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Indagine conoscitiva sulle preferenze dei giovani nella nostra scuola

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Indagine conoscitiva sulle preferenze dei giovani nella nostra scuola

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Presentation Transcript


  1. Indagine conoscitiva sulle preferenze dei giovani nella nostra scuola Per quanto riguarda il progetto di aprire un pub-pizzeria abbiamo deciso di iniziare presentando ai giovani della nostra scuola, frequentanti le classi quarte e quinte, un questionario con domande dal carattere quantitativo e qualitativo sulle loro preferenze per poterle confrontare con le nostre idee. Completata l’opera di rilevazione dei dati passeremo ora alla loro elaborazione e interpretazione utilizzando areogrammi con i quali è possibile confrontare l’intero fenomeno collettivo con le sue parti componenti e strumenti statistici come la media e la moda.

  2. 1) Abitualmente, quante volte a settimana ti rechi in questi locali? In merito al quesito numero 1 si evince che la frequenza media si attesta tra 1 e 2 volte la settimana infatti i valori più rilevanti sono i primi 2 presumendo che si tratti del sabato sera o delle festività

  3. 2) Da che ora a che ora ti rechi in questi locali? RISP. LIBERA Il quesito numero 2 evidenzia che la fascia oraria preferita dal campione intervistato va dalle 21:00 alle 24:00 mentre le altre fasce orarie discostano molto dal dato principale. A questo proposito pensiamo che la causa di questa situazione sia la funzione di ritrovo nel pub prima di entrare in discoteca. La media si attesta nella fascia oraria più segnalata.

  4. 3) Per quale motivo scegli un pub piuttosto che un altro? Il quesito numero 3 a carattere qualitativo si basa sulle cause che portato alla scelta di un locale piuttosto che un altro. Noi avevamo segnalato tre opzioni principali dando la possibilità di proporre nuovi motivi. Tra le prime ha riscosso maggiore successo il fattore “Musica” seguito dal “Servizio” ma sono state proposte molte altre cause quali la gente che frequenta il locale, e con minore rilevanza drink, prezzi, cibo e l’arredo.

  5. 4) Quanto, in media, spendi in questi locali? Ritornando un’ultima volta a domande a carattere quantitativo abbiamo cercato di conoscere l’intervallo di prezzo che si è disposti a spendere in un pub-pizzeria. Il risultato è una netta posizione verso una fascia intermedia che va dai 5 ai 10 euro mentre comparando i risultati, le fasce più estreme risultano meno segnalate in ugual modo.

  6. 5) Qual è la posizione ideale? Dal grafico emerge che la maggior parte dei ragazzi intervistati sono interessati ad un’ubicazione nei pressi del lungomare. Con questo risultato si riscontra che probabilmente con l’avvicinarsi del periodo estivo cresce la preferenza di un locale di ritrovo vicino al mare. Le altre 2 opzioni hanno raggiunto la medesima percentuale di gradimento discostandosi molto dal dato principale emerso

  7. 6) All’interno del pub-pizzeria preferisci una serata tranquilla o con animazione? Durante le serate trascorse in questi locali, la clientela preferisce essere accompagnati da animazioni piuttosto che vivere una serata tranquilla.

  8. 7) Che tipo di ambientazione preferisci? Importante è conoscere i gusti dei clienti e a questo proposito i ragazzi hanno espresso il loro parere riguardo l’arredo del pub-pizzeria che più preferirebbero. I dati rilevati dalle opzioni principali da noi suggerite non discostano in modo rilevante gli uni dagli altri. Maggiormente richiesta è l’ambientazione “Neutra” seguita da una preferenza “Orientale” e successivamente da un gusto dedicato al mondo “Tribale”. Inoltre è stata utilizzata l’opportunità di proporre nuove alternative come: hard, elegante, rock, house, rustica, brasiliana, bistrò francese, inglese, stile anni 50.

  9. 8) Quale attività proponi? RISP. MULTIPLA Visto il risultato riscontrato alla domanda numero 6, l’attività da noi proposte sono state ben accolte. Le principali richieste gradite in una serata da trascorrere in compagnia si basano sull’ascolto di gruppi che propongono “Musica dal vivo”, seguito dalla novità della “Messaggeria” utilizzata per fare nuove amicizie e successivamente si nota che la proposta del “Karaoke” piace ancora ai giovani. Si discostano con pochi punti percentuali la “Serata dance” articolata nei diversi generi musicali, “Feste a tema” organizzate in maschera o comunque con usi e costumi attinenti al tema lanciato dalla serata. Anche in questo punto del questionario c’è stato l’apporto personale di iniziative a cui noi non avevamo pensato, e proprio con le loro “attività alternative” ci sarebbe la possibilità di accontentare tutte le richieste, non a caso, particolari sono stati i riscontri di ragazzi interessati agli spogliarelli e alla presenza di nudisti. Decisamente più tranquilla e accettabile di considerazione è organizzare l’ambientazione del locale per accogliere compleanni e festività.

  10. 9) Che tipo di musica preferisci? RISP. MULTIPLA Come ultima domanda abbiamo chiesto quale tipo di musica è preferita in un locale. Fra le varie opzioni che abbiamo proposto le preferenze maggiori si sono rivolte verso la musica italiana ma c’è stata una forte richiesta anche di musica rock, latino-americana e disco. Hanno invece riscosso minore successo la musica classica, metal, jazz e punk. Come in nessun altro quesito è stato altissimo l’apporto di idee da parte dei giovani che hanno risposto al nostro questionario. Tra le principali proposte ci sono la musica house, folk, anni ’70-’80, ska, hip-hop e rap. Minori richieste per il blues, tribale, tecno, electro e cross over.

