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Approfondimenti in Scienze Infermieristiche Endoscopia Pediatrica

Approfondimenti in Scienze Infermieristiche Endoscopia Pediatrica. I.P. Coord. Anna Ascione I.P. Francesca Cecere I.P. Daniela De Vita . Il Ruolo attuale dell’Infermiere in endoscopia: Compiti e Responsabilità. Endoscopia Diagnostica Pediatrica. Strumentario.

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Approfondimenti in Scienze Infermieristiche Endoscopia Pediatrica

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Presentation Transcript


  1. Approfondimenti in Scienze InfermieristicheEndoscopia Pediatrica I.P. Coord. Anna Ascione I.P. Francesca Cecere I.P. Daniela De Vita Il Ruolo attuale dell’Infermiere in endoscopia: Compiti e Responsabilità

  2. EndoscopiaDiagnosticaPediatrica

  3. Strumentario La caratteristica peculiare dello strumentario per la Esofagogastroduodenoscopia, pediatrica, oltre che il calibro ridotto (diam. 6mm e canale operativo 2.2 mm, contro 9 mm e 2,8 per gli adulti), è la sezione orientabile più breve che permette di superare agevolmente i tratti più angolati, anche nei neonati e prematuri.

  4. In età pediatrica si è ampiamente diffusa la pratica dell’esplorazione endoscopica dell’apparato digerente • sia per la diagnosi che per la terapia di numerose patologie del tratto digestivo e in particolare in pazienti affetti da handicap neurologici nei quali si associano quasi sempre grosse problematiche della funzionalità esofago-gastrica. Esofagite da reflusso

  5. Strumentario Per la RCS Rettocolonscopia, oltre che lo strumentario pediatrico, nei neonati, in estremis, si può anche utilizzare un gastroscopio, avendo particolare cura nella progressione. Per la ERCP Colangeopancreatografia retrograda endoscopica, si può ordinare un duodenoscopio pediatrico, a visione laterale, del diametro di 7,5 mm, ma la pratica di tale esame è limitata ai centri ad elevata esperienza, al fine di evitare complicanze.

  6. Ecoendoscopia Ecografia delle strutture interne attraverso la parete intestinale, con l’ausilio di strumenti endoscopici dotati di sonde ecografiche all’estremità, o con l’ausilio di speciali sonde ultrasottili “Minisonde”, inserite all’interno dei comuni endoscopi. INDICAZIONI: per individuare • Malattie Infiammatorie Croniche del neonato (MICI); • alcune forme di Gastrite o di Celiachia; • esofagite Eosinofila.

  7. Ecoendoscopia • L’ecoendoscopia consente la definizione diagnostica di lesioni di qualsiasi natura, site sia all’interno della parete gastrointestinale che nelle strutture adiacenti, consentendo l’effettuazione di prelievi di tessuto per l’esame istologico. • Solo nei pazienti più grandi si possono utilizzare gli “Endoscopi Lineari”, con la possibilità di eseguire prelievi bioptici anche di tessuti extraintestinali (pancreas, retroperitoneo, mediastino).

  8. Biopsia per via Endoscopica • Notevole importanza assume la corretta esecuzione del prelievo bioptico. • I frammenti prelevati andranno immersi nella soluzione di fissaggio, indicata dall’Istologo, per il quale sarà indispensabile la precisa descrizione della sede del prelievo, per una esatta valutazione istologica.

  9. Ileoscopia con videocapsula Si realizza mediante una videocamera, della lunghezza di circa due cm che, deglutita, passa rapidamente lungo tutto il tubo digerente, inviando immagini ad un registratore che il paziente porta alla cintura. Tale indagine è sempre successiva ad esami standardizzati, (EGDS, pancolonscopia, scintigrafia).

  10. Un sistema di elettrodi registra anche la sede di ripresa per una migliore localizzazione delle lesioni.

  11. Le immagini registrate saranno successivamente visionate dal medico con l’aiuto di un sistema di valutazione computerizzata delle lesioni (ad esempio vengono evidenziate quelle con colore rosso dominante, sospette per sanguinamento). Nei bambini piccoli, incapaci di deglutire, la capsula viene trasportata endoscopicamente oltre il Piloro.

