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Epidemiologia delle Malattie Sessualmente Trasmesse: il concetto di popolazione vulnerabile

Epidemiologia delle Malattie Sessualmente Trasmesse: il concetto di popolazione vulnerabile. M. Agnese Latino Ivano Dal Conte. OIRM-Sant’Anna, Torino OSPEDALE Amedeo di Savoia Torino.

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Epidemiologia delle Malattie Sessualmente Trasmesse: il concetto di popolazione vulnerabile

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Presentation Transcript


  1. Epidemiologia delle Malattie Sessualmente Trasmesse: il concetto di popolazione vulnerabile M. Agnese Latino Ivano Dal Conte • OIRM-Sant’Anna, Torino • OSPEDALE Amedeo di Savoia Torino

  2. Col termine di Malattie Sessualmente Trasmesse (MST) o meglio Infezioni Sessualmente Trasmesse (IST) viene indicato un grande numero di patologie solitamente suddivise in: • IST “classiche” o Malattie veneree • IST “di seconda generazione” comprendenti oltre 20 agenti eziologici differenti.

  3. IST “di seconda generazione" IST “classiche” • sifilide • condilomi • gonorrea • herpes genitale • linfogranuloma venereo • infezioni da clamidia • ulcera molle • infezioni da trichomonas • uretriti aspecifiche • vaginiti aspecifiche • M.I.P. • ………………………..

  4. Le IST rappresentano un importante problema di sanità pubblica per i risvolti sanitari, sociali ed economici che comportano. La loro importanza è determinata sostanzialmente da tre fattori: • I tassi di prevalenza che le collocano fra le più diffuse cause di morbidità nella popolazione in età fertile ed economicamente produttiva (15-49 anni) • Determinano sequele e complicanze, spesso severe, soprattutto a carico dell’apparato genitale femminile • Giocano un ruolo nell’incrementare il rischio di trasmissione dell’HIV

  5. IST: complicanze e sequele • Malattia infiammatoria pelvica • Gravidanze extrauterine • Infertilità (maschile, femminile) • Infezioni connatali e perinatali • Neoplasie ano-genitali • AIDS • Morte

  6. Infezioni Sessualmente Trasmesse Le dimensioni del problema

  7. Organizzazione Mondiale della Sanità Numero stimato di nuovi casi di IST in adulti relativo a 4 patologie* 1999 Europa orientale e Asia centrale 22 milioni Nord America 14 milioni Europa occidentale 17 milioni Asia dell’Est e Pacifico 18 milioni Nord Africa e Medio-oriente 10 milioni Totale mondiale: 340 milioni Asia del Sud e del Sud-Est 151 milioni America latina e Caraibi 38 milioni Africa Subsahariana 69 milioni Australasia 1 milione *Gonorrea, infezione da clamidia, sifilide e trichomoniasi

  8. Nuovi casi stimati di IST curabili in Europa (OMS-1999) Trichomonas 11.000.000 Chlamydia 5.000.000 Gonorrea 1.000.000 Sifilide 140.000

  9. Infezioni sessualmente trasmesse:nuovi casi annui (O.M.S. 1990 - 1995 - 1999) Un terzo dei casi riguarda giovani di età < 25 anni

  10. Trend dell’infezione da Chlamydia e dei condilomi in Gran Bretagna (1990-1999)

  11. Trend dell’ infezione gonococcica e da HSV in Gran Bretagna (1990-1999)

  12. Fattori che influenzano l’incremento delle IST • Cambiamento delle abitudini sessuali • Inizio precoce dei rapporti sessuali • Maggiore promiscuità sessuale • Largo uso dei metodi contraccettivi • Maggiore mobilità della popolazione mondiale • Turismo • Lavoro • Flussi migratori

  13. Espansione fenomeno IST Maggiore mobilità della popolazione mondiale (lavoro, flussi migratori) Gradiente Est-Ovest Gradiente Sud-Nord

  14. L’Epidemiologia delle IST in Italia • Gli unici dati disponibili sulle IST in Italia fino al 1990 sono stati quelli relativi alle denuncie obbligatorie (dati ISTAT). • I dati ISTAT non riportano alcun dato sulle IST di seconda generazione. • Includono solo 2 IST, sifilide e gonorrea, e indicano che queste malattie sono in progressiva diminuzione. • Sottostimano la vera frequenza di sifilide e gonorrea (che è almeno doppia rispetto ai dati delle denuncie ISTAT).