  11. Questo è stato il principio di tutto il nostro lavoro. Tramite la rielaborazione dei risultati del questionario siamo riusciti a plasmare il nostro pub-pizzeria sui gusti dei nostri coetanei. Ogni domanda e relative risposte sono state il punto di partenza per il lavoro di ogni singolo gruppo. • Abbiamo infatti deciso di dividerci i compiti come segue… • STEMMA E LOGO –Ilaria T., Silvia C., Maddalena V.-: • Creazione del disegno che sarà adibito come insegna rappresentante il nostro locale • INDAGINE STATISTICA –Silvia L., Natascia D.P., Ramona P., Ramona V.-: • Stesura del questionario da proporre alle classi 4^ e 5^ di tutto l’istituto;Sviluppo e analisi dei dati raccolti • MARKETING –Erica M., Francesco S., Claudia C., Noemi M.,Alessandro M.-: • Impegno nel gestire il sistema pubblicitario dell’attività in questione al fine di presentarla in modo persuasivo al pubblico • CONTABILITÀ GENERALE –Francesco T., Marilena P., Federica P., Massimo M.-: • Rilevazione in partita doppia degli aspetti contabili riferiti alla costituzione della nostra società e alle operazioni di gestione successive • UBICAZIONE –Andrea F., Krenar A., Emanuele P., : • Segnalare la migliore dislocazione sul territorio per garantire una maggiore efficienza • COSTITUZIONE LEGALE –Silvia T., Martina C.,-: • Adempiere secondo le modalità civilistiche a tutto ciò che concerne le autorizzazioni necessarie per la costituzione della medesima • FORNITORI E CLIENTI –Cristina S., Federica B., Giulia S.-: • Occuparsi di cercare i fornitori migliori e persuadere un maggior numero possibile di clienti • INTERLINGUA –Silvia L., Natascia D.P., Ramona P.-: • Individuare similitudini e differenze tra le diverse culture inglese, francese/tedesco e italiano riguardanti i pub-pizzeria • Speriamo solo che il risultato sia soddisfacente…GIUDICATE VOI!

  12. Il gruppo dell’interlingua è composto da Del Papa Natascia Luciani Silvia e Properzi Ramona Il progetto portato avanti riguarda l’apertura di un pub pizzeria. Essendo questa una realtà non solo italiana e avendo l’opportunità di approfondire nel nostro corso didattico lo studio di tre lingue straniere:inglese, francese/tedesco, ci è sembrato più che opportuno eseguire delle ricerche per scoprire somiglianze,diversità ed estrosità con le culture europee a noi più “vicine”. Il lavoro è iniziato facendo ricerche sul Web per trovare informazioni pertinenti la storia,l’evoluzione dei pub,dalla loro origine fino ai giorni nostri in Regno Unito,Francia e Germania. Per avere poi un quadro quanto più realista abbiamo focalizzato l’attenzione su di un tipico pub per ogni luogo. Per un giusto confronto abbiamo poi ricercato anche la nascita dei pub nel nostro paese. La selezione delle informazioni trovate no è stata semplice a causa della vastità dei dati offerti. Gli inglesi hanno sempre dimostrato “l’amore” per questi luoghi d’incontro dall’Età Vittoriana ad oggi, trasformandolo nel corso del tempo ma senza mai perderlo come tradizione. In Francia invece i pub sono stati vittima dell’evoluzione della società. Ragioni economiche, politiche e culturali in genere hanno fortemente condizionato non solo la loro struttura ma anche il loro ruolo sociale. Oggi più della metà dei vecchi pub si sono riconvertiti in “bar a tema” come bar à bières, à cocktails, cyber cafés Che dire poi della Germania,la patria della birra e dei pub. Chi frequenta questi luoghi non lo fa solo per passare un po’ di tempo in allegria,il frequentare questi luoghi fa parte della loro quotidianità,della loro particolarità di essere tedeschi Per quanto riguarda l’Italia il pub non è stato un luogo nato da tradizioni secolari, per lo più un’abitudine importata dai paesi nordici. Con il passare del tempo poi, un sempre maggiore interesse per questa attività ha contribuito ad una forte italianizzazione. Speriamo che questo viaggio tra i pub Europei possa solo fomentare positivamente il vostro interesse verso questo nostro progetto, il vostro interesse verso “rePUBlic”

