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I anno Corso di Laurea in fisioterapia MALATTIE DELL’APPARATO LOCOMOTORE

Università degli Studi di Siena Dipartimento di Scienze Radiologiche, Ortopedico-Riabilitative ed Otorinolaringoiatriche Clinica Ortopedica e Traumatologica Direttore: Prof. P. Ferrata. I anno Corso di Laurea in fisioterapia MALATTIE DELL’APPARATO LOCOMOTORE. Fratture: generalità.

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I anno Corso di Laurea in fisioterapia MALATTIE DELL’APPARATO LOCOMOTORE

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Presentation Transcript


  1. Università degli Studi di Siena Dipartimento di Scienze Radiologiche, Ortopedico-Riabilitative ed Otorinolaringoiatriche Clinica Ortopedica e Traumatologica Direttore: Prof. P. Ferrata I anno Corso di Laurea in fisioterapia MALATTIE DELL’APPARATO LOCOMOTORE Fratture: generalità Dr.CRAINZ Edoardo

  2. Lesione traumatica prodotta dalla violenta compressione di un agente esterno sulla superficie del corpo, oppure dall’urto del corpo spinto contro un ostacolo Contusione Trauma a bassa energia: lesione del sottocute con le sue terminazioni vascolari e nervose Trauma ad alta energia: lesione del sottocute + masse muscolari, vasi ematici, tronchi nervosi

  3. Ecchimosi: stravaso ematico modesto con infiltrazione del tessuto sottocutaneo Trauma a bassa energia Ematoma: stravaso emorragico con tendenza ad infiltrare i tessuti e raccogliersi in cavità accidentali

  4. Grado I: Rottura dei capillari cutanei e sottocutanei con lievi emorragie interstiziali (ecchimosi) Grado II: Rottura dei vasi più importanti con raccolta di sangue in focolai e cavità (ematomi) Grado III-IV: Gravi lesioni a carico dei vasi arteriosi e venosi e delle masse muscolari, che non tendono alla guarigione ma alla necrosi Classificazione di Dupuytren

  5. La cute si presenta iperemica ed arrossata, raramente ischemica. L’ecchimosi si evidenzia rapidamente (poche ore) nelle contusioni lievi con rottura dei vasi superficiali, più tardivamente (3-4 giorni) se l’insulto interessa i tessuti più profondi. Il dolore è immediato, di variabile intensità in rapporto alla sede ed alla intensità del trauma. Sollievo dopo qualche ora. Il rialzo termico, non sempre presente, è a carattere immediato o tardivo. Il primo dovuto a reazione nervosa riflessa, il secondo dovuto a reazione contro i prodotti riassorbiti dallo stravaso ematico. Sintomatologia

  6. Forme lievi: Borsa del ghiaccio, FANS Forme gravi: Drenaggio della raccolta ematica, bendaggio compressivo, riposo, arto in scarico Terapia

  7. Lesioni traumatiche dei muscoli Traumi ad alta energia Gamma di lesioni che vanno dalla infiltrazione ematica del muscolo alla frammentazione e necrosi di alcuni fasci muscolari Sintomatologia:Dolore locale, difficoltà alla contrazione del muscolo interessato Terapia:Riposo, borsa del ghiaccio, FANS,ciclo di FKT

  8. Miosite ossificante post traumatica:ossificazione intramuscolare che si verifica dopo un trauma, dovuta a metaplasia del tessuto connettivale proveniente dall’organizzazione dall’ ematoma Complicanze Ernia muscolare:fuoriuscita del muscolo dalla lesione della fascia Rigidità:escursione articolare ridotta, dovuta al non uso dell’articolazione rimasta immobilizzata per la sintomtologia dolorosa o per fenomeni aderenziali tra i piani di scorrimento interfasciali

  9. Insieme delle lesioni capsulo-legamentose determinate da un movimento fisiologico forzato oppure da un escursione articolare abnorme, che si traduce nella perdita parziale e temporanea deirapporti di superfici articolari contigue, contrarimente a quanto si osserva nelle lussazioni dove la dislocazione è permanente Distorsioni Sedi più colpite: A)Tibio-peroneo-astragalica B) Ginocchio C) Radiocarpica D) Gomito E) Spalla F) Metacarpo-falangee G) Interfalangee

