1 / 24

RUOLO DEL MMG NELLA OSSERVAZIONE E DIAGNOSI

RUOLO DEL MMG NELLA OSSERVAZIONE E DIAGNOSI. Giulio Corgatelli S.I.M.G. Firenze. IL PROBLEMA DIPENDENZE IN MEDICINA GENERALE. LE “TAPPE” DEL “RUOLO POSSIBILE”.

Download Presentation

RUOLO DEL MMG NELLA OSSERVAZIONE E DIAGNOSI

An Image/Link below is provided (as is) to download presentation Download Policy: Content on the Website is provided to you AS IS for your information and personal use and may not be sold / licensed / shared on other websites without getting consent from its author. Content is provided to you AS IS for your information and personal use only. Download presentation by click this link. While downloading, if for some reason you are not able to download a presentation, the publisher may have deleted the file from their server. During download, if you can't get a presentation, the file might be deleted by the publisher.

E N D

Presentation Transcript


  1. RUOLO DEL MMG NELLA OSSERVAZIONE E DIAGNOSI Giulio Corgatelli S.I.M.G. Firenze

  2. IL PROBLEMA DIPENDENZE IN MEDICINA GENERALE

  3. LE “TAPPE” DEL “RUOLO POSSIBILE” 1. Incontrare il paziente2. instaurare e strutturare una relazione efficace3. verifica dello stato neuropatologico4. analisi dello stato della motivazione

  4. 1 e 2. INCONTRARE ED INSTAURARE UNA RELAZIONE EFFICACE □ Evitare le “triangolazioni” ed i rapporti indiretti □Atteggiamento “aperto” (empatico) □ Competenze umane e relazionali oltre che scientifiche □ Massima importanza all’ascolto □ Rispetto dei fondamenti dell’empatia

  5. EMPATIA: UN “BUON” ASCOLTO È UN “ASCOLTO ATTIVO” DELL’ALTRO □ Focalizzarsi sull’altro: saper guardare □ Adattarsi all’altro: ascoltare “con le orecchie e con il corpo” □ Non esprimere giudizi negativi o positivi □ Mostrare all’altro la propria comprensione □ Non limitarsi ad accogliere le parole dell’altro ma tutta la sua comunicazione interpretandola attraverso i segnali verbali e non verbali inviati □ Riuscire a stimolare l’altro a continuare il suo discorso. □ Saper rispondere (scegliere parole idonee a mantenere attivi e ben funzionanti i canali comunicativi)

  6. 3. VALUTAZIONE DELLO STATO NEUROPATOLOGICO Uso ricreativo o dipendenza (da sostanza o non) più “strutturata”? Social use – uso ricreativo Regulated relapse – ricaduta ritmata Compulsive relapse – ricaduta incontrollabile

  7. a) SOCIAL USE - Uso ricreativo □Fase iniziale, ricreativa ed occasionaledell’uso di droghe • Esempio tipico l’adolescente che inizia a fumare spinelli o fare binge alcolici (abbuffate) o a sniffare eroina e/o cocaina il sabato sera nel suo gruppo di pari. □Vari fattori, genetici e ambientali, condizionano il passaggio alla fase successiva o la cessazione dell’assunzione o del comportamento additivo

  8. a) SOCIAL USE - Uso ricreativo □Cosa Fare? • Colloquio informativo sui rischi - Ev. invito a colloquio anche presso il SERT, se non già avvenuto • Se necessario impostare con il SERT competente un programma di supporto (counselling ad impronta cognitivo comportamentale) • Screening clinico-laboratoristico (patologie correlate all’addiction) □Cosa non Fare? • Effettuare diagnosi senza consultare il SERT • Prescrivere psicofarmaci, in particolare benzodiazepine - Ricorrere a professionisti privati (Psicologi, Psichiatri): fondamentale già in questa fase la condivisione del problema con il SERT

  9. b) REGULATED RELAPSE- Ricaduta ritmica Uso regolare, ricorrente ma non continuo es. tipico il consumatore di eroina o cocaina (si diceva “luna di miele”) □Il soggetto: - Sperimenta tolleranza ed astinenza - Mantiene un relativo controllo decisionale sull’uso - Riesce ad avere un funzionamento decente nelle principali aree psicosociali □Fattori genetici e ambientali condizionano il passaggio alla fase successiva o la cessazione dell’assunzione o del comportamento additivo □Determinanti per la prognosi diagnosi precoce e adeguato trattamento

  10. b) REGULATED RELAPSE- Ricaduta ritmica □Cosa Fare? • Condividere il programma terapeutico con il SERT competente e supportarne l’ attuazione • Coinvolgere i familiari (se già non coinvolti) e effettuare una efficace azione di orientamento e supporto nei loro confronti • Rimanere “presenti” per tutta la durata del trattamento □Cosa non Fare? • Effettuare diagnosi o/e proporre piani terapeutici (p.es. Comunità Terapeutiche), senza consultare il SERT - Prescrivere psicofarmaci, in particolare BZD, o ricorrere a professionisti privati (Psicologi, Psichiatri) senza consultare il SERT

  11. c) COMPULSIVE RELAPSE - Ricaduta incontrollabile □ Uso continuo, compulsivo, più volte al giornodella/e sostanze o agiti continui del comportamento additivo - Ricadute anche a distanza di anni ed anni dall’ ultima assunzione □ Costante la compulsività-perdita di controllo completosul comportamento di ricerca ed assunzione (drug seeking, drug intake) □Scomparso il decision making(capacità di fare scelte tenendo conto di vantaggi e svantaggi futuri) Il soggetto vive per la droga o per il comportamento additivo, incurante dei danni per sé e gli altri (familiari, società) □ Funzionamento psicosociale gravemente invalidato

  12. c) COMPULSIVE RELAPSE - Ricaduta incontrollabile □Cosa Fare? - Comportamento del MMG: centrato sulla collaborazione con il SERT (titolare del clinical management) - MMG: ruolo di vigilanza? Verifica dell’andamento della terapia? Test e controllo patologie correlate (in collaborazione con il SERT) □Cosa non Fare? • Effettuare diagnosi o/e proporre piani terapeutici (p.es. Comunità Terapeutiche), senza consultare il SERT; • Prescrivere psicofarmaci, in particolare BZD, o ricorrere a professionisti privati (Psicologi, Psichiatri) senza consultare il SERT.