  15. La conoscenza dell’epidemiologia delle IST è complicata dal fatto che solo una parte dei casi viene riconosciuta. • I pazienti con IST non vengono convogliati in un unico tipo di struttura clinica, ma si distribuiscono in diverse realtà sanitarie del territorio.

  16. Solo una parte dei casi di IST viene riconosciuta CASI DIAGNOSTICATI CASI NON DIAGNOSTICATI • Asintomatici • Oligosintomatici • Diagnosi errate • Autoterapia

  17. Istituto Superiore di Sanità Sistema di Sorveglianza Nazionale delle IST Attivo dal 1991 o Sistema sentinella o o o o o o o o o o o o o o o 47 centri pubblici o o o o o o o o o specializzati nella o o o diagnosi e cura o o o delle IST o o o o o o o o o o o o o O Centri ginecologici o o Centri dermatologici

  18. Istituto Superiore di Sanità Sistema di Sorveglianza Nazionale delle IST o o o o o o o o o o o o o o o 47 centri IST pubblici o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o Pazienti con una nuova diagnosi di IST - dati demografici - dati comportamentali - offerta del test HIV o o Istituto Superiore di Sanità

  19. Infezioni NG-NC* Condilomi Acum. Herpes genitale Sifilide latente Inf. da Chlamydia Gonorrea Sifilide I-II . Inf. Trichomonas 20 18 16 14 12 10 8 6 4 2 0 0 2 Distribuzione delle IST per sesso Sorveglianza Nazionale MST 1991-2003 (83.279 casi) 4 6 8 10 12 14 16 18 20 Donne Uomini *Uretriti e vaginiti non gonococciche-non clamidiali N. casi (migliaia)

  20. 9782 diagnosi di IST nel periodo 1/2001-6/2003 3463 MST CLASSICHE 29 %

  21. IST CLASSICHE 2001-2003

  22. Distribuzione per sesso %

  23. Distribuzione per sesso %

  24. Prevalenza delle infezioni negli adolescenti

  25. Prevalenza delle infezioni nei pazienti non comunitari

  26. Prevalenza delle infezioni nei pazienti non comunitari

  27. Epidemiologia di Chlamydia • Incidenza: Circa 4 milioni di nuovi casi/anno negli U.S. e 5 milioni in Europa • Una delle IST batteriche più diffuse • Tassi 4x più alti nelle donne • La sua prevalenza decresce nei paesi in cui vengono applicati programmi di controllo (screening) • Elevata trasmissione sessuale (>50%) • Trasmissione perinatale (congiuntivite neonatale) nel 30-50% dei neonati esposti

  28. Chlamydia trachomatis Un'infezione subdola!

  29. L’infezione può presentarsi in modo: Sintomatico SINTOMI ASPECIFICI SINTOMI LIEVI SINTOMI PIU’ IMPORTANTI (più rari) LEUCOXANTORREA DISPAREUNIA ALGIE PELVICHE DISURIA URETRITE

  30. L’infezione può presentarsi in modo: Asintomatico o paucisintomatico 25-30% delle infezioni maschili 70-80% delle infezioni femminili (McIlhaney, 2000)

  31. INFEZIONE ASCENDENTE INFEZIONE ASCENDENTE INFEZIONE ASCENDENTE Infezioni da Chlamydia t.: quadri clinici Cervicite Bartolonite Endometrite Salpingite Periepatite (PID) 30% dei casi non trattati

  32. Chlamydia — Rates by gender: United States, 1984–2003

  33. Chlamydia t.: fattori di rischio Età < 25 anni: rappresenta il principale fattore di rischio Oltre il 70% delle infezioni sono diagnosticate in donne di età compresa tra i 15 ed i 24 anni CDC: 2000 Munk: 1999 Mangione-Smith: 1999

  34. LA PREVALENZA IN ITALIA DELLE INFEZIONI GONOGOCCICHE E’ ANDATA VIA VIA DIMINUENDO , MA…

  35. CLINICA • PAZ. SINTOMATICI : 89% • DONNE 69% • UOMINI 96% • SINDROME D’ESORDIO: • 50% PERDITA VAGINALE • 21% DOLORE PELVICO • 29% ASINTOMATICHE • SOLO 4% UOMINI ASINTOMATICI

  36. Orientamento sessuale

  37. FATTORI DI RISCHIO • COITARCA : 16 ANNI • PROSTITUZIONE : 17,5% • TD : 2\63 • ALCOL : 30% • N.RO MEDIO PARTNERS VITA : 56 • STORIA DI ABUSO SESSUALE : 10% • RECENTI VIAGGI ALL’ESTERO : 41%