  12. Preparazione del paziente Per l’esecuzione della EGDS, il paziente dovrà essere digiuno, soprattutto per evitare i rischi di inalazione del materiale vomitato. In caso di emorragia digestiva si dovrà preventivamente procedere all’esecuzione di un lavaggio gastrico, utilizzando un sondino di grosso calibro onde consentire l’aspirazione dei coaguli.

  13. Preparazione del paziente Per l’esecuzione della rettocolonscopia è necessario attenersi scrupolosamente ai protocolli di preparazione intestinale, adeguati all’età ed alle condizioni del paziente. Una preparazione intestinale inadeguata espone il bambino ad inutili rischi di perforazione intestinale e non consente alcuna diagnosi.

  14. Preparazione Anestesiologica In età pediatrica gli esami endoscopici vanno eseguiti in regime di anestesia generale o quantomeno di sedazione profonda, seguendo protocolli precisi di somministrazione dei farmaci e di procedure di monitorizzazione, con personale preparato ad affrontare qualsiasi eventuale complicanza.

  15. Esofagogastroduodenoscopia EGDS L’EGDS consente di esplorare l’ipofaringe, l’esofago, lo stomaco e le prime porzioni duodenali. Tale esame trova le sue indicazioni in caso di: • Ulcera Duodenale Pilorica • Disfagia; • Vomito e/o rigurgito; • Dolore addominale e/o retrosternale; • Malassorbimento; • Malattie infiammatorie croniche intestinali; • Emorragia gastrointestinale; • Ingestione di caustici; • Posizionamento di sonde per l’alimentazione; • Screening nelle poliposi.

  16. La malattia da reflusso gastro-esofageo è una delle principali indicazioni per una EGDS nei bambini. • Dell’esofago andrà descritta la normale canalizzazione o la presenza di stenosi, ed andrà rilevato il probabile ristagno di secrezioni o residui alimentari, in un esofago dilatato o ipotonico. Esofago di Barret

  17. Esofagite Della mucosa, gastro-esofagea, và descritto il colorito e l’eventuale presenza di erosioni o ulcerazioni. In caso di varici va descritta l’estensione (a tutto l’esofago o alla sola parte distale, la morfologia (lineari, tortuose, polipoidi). Poliposi Multipla E’ di particolare importanza la ricerca dei polipi a livello della seconda porzione duodenale e della Papilla di Vater, dove è più alta la frequenza di polipi adenomatosi che vanno facilmente incontro a degenerazione neoplastica precoce.

  18. I prelievi bioptici, in caso di esofagite, o dolore addominale ricorrente, consentiranno la diagnosi differenziale tra l’esofagite da reflusso ed esofagite eosinofila, (da eziologia immunoallergica), e di eseguire il test per l’Helicobacter Pilori, per la cultura, con eventuale antibiogramma.

  19. Rettocolonscopia RCS Indagine endoscopica che consente l’esplorazione di tutto l’intestino tenue. Trova le sue indicazioni in caso di: • Emorragia digestiva bassa; • Diarrea mucoemorragica cronica; • Sospetta malattia infiammatoria cronica intestinale; • Screening nelle poliposi; • Rimozione di corpi estranei; • Decompressione in ostruzione colica; • Dilatazione di stenosi coliche.

  20. Della mucosa retto-colica và descritta l’opacità, la modularità, o granulomatosità, la presenza o l’assenza del reticolo vascolare, alterazioni tipiche della Malattia Infiammatoria Cronica Intestinale. Lo stato della mucosa può consentire la diagnosi differenziale tra la Rettocolite Ulcerosa ed il Morbo di Crhon. La principale indicazione alla RCS è la rettorragia.

  21. Zoom-endoscopia E’ una tecnica diagnostica indicata per la diagnosi di piccole lesioni del tratto gastroenterico quali le malformazioni artero-venose o per individuare il sito su cui effettuare prelievi bioptici nel caso di zone sospette per neoplasie esofagee, gastriche o coliche.

  22. Endoscopia operativa in età pediatrica In questo modo possono essere diagnosticate e trattate moltissime patologie del tratto gastroenterico minimizzando i traumi per il bambino e riducendo l'impatto chirurgico.

