su basi volontarie, ai pensionati e differiti di un importo in linea capitale in alternativa alla rendita.

  34. Le proposte della FABI • Mantenimento della par condicio tra iscritti. • Possibilità di sospendere, per un periodo determinato, una quota della pensione (es. 15%). • NON ELIMINAZIONE del pagamento delle rendite, anche l’associazione pensionati l’aveva previsto nella sua lettera del 6 ottobre ’04 inviata alla COVIP. • Allungare, temporaneamente, i tempi previsti per la liquidazione dello zainetto a coloro che lasciano l’Azienda. • Sopprimere/ridurre la percentuale legata alla reversibilità, con verifica preventiva dell’impatto sulla riserva matematica.

  35. LA POSIZIONE DELLA BANCA • LA BANCA VORREBBE SFUGGIRE ALLE PROPRIE RESPONSABILITA’ LEGATE ALLA GESTIONE DEL FONDO (mancata vendita degli immobili, ricorso massiccio agli esodi anticipati con pesanti ripercussioni sulla liquidità del Fondo, scarso rendimento della gestione mobiliare, difficolta’ nelle locazioni) SPERANDO CHE UN EVENTUALE COMMISSARIO LIQUIDATORE NON LA CHIAMI IN CAUSA SU TUTTE QUESTE INADEMPIENZE. • INFINE VORREBBE SCARICARE TUTTI I RISCHI DELLA LIQUIDAZIONE SUGLI ISCRITTI.

  36. NOI DICIAMO BASTA AI SACRIFICIABBIAMO GIA’ DATO! SUGGERIAMO AGLI ISCRITTI AL FONDO DI DIRE: • BASTA ACCOLLARSI NUOVE PESANTI PENALIZZAZIONI, • ABBIAMO ABBONDANDEMENTE PAGATO! • BASTA RISPONDERE DEGLI ERRORI ALTRUI!

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