  13. Today we talk about the 'pub' but this is a term invented by the Victorians, an abbreviation of 'public house'.In Roman towns tabernae served food and wine. When the Romans left, the tabernae disappeared. • Over the next few centuries invaders came and went, but one thing all the invaders had in common was their fondness for drinking.They had a particular thirst for ale. • Three centuries later, Edgar the King, regulated the size of drinking vessels, which suggests that ale was served and drunk at a particular location. • The spread of Christianity did nothing to lessen the English thirst for ale and many Pagan rituals which involved drinking, were adopted by the Christian church. • The Middle Ages saw increased population and industries which began to pollute the water supply. Ale become the only safe drink and the alehouses began to take on a permanent role. • Expansion in trade, particularly in wool, saw a marked increase in the traffic of goods and people. This traffic was further increased after the horrific murder of Archbishop Thomas Becket on 1170, in Canterbury Cathedral. Christians from all over Britain and even overseas made the pilgrimage to his shrine. This put a tremendous strain on the resources of the monasteries which had provided accommodation for these travellers. A new type of establishment was needed, the inn. • Many of these old inns are still in business today and continue to offer hospitality to travellers, although the monks have long gone. • During the reign of Elizabeth I the population growth and a changing economy saw the expansion and creation of towns. The tavern grew up in the towns. The essential difference between the tavern and the alehouse, was that the tavern was a place for leisure and pleasure, offered comfort and served superior food and became the fashionable place to be seen, similar to the exclusive wine bars of today; the alehouse was a place of necessity, where the poor spending the little money they had. • The English Civil War was essentially a power struggle between Parliament and the King, soAlehouses, taverns and inns were taxed to pay for the war • With Oliver Cromwell as Lord Protector, there was religious and intellectual tolerance, but repression of peoples everyday enjoyment. Games, sport,dancing and singing were banned. Many alehouses and taverns had their licenses withdrawn or refused, and illegal drinking outlets were closed. One positive consequence was an improvement of standards. Three new drinks were introduced chocolate, tea, coffee. • When Oliver Cromwell died. Parliament decided to restore the monarchy. In this period London was to suffer two calamities. The medieval and Tudor buildings were made of wood and the fire burned out of control. Of course a great many inns, taverns and alehouses perished in the fire too. The plans to rebuild London in the Italianate style. • When Charles II died in 1685, he left no legitimate heir to the throne. His brother, who had been living in France, returned and was crowned James II. He wanted England to have a Roman Catholic monarchy, similar to that of France under Louis XIV, but this idea put him at odds with the Protestant majority. Fearing the worst, a group of statesmen invited James's Dutch nephew, William of Orange, to contest the throne of England. James was deserted by his few supporters and fled to France and William and Mary shared the crown of England and agreed to a shift of power back to Parliament. • William III hated France and encouraged a ban on trade. French brandy and wines were very popular in England, and the ban sparked a huge increase in smuggling. As a substitute, William encouraged the distilling of 'Geneve' or Gin as it was known in England. The availability of so much cheap alcohol proved devastating, particularly amongst the poor. • Unlike our pubs, the gin-shops served no food and had no seating. They were usually in poorer areas.. • Oggi parliamo di pub ma questo è un termine inventato in età Vittoriana,un’abbreviazione di “public house”. Nelle città romane le taverne servivano cibo e vino ma quando i Romani lasciarono la Gran Bretagna le taverne sparirono. • Nei decenni seguenti gli invasori avevano e vanivano ma avevano una cosa in comune, il loro affetto per il ber. Erano particolarmente assetati di birra. • Trecento anni dopo Edgar the King regolava la misura dei boccali delle bevande con suggerimenti sui luoghi dove le birre dovevano essere servite e bevute. • La diffusione del Cristianesimo non tolse nulla all’amore inglese per la birra e molti rituali pagani che includevano il bere vennero adottati dalle chiese cristiane. • Il medioevo vedeva la crescita demografica e industriale che inziò ad inquinare le acque di. approvvigionamento. La birra diventava l’unica bevanda sana e le birrerie iniziavano ad avere un ruolo permanente. • L’espansione commerciale,specie nella lava faceva registrare un notevole aumento del traffico di merci e persone. Questo traffico fu ulteriormente incrementato dal terribile omicidio dell’Arcivescovo Becket nel 1170 nella Cattedrale di Canterbury. I cristiani ti tutta la Gran Bretagna ed oltremare andavano in pellegrinaggio nel suo santuario. Questo evento metteva a dura prova le risorse dei monasteri che dovevano accogliere tutti questi viaggiatori. Era necessario un nuovo tipo di locale, le locande. • Molte di queste vecchie locande sono tutt’ora in affari ed offrono ospitalità ai viaggiatori sebbene i monaci se ne sono andati da tempo. • Durante il regno di Elizabeth I la popolazione cresceva e il cambiamento economico si rifletteva nella creazione di città. Le taverne crescevano con le città.la differenza essenziale tra la taverna e la birreria era che la taverna era un luogo per il tempo libero e il piacere,offrivano confort e diventavano posti alla moda dove.essere visti simili agli esclusivi wine bar d’oggi; la birreria era un luogo di necessità i poveri spendevano le poche monete che avevano. • La guerra civile Inglese era essenzialmente una oltta di potere tra parlamento e Re, così birrerie,taverne e locande venivano tassate per finanziare la guerra. • Oliver Cromwell il Lord Protettore introduceva la tolleranza intellettuale e religiosa,ma giochi,sport • balli e canzoni venivano aboliti. Molte birrerie e taverne vedevano le loro licenze ritirate o rifiutate e luoghi dove si bevevo illegalmente chiusi.unica conseguenza positiva era l’aumento della qualità. Tre nuove bevande venivano introdotte caffe,cioccolata e tea. • Quando Oliver Cromwell moriva il parlamento decideva di restaurare la monarchia limitandone molto i poteri. In questo periodo Londra fu vittima di due calamità. Le costruzioni medievali,fatte di legno,bruciando senza controllo. Anche numerose locande,taverne e birrerie perivano nel fuoco. Il piano di ricostruzione londinese veniva realizzato secondo lo stile Italiano. • Quando Charles II moriva nel 1685,non lasciava eredi legittimi sul trono. Suo fratello,che aveva vissuto in Francia, ritornava e veniva incoronato James II. Voleva che l’Inghilterra arrivasse ad una monarchia cattolica romana simile alla Francia di Luigi XIV,quest’idea lo metteva in disaccordo con la maggioranza Protestante. Temendo il peggio, un gruppo di statisti invitò il nipote olandese di James, William d’Orange, a reclamare il trono d’Inghilterra. James veniva abbandonato dagli ultimi sostenitori e fuggiva in Francia e William e Mary dividevano la corona d’Inghilterra e d’accordo ridavano potere al parlamento. • William III odiava la Francia ed incoraggiava il protezionismo. I brandy e vini francesi erano molto popolari in Inghilterra ed il bando stimolava l’incremento del contrabbando. Come sostituto William incoraggiava la distillazione del “Genere” o Gin come era conosciuto in Inghilterra. La disponibilità cosi economica dell’alcool si dimostrava devastante soprattutto per i poveri. • Diversamente dai nostri pub, gli spacci di gin non servivano cibo e non disponevano di sedute. Erano generalmente in aree povere. The Unique English pub

  14. The Temple Bar The Temple Bar, named after Dublin's oldest city precinct, opened in March of 1999. Situated in downtown Stamford's thriving city district, this unique Irish pub was immediately embraced by diehard Irishmen, local corporations, as well as social seekers throughout Fairfield and Westchester Counties.With it's bi-level Celtic-meets-Gothic interior, this 10,000 square foot dining and gathering spot offers a genuine pub atmosphere with an authentic Irish menu, beer, wine and spirits, and Temple's signature live entertainment including Irish folk, jazz and acoustic music. The furniture and fittings have been carefully selected from around the world. With the majority coming from Ireland, England and France. Each piece has its own story, one of the bars came from a 16th century church in Central France and the signature iron arches once decorated a Victorian estate near London.  ~ You are welcome to join us on Bedford Street. The Premiere Opening of the "The Living Room", was held on September 18th 2003, the newest edition to the already well-established Temple Bar located on Bedford Street, downtown Stamford. PRESS RELEASE: Sept. 18, 2003The Temple Bar, Stamford Connecticut, is putting the finishing touches to the latest Lounge to open in Downtown Stamford.  Spread over two floors, "The Living Room" adds a lively dimension to the already established Temple. The scheme of the venue works on two levels with what will now be three very different concepts, attracting a mixed clientele -  "The Temple Bar" on the lower level, the new upstairs "Living Room" and the newly renovated 'Pulse Club". The Living Room, in sharp contrast, has been revamped into a place of fun and lounging by designer Joanne Malley from Dublin.  "I feel it will add something truly different to the Stamford bar scene. Comfortable furniture makes it the perfect place to unwind, and a venue where 'chilling out' is compulsory", according to Joanne.  After witnessing the recent arrival in Stamford of many new disco bars, proprietor Sean James decided there was a niche that was not catered to. "We felt there was a gap in the market for a venue where people could relax in sophisticated yet non pretentious surroundings. The Living Room is aimed at the 23+ demographic, people who are growing tired of the meat market clubs but are not ready to retire to Florida just yet!"   The Living Room is a great cocktail bar, a relaxed, sophisticated lounge with a live jazz and intimate music setting.  The Design team have executed inspirational design and quality installation. A heavy use of dark woods, deep brown and cherry red leather seating, and a series of intelligent partitions, lend the venue an air of sophistication and intimacy.  The lighting is simple yet dramatic.  Dark corners and warm yellows sit together neatly, avoiding any allusion to dinginess, without losing any sense of atmosphere. The Temple Bar, named after Dublin's oldest city precinct, opened in March of 1999 and has achieved a strong reputation in Connecticut.  With it's Celtic-meets-Gothic interior, this gathering spot offers a genuine pub atmosphere with an authentic Irish menu, beer, wine and spirits, and The Temple's signature live entertainment every weekend.   The Temple continues to be the destination of choice for the party and club goers alike. The newly renovated  "Pulse Club", just keeps the party going!!  The "Pulse Club" is a high-energy environment where club goers arrive in droves to listen to the lates tgrooves by the best DJs on the block. Service provided throughout the Temple is considered to be as instrumental to the success of 'The Living Room' as vodka to a Bloody Mary.  "The staff have undergone long, enjoyable training where the job has become second nature, allowing their true personalities to shine through", explains owner Sean James.  Each member of staff is allocated their own cocktail station, maximizing the slickness of the all-important service. In "The Living Room" the bar will offer simple but superb snacks.  Intimate private parties of two or more are what our staff is trained for. 120 Bedford Street, newest lounge, the Living Room, the Pulse Club and the Temple Bar together boast one of the exhaustive selections of spirits and liquors in Connecticut plus a range of fantastic cocktails. Food has always been an important feature of the Temple bar where you can go and enjoy some delicious Irish fare including Fish'n' chips, Shepherds Pie, corned beef and cabbage.  In "The Living Room" the bar will offer simple but superb snacks