  23. Le tecniche di chirurgia videoendoscopiche, trovano una vasta gamma di applicazione nel campo della chirurgia pediatrica dove grazie a tecniche chirurgiche sempre più avanzate, risulta sicuramente vantaggioso ricorrere a procedure più conservative, grazie all'utilizzo di mezzi ottici ingranditori o di ottiche e strumenti laparotoracoscopici.

  24. La videochirurgia endoscopica, nonostante un'iniziale ondata di scetticismo sta conquistando nel corso degli ultimi anni il consenso di numerosi chirurghi pediatri grazie all'introduzione di strumenti specifici, al miglioramento delle tecniche di assistenza perioperatoria e alla diffusione di una nuova mentalità tesa a ridurre il traumatismo legato agli atti chirurgici tradizionali. Da anni sono eseguiti, quasi quotidianamente, interventi chirurgici considerati di «chirurgia maggiore» mediante approcci laparo, toraco o retroperitoneoscopici, poiché in mani esperte e allenate queste procedure non comportano rischi particolari ma, al contrario, apportano indubbi vantaggi in termini di dolore post-operatorio, complicanze, risultati estetici e tempi di degenza.

  25. La microchirurgia endoscopica viene utilizzata in campo pediatrico soprattutto nel trattamento di alcune patologie specifiche dell'infanzia e dell'adolescenza, quali: • Stenosi esofagee; • Varici esofagee; • Poliposi; • Malformazioni congenite delle Vie Biliari o Pancreatiche

  26. La microchirurgia endoscopica consente di eseguire diverse manovre operatorie: • asportazione di polipi (polipectomia endoscopica) • posizionamento di fili guida e dilatazione di stenosi, eventualmente con posizionamento di tutori esofagei • sondaggio delle vie biliari con eventuale rimozione di calcoli (colangiopancreatografia perendoscopica retrograda o ERCP) • sclerosi o legatura di varici esofagee • posizionamento di sonde per alimentazione attraverso la parete gastrica (PEG o PEJ) o del colon (PEC) • pulizia intestinale nei pazienti incontinenti • rimozione di corpi estranei in esofago o stomaco.

  27. Il Ruolo attuale dell’Infermiere in endoscopia: Compiti e Responsabilità L’infermiere di endoscopia assume un ruolo centrale di gestione del pazientein virtù della formazione e preparazione acquisita ed è in grado di assistere il paziente dal momento dell’accoglienza fino alla sua dimissione.

  28. Miglioramento della qualità del servizio erogato • soddisfazione del paziente • riduzione di rischio • tecniche relazionali, diagnostico-terapeutiche

  29. La figura dell’infermiere elemento fondamentale nella: • organizzazione del servizio • assistenza al paziente • sicurezza igienico- ambientale

  30. ORGANIZZAZIONE DEL SERVIZIO Ai fini di una buona organizzazione vanno considerati alcuni requisiti essenziali: • risorse umane a disposizione: medici e infermieri • strumenti endoscopici a disposizione • sale endoscopiche • tipo di esami richiesti

  31. Programmazione del lavoro Confronto continuo tra i componenti dell’equipe medico-infermieristica.

  32. ASSISTENZA AL PAZIENTE L’assistenza al paziente parte dal momento dell’accoglienza al servizio

  33. Prenotazione esame endoscopico In tale occasione l’infermiere dovrà offrire tutte le informazioni necessarie al fine di ottenere la massima collaborazione del paziente e dei suoi familiari; le informazioni dovranno essere le più aderenti al tipo di esame cui il paziente dovrà sottoporsi. Tutto ciò deve rientrare in un protocollo di accettazione cui un servizio di endoscopia non dovrebbe prescindere.

  34. INFORMAZIONE AI GENITORI Una completa, esauriente e ben compresa informazione ai genitori è in grado di trasformarli da soggetti ansiosi, paurosi ed ipercritici in persone sufficientemente serene, in grado non solo di offrire la migliore collaborazione assistenziale in ospedale e a domicilio ma anche di creare quelle condizioni di tranquillità attorno al bambino che rappresentano la premessa indispensabile per ogni atto diagnostico o terapeutico privo di inconvenienti.