  38. FATTORI DI RISCHIO • ULTIMO PARTNER: CASUALE 61% • RAP.VAGINALI NON PRO. : 72% • RAP.ORALI NON PRO. : 89% • RAPPORTI ANALI NON P. : 72% • PREGRESSE MST : 46% • HIV POS : :20%

  39. Virus epatitici :epidemiologia e prevenzione Le epatiti sono causate da infezioni virali sistemiche I modi di trasmissione sono molteplici ma… Il comportamento sessuale può influenzare profondamente il rischio di acquisizione di alcune forme Queste infezioni possono essere prevenute mediante l’uso di vaccini specifici

  40. E’ UN VIRUS UBIQUITARIO CHE CAUSA CASI SPORADICI ED EPIDEMICI • LA PREVALENZA E’ MOLTO VARIABILE • India : 98% • Italia : 90% • USA : 10-25% • Svizzera : 5% Virus dell’Epatite A EPIDEMIOLOGIA GENERALE

  41. La trasmissione sessuale è certa • Il suo ruolo è più importante nei paesi industrializzati e con buon livello igienico • L’importanza del comportamento sessuale nel determinismo dell’infezione varia a seconda dei differenti gruppi di popolazione considerati e delle pratiche sessuali Virus dell’Epatite A : Trasmissione sessuale

  42. E’ UN VIRUS UBIQUITARIO : 2Miliardi di persone esposte, 300milioni di portatori • LA PREVALENZA E’ MOLTO VARIABILE • Africa : 90% ---10-20% carriers • Italia : 40% --- 0,7-3,2% carriers • USA : 7% ---0,4% carriers Virus dell’Epatite B EPIDEMIOLOGIA GENERALE

  43. Virus dell’Epatite B : Trasmissione sessuale • La trasmissione sessuale è certa • L’importanza del comportamento sessuale nel determinismo dell’infezione varia a seconda dei differenti gruppi di popolazione considerati e delle pratiche sessuali

  44. Virus dell’Epatite B : Trasmissione sessuale • Nelle donne partners di HBsAg+ il tasso di positività è maggiore che nelle donne con partners negativi 27%-----11% • Tra i contatti di soggetti con epatite HBV acuta i partners sessuali erano più esposti 18%----0%

  45. Virus dell’Epatite B : Trasmissione sessuale • Il numero dei partners è sicuramente correlato al rischio per HBV ;tra i clienti di centri MST : 21% se >5 prtn ultimi 4 mesi 6% se < 5 • Altri parametri: • numero partner totali • Altre STD ( sifilide, gonorrea, HSV2)

  46. Virus dell’Epatite B : Trasmissione sessuale • FATTORI DI RISCHIO: • NUMERO PARTNERS • 60,5% > 10 PRTN ULTIMI 6M • 30,9% < 10 PRTN ULTIMI 6M • Studio Denver : >1000 prtn totali per ogni sogg. • Le % sono diminuite dopo l’avvento dell’’AIDS ( adozione di pratiche di safer sex)

  47. E’ UN VIRUS UBIQUITARIO : 200 milioni di persone esposte • LA PREVALENZA E’ MOLTO VARIABILE • Italia : 1,5 milioni di infetti • USA : 4,0 milioni di infetti • LA PREVALENZA E’ INFLUENZATA DALL’ETA’ E DA SITUAZIONI PARTICOLARI Virus dell’Epatite C EPIDEMIOLOGIA GENERALE

  48. Virus dell’Epatite C : Trasmissione sessuale • La trasmissione sessuale è riconosciuta , anche se il dato è ancora controverso • La trasmissione sessuale del virus è molto meno efficiente di quella di HBV e le ragioni di tale caratteristica sono al momento sconosciute

  49. Interazione tra HIV e IST • La distruzione dell’ epitelio e della mucosa (lesioni ulcerative) • La risposta infiammatoria potrebbe richiamare cellule (linfociti e macrofagi) infettate dall’HIV o bersaglio per questo virus • La stimolazione della risposta immunitaria può stimolare la replicazione dell’HIV • L’immunosoppressione indotta da alcuni microrganismi potrebbe determinare una aumentata suscettibilità o aumentata diffusione del virus

  50. Le evidenze disponibili dimostrano che il controllo delle IST gioca un ruolo fondamentale nella riduzione della trasmissione sessuale dell’infezione da HIV

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