  15. L'histoire de la brasserie • La storia delle industrie della birra nel Nord-Pas-de-Calais è fortemente legato alla storia degli uomini. Noi vi proponiamo una ricostruzione delle vicende storiche per meglio comprendere l’importanza di questa attività oggi. • La regione deve la sua tradizione delle industrie della birra a molti fattori. Il primo è legato al clima. La vigna non può crescere nella regione a causa della mancata influenza del Sole e della relativa freschezza. Il secondo è il vantaggio di due aspetti: si dispone di abbondante acqua sotterranea e di terre fertili che permettono la coltura delle materie prime della birra: frumento, orzo e luppolo. • Nel 1891, si contavano in Francia 2732 industrie della birra di cui 1134 nel Nord e 517 nel Pas-de-Calais. 19 anni più tardi, passarono a 1353 a Nord e 575 nel Pas-de-Calais. Nel 1937, secondo l’annuario Grau, il declino è già percepibile poiché si contavano 943 industrie regionali. Nel 1957, il loro numero passò a 179… Alla fine del 19° secolo, le industrie della birra si ripartirono nella regione in modo disomogeneo con una densità più forte al Nord che nel Pas-de-Calais. Si trovano numerose industrie nelle circoscrizioni di Valenciennes, Cambrai, Avesnes-sur-Helpe, Dunkerque e Saint Omer. La Flandre francese conta ugualmente numerosi stabilimenti. Per altro, la densità è di molto inferiore salvo nelle grandi città come Lille, Arras, Calais e Boulogne-sur-Mer. • Lo sviluppo delle industrie della birra nel 19° secolo è legato al progresso apportato dalla rivoluzione industriale: le operazioni di mescolanza si meccanizzarono, la macchina a vapore permise di produrre di più e di sostituire la manodopera. I lavori di maltazione e delle industrie della birra sono stati effettuati dagli uomini fino al 1920. Agli inizi del 20° secolo, la maggior parte di queste industrie erano delle aziende artigianali. Si trattava di un settore ben definito : la consegna si effettuava in un perimetro massimo di 10 chilometri e la produzione non superava più di 5000 ettolitri. I fabbricanti producevano essenzialmente di birre con fermentazione alta. • Nel 1927, la cartina mostrava la stessa ripartizione ma numerose industrie della birra durante la prima guerra mondiale hanno sofferto o sono state distrutte. Gli eserciti non hanno esitato a saccheggiarle. Nel Pas-de-Calais, molte industrie chiuse non sono più riuscite a rinascere dalle loro ceneri. • Di fronte al disastro e in attesa dei danni di guerra, numerosi fabbricanti di birre hanno cessato ogni attività o si sono raggruppati per formare cooperative o vere e proprie unioni di industrie di birra. Distruzione, raggruppamenti, nel 1939, non si contavano più di 919 industrie nei due dipartimenti, cioè la metà di quelle presenti 25 anni dopo. Il “vento” del progresso ha continuato a soffiare: le consegne vennero realizzate con autocarri che permettevano di vendere maggiormente su distanze più lunghe e a prezzi più bassi. Le ricerche di Pasteur, la generalizzazione della fermentazione bassa (già in servizio da 30 anni nell’Est della Francia) hanno rivoluzionato l’industria della birra regionale ma, quest’innovazione è costata cara e ha imposto mezzi finanziari importanti; in particolare per l’acquisto di attrezzature di raffreddamento e di imbottigliamento. I più piccoli non vi sopravvissero. • La seconda guerra mondiale, poi, ha portato distruzione e sciacallaggio, essendo la Regione di nuovo in prima linea. Verso la fine della guerra, i fabbricanti di birra dovettero far fronte ad un altro dramma. La concorrenza del vino si fece sempre più rigorosa. La consumazione della birra si abbassò del 30%. Il vino, durante la guerra aveva conservato le sue lettere di nobiltà di buona qualità, mentre la birra, di debole densità e molto leggera (0,5 % Vol. Alc.) assomigliava a l’acqua gassata al sapore di luppolo. Le materie prime sono state oggetto di restrizione fino al 1950. I fabbricanti non avevano più i mezzi per produrre una birra di buona qualità. Altro avvenimento tragico: l’arrivo di nuove bevande (birre importate, soda, limonata) che li indebolì ancora di più. Nel 1950, non si contano più di 137 industrie della birra. • Sul piano industriale la concentrazione continuò: la produzione progredì nei grandi stabilimenti, si modernizzarono e si consegnarono ad una concorrenza accanita. Nel 1958, si contavano 71 industrie, 45 nel 1976, 23 nel 1985. Molti fabbricanti trascurarono la fabbricazione per divenire agenti e s’installarono nelle grandi città (Terken, Lille, Armentières). La nascita dei supermercati e ipermercati mise fine a quest’attività e anche alle ultime industrie a conduzione familiari. Oggi, se ne contano 28 (secondo il nostro censimento). Questa ripresa è dovuta alla moltiplicazione di micro-industrie come a Fourmies, Lille, Calais o ancora Saint-Pol-sur-Ternoise. • Attualmente le industrie della birra, nell’insieme, sono distribuite su tutta la Regione e “pubblicano” la loro diversità. Tra il locale “La Choulette” a Hordain e quello ultra-moderno dell’Heineken a Mons-en-Baroeul, è difficile stabilire un rapporto. Il patrimonio culinario della Regione è sopravvissuto alle guerre, alla concorrenza, all’industrializzazione ed è certamente ciò che è più importante per le papille dei consumatori innamorati di questa regione. Le birrerie del Nord hanno un loro orgoglio, una loro ricchezza e un loro savoir-faire come argomento di vendita di fronte alle multinazionali della birra per la nostra più grande felicità. • L’ histoire de la brasserie dans le Nord-Pas-de-Calais est intimement liée à l’Histoire des hommes. Nous vous proposons de remonter le temps pour mieux comprendre l’importance de cette activité aujourd’hui. • La région doit sa tradition brassicole à plusieurs facteurs. Le premier est lié au climat. La vigne ne pousse pas dans la région à cause du manque d’ensoleillement et de la relative fraîcheur. Le second est à l’avantage des deux départements : ils disposent d’eaux souterraines abondantes et de terres fertiles permettant la culture des matières premières de la bière : le blé, l’orge et le houblon. • En 1891, on recensait en France 2732 brasseries dont 1134 dans le Nord et 517 dans le Pas-de-Calais. 19 ans plus tard, leur nombre passe à 1353 dans le Nord et 575 dans le Pas-de-Calais. En 1937, selon l’annuaire Grau, le déclin est déjà perceptible puisqu’on dénombre 943 brasseries régionales. En 1957, leur nombre passe à 179… A la fin du XIXème siècle, les brasseries se répartissaient sur l’ensemble de la région de manière inégale avec une densité plus forte dans le Nord que dans le Pas-de-Calais. On trouve de nombreuses brasseries dans les arrondissements de Valenciennes, Cambrai, Avesnes-sur-Helpe, Dunkerque et Saint Omer. La Flandre français compte également de nombreux établissements. Ailleurs, la densité est moindre sauf dans les grandes villes comme Lille, Arras, Calais et Boulogne-sur-Mer. • Le développement des brasseries au XIXème siècle trouve son origine dans les progrès apportés par la révolution industrielle : les opérations de brassage se mécanisent, la machine à vapeur permet de produire plus et de remplacer la main d’œuvre. Dans la région, les travaux de malterie et de brasserie ont été effectués par des hommes jusqu’en 1920.Au début du XXème siècle,la grande majorité des brasseries sont des entreprises artisanales. On brassait pour un secteur bien défini : la livraison s’effectuait dans un périmètre maximum de 10 kilomètres et la production ne dépassait pas 5000 hectolitres. Les brasseurs produisaient essentiellement des bières de fermentation haute. • En 1927, la carte montre la même répartition mais de nombreuses brasseries ont souffert ou ont été détruites pendant la première guerre mondiale. Les armées, à la recherche de métaux ferreux et non ferreux comme le cuivre, n’hésiteront pas à piller les brasseries. Dans le Pas-de-Calais, de nombreuses fermes brasseries n’ont pas réussi à renaître de leurs cendres. • Face au désastre et dans l’attente des dommages de guerre, de nombreux brasseurs cesseront toute activité ou se regrouperont pour former des coopératives ou des unions de brasseries. Destructions, regroupements, en 1939, on ne dénombre plus que 919 brasseries dans les deux départements, soit la moitié de moins que 25 ans plus tôt. Le vent du progrès continue de souffler sur la région : les livraisons se font en camions permettant de vendre davantage, plus loin et moins cher. Les recherches de Pasteur, la généralisation de la fermentation basse (déjà en service depuis 30 ans dans l’Est de la France) vont révolutionner la brasserie régionale mais, ces innovations coûtent cher et imposent des moyens financiers importants notamment pour l’achat de matériel de refroidissement et de soutirage (mise en bouteilles). Les plus petits n’y survivront pas. • La seconde guerre mondiale apportera son triste lot de destructions et de pillages, la région étant une nouvelle fois en première ligne. Au sortir de la guerre, les brasseurs durent faire face à un autre drame. La concurrence du vin se fit de plus en plus sévère. La consommation de bière baissa de 30%. Le vin, denrée rare pendant la guerre, avait gardé ses lettres de noblesse, il était de bonne qualité alors que la bière, de faible densité et très légère (0,5% Vol. Alc.) ressemblait à de l’eau gazeuse parfumée au houblon. Les matières premières ont fait l’objet de restrictions jusqu’en 1950. Les brasseurs n’avaient donc pas les moyens de produire une bière de bonne qualité. Autre événement tragique pour la brasserie régionale : l’arrivée de nouvelles boissons (bières importées, soda, limonade)qui les fragilisa encore un peu plus. En 1950, on necompte plus que 137 brasseries. • Sur le plan industriel, la concentration se poursuit : la production progresse dans de grands établissements, modernes, se livrant à une concurrence acharnée. En 1958, on dénombre 71 brasseries, 45 en 1976, 23 en 1985. De nombreux brasseurs délaissent la fabrication pour devenir dépositaires et s’installent dans les grandes villes (Terken, Lille, Armentières). L’arrivée des supermarchés et hypermarchés mettera un terme à cette activité et aura raison des dernières brasseries familiales. Aujourd’hui, on en dénombre 28 (selon notre propre recensement). Cette reprise est due à la multiplication des micro-brasseries comme à Fourmies, Lille, Calais ou encore Saint-Pol-sur-Ternoise. • Actuellement les brasseries, toutes catégories confondues, sont disséminées sur l’ensemble de la région et affichent leur diversité. Entre la brasserie « La Choulette » à Hordain et la brasserie ultra-moderne d’ Heineken à Mons-en-Baroeul, difficile d’établir un rapport. Le patrimoine culinaire de la région a survécu aux guerres, à la concurrence, à l’industrialisation et c’est sans doute cela le plus important pour les papilles des consommateurs et amoureux de cette région. Les brasseurs du Nord ont leur fierté, leur richesse et leur savoir-faire commearguments de vente face aux multinationales de la bière pour notre plus grand bonheur.