  35. L’informazione deve: • far comprendere la natura della malattia e le sue conseguenze • le modalità di trattamento possibili e quella consigliata; • di questa vanno illustrati i princìpi, i risultati sperati, i rischi connessi e le possibili complicanze. • Vanno eventualmente spiegati gli aspetti tipici del ricovero diurno, precisandone le caratteristiche di qualità e sicurezza, illustrando sinteticamente le fasi del percorso assistenziale.

  36. L’informazione verbale è più efficace, e di più rapida proposizione, se supportata da materiale scritto e possibilmente illustrato, che faciliti la comprensione anche ai pazienti più grandi e che, consegnato ai genitori, possa venir consultato con calma a casa per poi esprimere eventuali dubbi residui prima dell’indagine o dell’intervento.

  37. Protocollo accettazione • modalità di esecuzione e durata • norme comportamentali prima dell’esame • eventuali disturbi durante l’esecuzione dell’esame • possibilità di utilizzo di farmaci (benefici e controindicazioni) • igiene dello strumentario • modalità sul ritiro del referto • rispetto dell’orario di esecuzione dell’esame

  38. La corretta informazione consente di ottenere il consenso informato veramente consapevole da parte dei familiari del nostro piccolo paziente.

  39. L’assistenza al paziente pediatrico che deve sottoporsi ad endoscopia viene svolta efficientemente dall’intera equipe del servizio secondo le esigenze peculiari di ogni paziente con divisione razionale dei compiti professionali ed umani.

  40. L’infermiere inizia ad assistere il piccolo paziente e la sua famiglia:Il giorno dell’endoscopia: • predispone accuratamente il materiale necessario all’esecuzione dell’esame • senza sedazione: strumento, accessori, provette, etc. • con sedazione o anestesia: farmaci, materiale relativo al monitoraggio dei parametri vitali, etc.

  41. Il giorno dell’endoscopia: • verifica il funzionamento delle apparecchiature predisposte

  42. Il giorno dell’endoscopia: • accoglie il paziente • si occupa della registrazione dei dati anagrafici • fa conoscere al bambino ed ai suoi familiari la sede di esecuzione dell’esame dove dovrebbe esservi un’atmosfera il più possibile rilassante e gradevole

  43. Il giorno dell’endoscopia: • Si accerta della preparazione effettuata a domicilio • collabora con lo psicologo e con l’endoscopista ad informare sufficientemente secondo le capacità di comprensione individuali e a sostenere costantemente bambini e genitori con calore, decisione e determinazione.

  44. Il giorno dell’endoscopia: • Aiuta il paziente a posizionarsi nel modo richiesto per la migliore esecuzione ed applica il boccaglio.

  45. Durante lo svolgimento dell’esame: • Assiste il paziente trattenendolo energicamente, prevedendo ogni movimento incongruo che possa interferire con la corretta esecuzione o rendere pericolose le normali manovre, informandolo su ogni fase dell’esame ed anticipandone la fine.

  46. Durante lo svolgimento dell’esame: • monitorizza i parametri vitali: • Coscienza • Polso (FC e PA) • Respiro (FR e saturazione) • Colorito

  47. Durante lo svolgimento dell’esame: • L’infermiere, inoltre, fornisce assistenza tecnica manovrando pinze, aspirando secrezioni, applicando ossigeno se necessario, prevedendo le richieste di accessori, sempre pronto ad intervenire in ogni emergenza.

  48. Negli esami condotti in sedazione-anestesia: Collabora con anestesisti ed endoscopisti dalle fasi induttive fino al momento in cui il paziente potrà essere riaffidato ai suoi genitori-tutori, una volta che avrà riacquistato lo stato psicofisico precedente l’esame.

  49. Al termine dell’esame l’infermiere: • si occupa della dimissione del paziente e della programmazione di eventuali successivi esami, • sorveglia attentamente lo stato di vigilanza del paziente e le reazioni tardive dei suoi familiari, rassicurando ognuno sulla fine dell’evento.

  50. Nel caso degli esami effettuati senza sedazione • gratificherà il paziente con una merenda, per consentire l’immediata utilizzazione del canale orale, interessato dagli esami endoscopici “alti”.

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