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CHIRURGIA VASCOLARE

Dott. Davide Piccolo. CHIRURGIA VASCOLARE. UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TORINO CORSO DI LAUREA INFERMIERISTICA ANNO ACCADEMICO 2008-2009 CHIRURGIE SPECIALISTICHE. -Introduzione alla Chirurgia Vascolare (lezione I) -La Diagnostica Vascolare (lezione I)

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CHIRURGIA VASCOLARE

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Presentation Transcript


  1. Dott. Davide Piccolo CHIRURGIA VASCOLARE UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TORINO CORSO DI LAUREA INFERMIERISTICA ANNO ACCADEMICO 2008-2009 CHIRURGIE SPECIALISTICHE

  2. -Introduzione alla Chirurgia Vascolare (lezione I) • -La Diagnostica Vascolare (lezione I) • -La patologia venosa (lezione II) • Le ulcere vascolari (lezione III) • La patologia carotidea (lezione IV) • La patologia aneurismatica (lezione V) • L’arteriopatia obliterante degli arti inferiori (lezione VI)

  3. LA PATOLOGIA VENOSA

  4. Le malattie delle vene comprendono: -Varici; -Flebiti superficiali -Trombosi venose profonde; -Embolia polmonare;

  5. Varici degli arti inferiori

  6. VARICE Alterazione emodinamica che si manifesta con tortuosità ed allungamento di una vena.

  7. FATTORI DI RISCHIO • Familiarità (oltre 50% dei casi) • Popolazioni residenti in Paesi Occidentali • Sesso femminile (2-3 ♀ / 1 ♂) • Eta’ • Stazione eretta prolungata • Farmaci Anticoncezionali orali • Gravidanze • Obesità • Stipsi.

  8. CLINICA -Senso di pesantezza, di tensione specie in stazione eretta -Irrequietezza degli arti -Lieve edema alla caviglia -Iperpigmentazione cutanea alla gamba -Crampi notturni -Prurito -Flebiti superficiali -Ulcere varicose

  9. VARICI PRIMITIVE Riconoscono nella genesi una predisposizione familiare, intesa come meiopragia della parete venosa, fattori ormonali e fattori meccanici. Sono presenti nel 10-17% della popolazione adulta: - 85% originano da incompetenza ostiale della grande safena, 3% della piccola safena, 12% grande + piccola safena. - 60% incompetenza di perforanti.

  10. VARICI SECONDARIE Sono gli esiti di processi ostruttivi e di devalvulazione delle vene profonde e delle vene perforanti.

  11. DIAGNOSTICA - Esame clinico - Ecocolordoppler - Flebografia

  12. TERAPIA -TERAPIA FARMACOLOGICA -TERAPIA CONTENITIVA (bende elastiche, calze elastiche) -TERAPIA SCLEROSANTE -TERAPIA CHIRURGICA (Stripping , flebectomia, crossectomia, CHIVA, laserterapia)

  13. FARMACI Ne esistono un’infinità: estratti di ippicastano, flavonoidi, escina, bromelina, diosmina, antocianosidi del mirtillo, estratti della vite rossa, estratto della centella asiatica… Nessuno di essi ha il potere di far guarire dalle varici, possono però essere utili nell’alleviare la sintomatologia, specie a complemento di altre terapie (elastocompressione, scleroterapia, chirurgia).

  14. ELASTOCOMPRESSIONE Il ritorno venoso avviene grazie ad un insieme di azioni: l’attività muscolare, l’apparato valvolare, le vene perforanti,l’attività respiratoria, l’attività cardiaca… Una incontinenza delle safene o delle perforanti è causa di inversione del flusso, di stasi e di turbe del microcircolo. Le calze elastiche o i bendaggi elastici esercitano una compressione dall’esterno che bilancia l’ipertensione venosa superficiale.

  15. SCLEROTERAPIA Consiste nell’iniezione di una sostanza, definita “agente sclerosante” all’interno di una vena, allo scopo di eliminarla. Sebbene taluni Autori eseguano trattamenti sclerosanti anche per la cura dell’insufficienza venosa delle vene safene e di vasi varicosi di grosso calibro, generalmente la scleroterapia è rivolta ad eliminare inestetismi quali le teleangectasie e le piccole varicosità reticolari degli arti inferiori. Gli agenti sclerosanti, seppure chimicamente differenti, inducono istologicamente la stessa azione: alterando l’integrità dell’endotelio, creano la formazione all’interno del vaso di un trombo rosso che successivamente si organizza in tessuto cicatriziale. Questo tessuto cicatriziale può riempire, più o meno completamente, il lume vasale. L’organizzazione connettivale definitiva, i cui tempi si possono prolungare sino a 60-90 giorni dall’iniezione, è seguita quindi dalla fibrosi del vaso venoso (il vaso non è pertanto più in grado di trasportare il sangue e quindi di evidenziarsi visivamente). Tutto ciò non danneggia la circolazione, anzi la migliora eliminando un vaso malato e non più necessario.

  16. TERAPIA CHIRURGICA DELLE VARICI CROSSECTOMIA: interruzione della comunicazione fra la vena safena ed il circolo venoso profondo nella sede di confluenza STRIPPING: inserimento nella safena di una sonda che viene fatta progredire sino alla crosse (precedentemente sezionata) e successiva asportazione della vena legata alla sonda in essa contenuta. Può essere esteso a tutta la safena (stripping lungo), o limitato ad una sua parte (stripping parziale). LASER OBLITERAZIONE: analogamente allo stripping prevede l’inserimento nella safena di una sonda che, attraverso l’energia termica sprigionata da una sorgente laser, provoca l’obliterazione della vena, senza asportarla VARICECTOMIE: attraverso piccole incisioni cutanne vengono asportate le collaterali safeniche varicose.

  17. VARICI RESIDUE Si considerano residue le varici che compaiono entro 2 anni dal trattamento: errore tecnico o insufficiente diagnosi preoperatoria. VARICI RECIDIVE Si considerano recidive le varici che compaiono dopo 2 anni dal trattamento: evoluzione della malattia varicosa.

  18. Trombosi Venosa Profonda (TVP)

  19. TVP Si definisce TVP l’ostruzione, per coagulazione intravasale del sangue, di uno o più tratti dell’asse venoso profondo. Fattori predisponenti (Triade di Wirchow): lesione endoteliale, stasi venosa, ipercoagulabilità ematica.

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