  16. Restaurant Fruits de Mer Pizzeria Brasserie • 6 Place de Paris • 27200 VERNON • France • Tél :33 (0) 232.51.48.54 • Fax : 33 (0) 232.51.17.77 • Affectueuseument surnommé le « PP » par les Vernonnais,le Paris-Plage • tire son nom de l’ancienne plage au bord de la Seine où les Parisiens • venaient prendre un bol d’air le dimanche, il y a encore quelques dizaines • d’années. • Le Paris-Plage est un établissement incontournable à Vernon, pour de multiples raisons : • pour son cadre agréable à la décoration exotique • parce qu’il est ouvert tous les jours sauf le lundi du déjeuner à tard • dans la soirée, de 11h à 0h30, et qu’il sert à toute heure • parce qu’il propose aussi bien des croque-monsieur que • de somptueux plateaux de fruits de mer, d’appétissantes • salades, des pizzas, ou des menus traditionnels • à 11, 17 et 24euros (tarif 2005). La carte de plusieurs • pages paraît infinie, difficile de ne pas y trouver son bonheur. • parce qu’on peut y déguster un grand choix de cocktails • avec ou sans alcool, par exemple en sortant du cinéma tout proche • pour sa grande terrasse fleurie où il fait bon lézarder dès les premier rayons du soleil • pour son service de vente à emporterdesalades et pizzas de 11h à 15h30 et de 18h30 à 0h30 • pour ses soirée festives tous les jeudis, vendredis et samedis soirs. L’animation y est assurée par un groupe de musiciens, un magicien ou un karaoke. LE PARIS PLAGE