  10. Distorsioni lievi:Rappresentate da semplice distensione dei legamenti o della capsula, da lacerazioni parcellari di alcuni fasci fibrosi, etc. Distorsioni gravi: Sono comprese le rotture a tutto spessore di uno o più legamenti,le loro disinserzioni con eventuale strappamento della corticale ossea sulla quale si inseriscono, le lesioni capsulari, etc. Anatomia Patologica Sintomatologia • Dolore nei punti di inserzione o sul decorso dei legamenti • interessati, suscitato dalla digitopressione o dalle sollecitazioni • Tumefazione dell’articolazione, per emartro o per infiltrazione nei • tessuti molli periarticolari • Eventuali segni di lassità articolare, in dipendenza alla lacerazione • completa di uno o più legamenti

  11. Complicazioni Distorsioni lievi: Benigna Distorsioni gravi: Lassità articolare, traumi distorsivi recidivanti, alterazioni artrosiche Terapia • -Riposo • -Borsa del ghiaccio • FANS • Immobilizzazione • - FKT

  12. Generalità sulle fratture degli arti

  13. Generalità Sulle Fratture Frattura: Interruzione della continuità di un osso di origine: - traumatica (intensità della sollecitazione esterna > resistenza osso) - patologica (è la diminuita resistenza dell’osso la causa della frattura) - chirurgica (interruzione provocata a scopo terapeutico)

  14. PATOGENESI Fratture per trauma diretto:interruzione nel punto di applicazione dell’ agente traumatizzante Fratture per trauma indiretto:interruzione a distanza dal punto di applicazione della forza

  15. Meccanismo delle fratture • Traumatismo diretto • Fratture trasversali, comminute. • Contusioni, lesioni delle parti molli • Traumatismo indiretto • Torsione • Fratture spiroidi

  16. Fratture trasversali • Spostamento • Angolazione • Rotazione • Traslazione • Sovrapposizione

  17. Fratture trasversali Frattura metafisaria bassa delle 2 ossa della gamba molto scomposta

  18. Frattura diafisaria a farfalla

  19. FRATTURE PER TRAUMA INDIRETTO Fratture per flessione Fratture per torsione Fratture per compressione Fratture per strappamento

  20. Fratture spiroidi da torsione Tratto di frattura ± lungo - deformazione in rotazione

  21. Fratture spiroidi da torsione La deformazione è importante. I frammenti possono minacciare la pelle

  22. Fratture a due livelli

  23. Fratture meta-epifisarie

  24. Fratture meta-epifisarie

  25. Deformazioni delle fratture

  26. Deformazioni delle fratture

  27. Fratture articolari

  28. SINTOMATOLOGIA DELLE FRATTURE Soggettivi: dolore, impotenza funzionale. Oggettivi: deformità della regione, stravaso sanguigno, mobilità preternaturale, crepitio.

  29. DIAGNOSI Anamnesi Sintomatologia Esame Rx in AP ed LL

  30. Fratture diafisarie • Fratture metafisarie • Fratture epifisarie ANATOMIA PATOLOGICA Sede delle fratture nelle ossa lunghe

  31. ANATOMIA PATOLOGICA Fratture complete: Interruzione completa del diametro dell’osso Fratture incomplete: Interruzione parziale del diametro dell’osso

  32. FRATTURE COMPLETE Fratture trasversali Fratture oblique Fratture spiroidi Fratture complesse Fratture comminute

  33. FRATTURE COMPLETE Fratture composte: I frammenti di frattura restano a mutuo contatto o addirittura compenetrati tra loro Fratture scomposte: I frammenti di frattura hanno subito uno spostamento

  34. FRATTURE SCOMPOSTE Spostamento trasversale “ad latus” Spostamento longitudinale “ad longitudinem” Spostamento angolare “ad axim” Spostamento rotatorio “ad peripheriam