  17. Die bayerische Brauordnung aus dem Jahre 1539 legte fest, daß nur zwischen dem Festtag des heiligen Michael am 29. September und dem Ehrentag des heiligen Georg am 23. April gebraut werden durfte. Im Sommer war das Bierbrauen verboten, weil Brandgefahr durch das Sieden bestand. Deshalb mußte für die heißen Tage ein Biervorrat angelegt werden. Um die Haltbarkeit zu erhöhen wurde das letzte Bier etwas stärker eingebraut: das Märzenbier, das den Sommer über verkauft werden sollte. Ein Problem hatten die Brauer allerdings. Wie sollten sie das Bier kühlhalten? Die Lösung fanden Sie im Bau von Bierkellern - abgeleitet von den Kellern der Privathaushalte, die damals zur Lagerung verderblicher Vorräte dienten. Die Kellerräume der Braustätten waren meist durch die Produktion belegt. So entstanden spezielle Bierkeller, im allgemeinen direkt neben dem Brauhaus. Durch den hohen Grundwasserspiegel in München konnten diese Keller allerdings nicht tief genug angelegt werden. Im Winter sägten die Brauer deshalb zur Kühlung Eis in Stangen aus den umliegenden Weihern. Gegen die hartnäckige Sommersonne pflanzten Sie schattenspendende Bäume. Die Kastanie, der einheimische Baum mit den größten Blättern, entwickelte sich zum Dach für die unterirdischen Gewölbe und somit zum traditionellen Biergartenbaum. Weil die Brauer ihr Bier direkt an die Bevölkerung verkaufen wollten, stellten sie unter die Kastanienbäume Tische und Bänke und boten ihr kühles Bier feil. Münchens Wirte liefen Sturm dagegen. Die Brauer, so ihr Argument, sollten die Wirte beliefern und nicht an jedermann ihr Bier verkaufen. Um einer Rebellion vorzugreifen, lenkte der Bayern-König Ludwig I. ein: Er genehmigte den Bierausschank über den Kellern, verfügte aber, daß die Brauer kein Essen verkaufen durften. Wer also seine Maß Bier im Schatten der Kastanienbäume genießen wollte, mußte seine Brotzeit selbst mitbringen. L'ordine bavarese di fermentazione dall'anno 1539 ha specificato che il periodo di produzione della birra va dal 29 Settembre al 23 Aprile,questo per evitare il rischio d’incendio che si può correre d’estate.. Questo ha causato molti disagi per i produttori di birra…così si è dovuta trovare una soluzione:la cantina sotterranea; alcune erano riservate alle famiglie più ricche. Di solito queste cantina venivano costruite vicino i luoghi di produzione. Per riparare le cantine dal caldo dell’estate si piantarono i Castagni che sono diventati ora la pianta che caratterizza il Biergarten. I produttori volendo vendere la loro birra direttamente alla gente, attaccarono la tabella dei prezzi sul tronco del Castagno. I proprietari di Monaco di Baviera si sono ribellati a questo pretendendo che i produttori di birra una volta prodotta la bevanda fornissero i venditori senza venderla direttamente. Per evitare una ribellione il Re Ludwig I ha autorizzato i Biergarten,vietando però di vendere cibi; chi voleva mangiare nei giardini doveva portare il cibo autonomamente Die Geschichte

  18. Unser LÖWENBRÄUKELLER-BIERGARTEN ist ein Kleinod und eine Oase mitten in der Stadt. Er ist in der Saison täglich von 10 Uhr bis 24 Uhr offen.Wie alles im Löwenbräukeller hat auch unser Biergarten natürlich Geschichte geschrieben. Ebenfalls 1883 eröffnet, war er lebendig in die Kulturszene der Stadt eingebunden. Um die Jahrhundertwende musizierten hier weltbekannte Militärkapellen, darunter die renommierten Wiener Deutschmeister und der weltberühmte amerikanische Marschkomponist John Philipp Sousa mit seinem Orchester. Unter großen, schattenspendenden Kastanien gelegen, garantiert unser Biergarten einen ebenso erholsamen wie angenehmen Aufenthalt an warmen Tagen. Bereits beim Erscheinen der ersten Sonnenstrahlen im März erfreut er sich größter Beliebtheit, welche ungebrochen bis Oktober anhält. Er hat ungefähr eintausend Plätze, aufgeteilt in einen Bereich mit Bedienung und einen größeren Teil mit preiswerter Selbstbedienung. In einer Standlreihe werden hier das süffige Löwenbräu direkt vom Faß gezapft und original Münchener Biergarten-Schmankerln und Grillspezialitäten angeboten. Oft steht auch ein ganzer Ochs vom Spieß auf dem Speiseplan - eine besondere Delikatesse, die in der Ochsenbraterei vorm Eingang für alle sichtbar zubereitet wird und eine Attraktion, die Sie sich auf keinen Fall entgehen lassen sollten. Der Löwenbräukeller-Biergarten steht für ein echtes Biergartenerlebnis - hier finden Münchner Stammgäste und Besucher aus al ler Welt Erholung von Mühe und Reise!

  19. In terra Italica i primi estimatori della birra furono gli Etruschi che, nei loro convivi amavano consumare una bevanda fermentata moderatamente alcolica, chiamata “pevakh”,fatta inizialmente con segale e farro,poi con frumento e miele. Anche i Romani, dominatori dell’intero continente, pur preferendo il vino,che li fa sentire più forti e civilizzati, non disdegnano però questa bevanda “barbara” che tanto piace alle popolazioni non latine. Ne è attratto Giulio Cesare che,nei suoi Commentarii, racconta come i Celti iniziassero ogni trattativa con una porzione della bionda bevanda; Augusto ne esalta,addirittura, le virtù terapeutiche, convinto di essere riuscito a guarire da un fastidioso mal di fegato proprio grazie alla “cervisia” ed anche Nerone ne fu fervido estimatore come Agricola,il governatore della Britannia, che, tornato a Roma nell’83 d.C. insieme a tre mastri birrai di Glavum, trasformò la sua residenza nel prototipo di un moderno pub,con tanto di birreria e mescita annesse. Alla caduta dell’Impero, con la presa del potere da parte di Visigoti,Ostrogoti e Longobardi, la birra, specialmente nel Nord d’Italia anche a causa delle continue incursioni dei Lezichenecchi. La birra è consumata in prevalenza dagli uomini,mentre per le donne l’assunzione deve avvenire sotto controllo medico. Come sono lontani i tempi in cui le matrone romane potevano disporne a piacimento per imbiondirsi i capelli o per salutari bagni! La birra che si beve in Italia fino a questo momento è tutta d’importazione. Le cose cambiano a metà del ‘700,quando Lazzaro Spallanzani scopre che la fermentazione è il risultato del metabolismo di un essere vivente:il lievito. La prima vera fabbrica di birra apre a Nizza Marittima, ancora Italiana nel 1789,ad opera di Giovanni Baldassarre Setter. Nel 1890, le aziende che producono birra nel nostro paese sono già 140: quasi tutte al Nord,grazie all’abbondanza di acque sorgive, e per la presenza austriaca sul territorio che ha portato buoni insegnamenti per quanto concerne la produzione. Ma com’erano le prime birre “made in Italy”? Si trattava prevalentemente di “birroni”, bevande forti ad alta fermentazione che,abitualmente, si mischiavano con l’acqua per stemperarne il gusto. Con l’aiuto dei mastri birrai austriaci, boemi e tedeschi la birra italiana migliora di anno in anno e, dal 1890 alla fine del secolo, aprono 150 nuove fabbriche, anche al Sud. A questo punto non si può più dipendere dall’estero e gli industriali iniziano a creare colture di orzo da birra e a costruire malterie proprie.

  20. VOILA’… IL LOGO ECCOLOQUA!!!

  21. La lista era lunga, la scelta difficile, ma alla fine la classe ce l’ha fatta: REPUBLIC è ilnome del nostro pub! Primo ostacolo superato…ora tocca a noi del logo! Siamo partite con qualche schizzo, per poi sottoporre il tutto al giudizio della classe. È statoun lavoro di fantasia allo stesso tempo coerente con il significato del nome. Ecco il risultato: Pub x Natascia Irish Pub The Project Beautiful Republic

  22. Vi piace?! Successivamente abbiamo proceduto alla realizzazione vera epropria, in primis, cercando di assemblare le varie parti scaricate da internet con un programma di grafica,che si è rilevato troppo difficile da utilizzare, per questo abbiamo chiesto aiuto ad una ragazza del mercurio ma il risultatoottenuto non è stato dei migliori e, per questo, abbiamo optato per un design manuale/artistico.

  23. Ora passiamo alle spiegazioni della nostra creazione. Elementi fondamentali: lo scudo, il nome e l’Italia. Il primo per dare l’idea di accoglienza e protezione che caratterizzano ilnostro staff; il nome fa invece riferimento alla repubblicaitaliana che tradotto in inglese contiene la parola PUB.

  24. Alla creazione del logo hanno partecipato: Tuzi Ilaria (capogruppo) Crosta Silvia Vincenzi Maddalena con la collaborazione di Vecchi Ramona

  25. FINANZIAMENTI Area di progetto V b igea Principi Marilena Gruppo Contabilità

  26. Perché ci servono finanziamenti? La nostra snc in sede di costituzione ha ottenuto come conferimenti da parte dei soci ben 480000 euro (conferimento singolo 2000 euro), ma nonostante ciò essa necessita di ulteriori fonti per poter finanziare le molteplici spese che la creazione dal nulla di un pub pizzeria necessita….

  27. Quindi………. Quindi, con questa esigenza, ci siamo rivolti a due banche della nostra città, sia tramite internet sia tramite contatto diretto, avendo come obiettivo quello di ottenere informazioni in merito alla nostra problematica, e confrontando le soluzioni a noi forniteci. Vediamo cosa è accaduto!!!

  28. Prima banca: BANCA DELLE MARCHE

  29. Data: 09/12/2005 Luogo: Classe V B igea Sig.: Lilla Giuseppe Direttore filiale della BdM in Montesanpietrangeli

  30. Come ci dobbiamo comportare? Una volta costituita la società, bisognerebbe recarsi dalla Banca presso la quale si intende richiedere il finanziamento con un commercialista, poiché questo significa avere già chiari gli aspetti fiscali, così da poter subito pianificare un intervento.

  31. Cosa ci verrà consigliato? Secondo il direttore di questa banca è opportuno: • Accedere ad un finanziamento con rimborso rateale di 100000 euro, per l’acquisto di immobilizzazioni; • Apertura di uno scoperto di c/c, in cui all’inizio si da la possibilità di andare sotto di 20000 euro. Questo c/c ha la funzione di coprire eventuali sfasature temporali tra entrate e uscite di denaro per l’acquisto, ad esempio, di generi alimentari.

  32. Attenzione!!!! Nello statuto, che nelle società di persone si trova nell’atto costitutivo, è bene nominare, al fine di evitare problemi successivi, uno, due o tre soci che rispondano in giudizio per gli atti di straordinaria amministrazione (concessione di fidi), poiché per gli atti di ordinaria amministrazione(firmare assegni) rispondono tutti.

  33. Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio!!!!! La banca prima di concederci dei prestiti ha bisogno: • Notizie sul nostro conto così da valutare la nostra affidabilità; • Opportune garanzie, per recuperare il proprio denaro nel caso in cui noi non fossimo in grado di restituirlo.