  35. FRATTURE INCOMPLETE A legno verde Infrazioni Infossamenti

  36. Classificazione AO delle ossa lunghe

  37. FRATTURE ESPOSTE Comunicazione con l’esterno del focolaio di frattura in seguito alla lesione dei comuni tegumenti. Tale comunicazione si può verificare con due meccanismi diversi: È l’agente vulnerante che tagliando, contundendo o penetrando nei tessuti molli raggiunge l’osso e lo frattura. Sono i frammenti della frattura che perforano i comuni tegumenti dal dentro in fuori.

  38. FRATTURE ESPOSTE Classificazione di Gustilo TIPO I Trauma a bassa energia con minimo danno dei tessuti molli e piccola ferita (< 1cm); lieve comminuzione. TIPO II Trauma a media energia con danno dei tessuti molli e lacerazione tra 1 e 10 cm; moderata comminuzione. TIPO IIIA Traumi ad alta energia con ampia lacerazione dei tessuti molli o flaps, ma sufficiente copertura ossea. TIPO IIIB Ampia perdita di sostanza. TIPO IIIC Lesioni vascolari che necessitano la riparazione per la sopravvivenza dell’arto.

  39. FRATTURE CHIUSE CON LESIONE DEI TESSUTI MOLLI Classificazione diTscherne GRADO O Nessuna lesione delle parti molli. GRADO 1 Abrasione o contusione superficiale. GRADO 2 Abrasione profonda e contaminata con danno contusivo della cute e dei muscoli. GRADO 3 Estesa contusione o schiacciamento della cute o dei muscoli.

  40. Esposizione cutanea • dall’interno all’esterno • dall’esterno all’interno • 3 stadi Rischio settico alto

  41. Fratture esposte Classificazione di Gustilo

  42. Grado 0 Nessuna lesione delle parti molli. Grado 1 Abrasione o contusione superficiale. Grado 2 Abrasione profonda e contaminata con danno contusivo della cute e dei muscoli. Grado 3 Estesa contusione o schiacciamento della cute o dei muscoli. Classificazione di Tscherne

  43. Complicanze vascolari Palpazione del polso Doppler o arteriografia: Sezione, compressione, dissezione dell ’intima Arterie distali Grossi tronchi arteriosi

  44. CALLO OSSEO NORMALE SEQUENZA DI GUARIGIONE DELLA FRATTURA • 5 STADI: • Ematoma e processo infiammatorio • Angiogenesi e condrogenesi • Calcificazione della cartilagine • Rimozione della cartilagine • Formazione di osso • Rimodellamento osseo

  45. Stadio 1: L’ematoma - La reazione infiammatoria (dal primo al 20° giorno) • Ogni focolaio di frattura viene invaso da un ematoma • Questo ematoma si traforma rapidamente e si organizza con la comparsa di nuovi vasi provenienti dai tessuti sani circostanti • L’ematoma viene sostituito a poco a poco da tessuto fibroso vascolarizzato. La proliferazione cellulare è già intensa 24 ore dopo il trauma • I monconi ossei sono devitalizzati per molti millimetri

  46. Stadio 2: Il callo di congiunzione(Dal 20° al 30°) • Il focolaio di frattura acquisisce a poco a poco una certa stabilità grazie allo sviluppo del callo fibroso: si "invischia". • La mobilità diminuisce, le fibre collagene sono rimpiazzate da sali minerali che si depositano. Il tessuto fibro-vascolare presenta una metaplasia cartilaginea e poi ossea che definisce il callo primario. • L'apporto vascolare aumenta la tensione d'ossigeno responsabile della transformazione dei condrociti periferici in osteociti. Inoltre compaiono degli osteoclasti che cominciano a riassorbire le estremità ossee devitalizzate. • Nello stesso tempo, ha inizio un’attività identica nel midollo.

  47. Consolidamento osseo: il callo

  48. Il callo osseo si sviluppa anche in caso di spostamento, a condizione che sia di modesta entità

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