  34. Le garanzie….. Esse possono essere: • DI CAPITALE: • DI PERSONE

  35. Le garanzie di capitale • Ipoteca questa però non è praticabile nel nostro caso in quanto il locale in cui avrà luogo il nostro esercizio è in affitto. • Pegno esso si accetta solo su titoli sicuri, che noi non possediamo. Perciò vista l’inadeguatezza di entrambe, non ci resta che ricorrere alle garanzie di persone….

  36. Le garanzie di persone • Fideiussione Si redige una scrittura con tutte le firme dei soci in cui essi si impegnano in solido a provvedere al pagamento del debito, cioè la banca può chiedere il saldo di esso a qualunque socio.

  37. Le garanzie di persone 2.Cooperative di credito Esse sono cooperative, verso le quali la banca indirizza soprattutto i giovani, che garantiscono con il loro patrimonio per il debito contratto da coloro che si iscrivono ad esse. Per divenire membri di esse è necessario nella maggior parte dei casi versare una cauzione consistente in tre rate mensili e una cauzione, che verrà restituita al pagamento del debito. Nella fattispecie ci è stato consigliato di rivolgerci alla EUROFIDICOOPdi Porto San Giorgio

  38. A caccia di notizie ……. La Banca per accertare la nostra affidabilità interroga delle banche dati, quali: • CERVED: fornisce indicazioni dal punto di vista anagrafico e civilistico. È sufficiente inserire il nome del soggetto e si ottengono informazioni persino delle partecipazioni che egli detiene in altre società. • GRIFF E EXPRIAN: misura il merito creditizio, ciò significa che indica se un soggetto ha altri finanziamenti in corso, e come egli sta provvedendo alla loro estinzione (es. se è puntuale nei pagamenti..).

  39. CENTRALE RISCHI(CRA – CRB): misura l’esposizione complessiva verso il sistema:le garanzie di un soggetto, se è stato segnalato in posizione di sofferenza (cioè nel caso in cui ci sia uno stato di insolvenza nei confronti di una banca e quest’ultima facendo degli atti dal notaio, impedisca la possibilità di richiedere finanziamenti ad un’altra banca). DALL’INTERROGAZIONE DI QUESTE BANCHE DATI SI EVINCE IL CONTENZIOSO DI UN SOGGETTO(ALTO, MEDIO, BASSO)CHE COSTITUISCE L’OTTICA IN CUI OPERA LA BANCA.

  40. E per noi giovani? Per noi giovani ci sono dei contributi a fondo perduto erogati nella maggior parte dei casi dalla REGIONE che i giovani che si apprestano a richiederli non devono restituirli. Di essi la Banca delle Marche fornisce, a coloro che hanno i requisiti, la documentazione necessaria.

  41. Il tasso di interesse A questo punto inizia la trattazione del tasso di interesse che ha una base fissa, corrispondente alle transazioni da banca a banca, del 2.25%. Ovviamente poi esso viene calibrato a seconda della scadenza del prestito che in questo caso non essendo garantito da ipoteca, prende il nome di “prestito chirografario” con una durata di 5 anni, prolungabile anche a 7 se garantito da una cooperativa.

  42. E per le imprese neocostituite? La Banca delle Marche offre per le imprese neocostituite dei tassi favorevoli, sia variabili che fissi: • Variabile: tasso euribor *+spread di 1.75punti, così da ottenere un tasso finale variabile di 4.25%; • Fisso (IRS): euribor + spread di 3.68 punti. *il tasso euribor varia ogni anno.

  43. Lo scoperto di conto corrente Un’altra fonte di finanziamento consigliata a questo tipo di attività è lo scoperto di conto corrente, cioè la possibilità di essere in sotto sul proprio c/c fino ad un massimo stabilito(nel nostro caso 20.000 euro), che verrà poi ricostituito con gli incassi realizzati. Il tasso d’interesse applicato è più alto rispetto a quelli precedentemente esplicati, ma con l’intervento di una cooperativa esso sarebbe più trattabile. Esso infatti, è del 6.75%, ma se i soci risultano essere anche clienti della banca, esso può slittare anche al 5%.

  44. E una volta ottenuto il fido?! Una volta ottenuto il fido questo deve essere riconfermato ogni anno. La riconferma avviene analizzando il bilanciod’esercizio che, a rigor di logica, è il mezzo che ci permette di estinguere il nostro debito.

  45. Quindi cosa fa la Banca Per confermare il fido la banca riclassifica con un programma apposito il bilancio definitivo e ne studia gli indici principali quali: • ROI: Reddito operativo: tot. Impieghi % • ROS: Reddito operativo: ricavi di vendita % • Leverage: Cap.proprio: tot.impieghi (0.60)

  46. Imprenditoria giovanile: Legge 95/95 - ex. 44/86 • Struttura responsabileSviluppo Italia Spa • FinalitàL'obiettivo di questa agevolazione è di favorire la nascita di nuove imprese costituite da giovani di età inferiore ai 36 anni (non compiuti).

  47. Beneficiari Soggetti di età compresa tra i 18 e 36 anni, residenti nei territori di applicazione della legge (zone Obiettivo 1 e 2) alla data del 1° gennaio 1994, costituiti in una delle società commerciali (s.n.c. - s.a.s - s.r.l. - S.p.A. - s.a.p.a. - s.s. - cooperative e piccole cooperative).

  48. Settori di attività ammesseProduzione di beni in agricoltura, artigianato, industria e fornitura di servizi alle imprese. • Risorse€ 24.445.200,00 • Modalità presentazione domandaAlla Veneto Sviluppo spa

  49. Intensità aiutoLe agevolazioni sono molto elevate, ma l'algoritmo di calcolo tiene conto di molteplici parametri; l'agevolazione può arrivare a circa il 50% a fondo perduto, a cui si aggiunge un mutuo (a tasso molto agevolato), pari al 40% degli investimenti, da restituire in 10 anni. Si aggiungono, per i primi 2 anni di attività, agevolazioni per l'acquisto di materie prime e spese di gestione che possono arrivare al 50% del totale delle spese sostenute.

  50. Spese ammissibiliStudi di fattibilità, acquisto di terreno e realizzazione di opere murarie, allacciamenti ed impianti generali, sistemazione delle aree esterne, macchinari ed attrezzature, impianti specifici e tecnologici, beni immateriali (software, brevetti ecc.). • Responsabile istruttoriaSviluppo Italia spa

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