  13. 4. ANALISI DELLO STATO DELLA MOTIVAZIONE □ Obiettivo: far emergere la disponibilità del soggetto dipendente a farsi carico del suo problema per “cambiare” il suo stato di addiction; □ Modello di riferimento: Ruota degli “stadi” del cambiamento (James Prochaska, Carlo Di Clemente) □ Quale utilità? Riconoscerli = scegliere l’atteggiamento migliore e la strategia di intervento più efficace a favorire nel paziente la motivazione al cambiamento desiderato.

  14. LA RUOTA DEL CAMBIAMENTO

  15. GLI STADI DEL CAMBIAMENTO (da Prochaska, Di Clemente)

  16. a) PRECONTEMPLAZIONE “ Ma dove sta il problema? ” □La situazione attuale è “tutto ok” □Nessuna percezione del problema □Difficile da raggiungere ed “agganciare” □Non dare messaggi generici □Dare informazioni per accrescere la consapevolezza □Aiutare a prendere coscienza dei pericoli

  17. B) CONTEMPLAZIONE: PENSO AL CAMBIAMENTO “ Voglio ma non voglio ” □Continuo ondeggiare tra le ragioni per cambiare e quelle per far perdurare immutata la situazione □Stadio più importante nella storia di un soggetto con comportamento a rischio □Esistono i presupposti per accrescere la motivazione al cambiamento ed ottenere lo spostamento di idee e atteggiamenti che porta allo stadio successivo (determinazione: fase di preparazione al cambiamento) □Mettersi in posizione di ascolto attivo □Raccogliere con attenzione i messaggi verbali e non verbali … □In contemplazione un colloquio efficace o un intervento di counselling anche breve può avere le migliori prospettive di raggiungere lo scopo.

  18. INDICANO LA VOLONTÀ DI CAMBIARE □Atteggiamento più calmo, meno polemico □ “la cosa mi preoccupa”… “penso che la situazione sia seria”… “devo fare qualcosa”… “riuscirò a superare tutto questo” □ “in che modo potrò affrontare il problema?”… “ma come è possibile cambiare?”… “allora c’è qualcosa che funziona…” □ “in che modo cambierà la mia vita?”… “quali sono secondo Lei le ricadute più importanti del cambiamento, se riuscissi ad ottenerlo?” Emerge che il soggetto si è già mosso per “fare qualcosa”

  19. C) DETERMINAZIONE Cosa c’è da fare? Preparare al cambiamento □La bilancia dei “pro” e dei “contro” la decisione di cambiare pende stabilmente a favore dei “pro” □ Emerge la motivazione realee la determinazione ad accettare o a trovare le strade per il cambiamento □I segnali verbali sono inequivocabili: vanno colti per poterli opportunamente sfruttare a suo favore □Lo stadio della determinazione è una “finestra che resta aperta solo per un certo periodo di tempo” □Serve rafforzare l’impegno, acquisire fiducia e perfezionare le strategie.

  20. QUALI GLI OBIETTIVI DEL COUNSELLING BREVE IN QUESTA FASE? □ Aiutare il soggetto ad individuare la migliore strada da prendere per cambiare: - Accettabile ed accessibile - Appropriata ed efficace □Se necessario, discutere e concordarel’opportunità e l’utilità di coinvolgere nel piano d’azione servizi specialisticie creare con essi un aggancio funzionale □ Il soggetto, motivato, ha individuato– in collaborazione con i curanti – i passinecessari per ottenere il cambiamento desiderato □Agisce in modo coerenteal progetto, in genere con l’intervento di specialisti □Ruolo del MMG: supporto al progetto concordatocon il paziente ed all’attività realizzata in collaborazione con i Servizi specialistici

  21. AZIONE (attuare il cambiamento) • Il soggetto motivato ha individuato i passi da fare per il cambiamento • Agisce in modo coerente al progetto Ruolo del MMG • supporto al progetto concordato

  22. e) MANTENIMENTO (sostenere il cambiamento) • Ricorda: • Aver iniziato un cambiamento non garantiscedi per sé che esso verrà mantenuto • È necessario non “abbassare la guardia” • Importante che tutti i curanti (rete)mantengano una buona relazione tra loro e con il soggetto che sta attuando le strategie necessarie al cambiamento • Possibilità di passi indietro“minori” (cedimenti) o “maggiori” (ricadute).

  23. f) Ricaduta • I “passi indietro” (cedimenti o ricadute) sono eventi “normali” che possono accadere ogni volta che una persona cerca di modificare qualunque comportamento radicato nel tempo • Dopo una ricaduta il soggetto tende a restare bloccato in questo stadio • Sostenere la fiducia nel “ricominciare a girare”lungo la ruota ripercorrendone tutti i gradini per trovare motivazione, determinazione e le energie per il cambiamento • Se a conoscenza della ricadutapuò intervenire con interventi “di opportunità”e con strategie di approccio modulate secondo le regole della “ruota” • Porsi un unico obiettivo: • aiutare il soggetto a riavviarei processi di contemplazione, determinazione e azioneper impedire che resti impantanato o demoralizzato a causa della ricaduta

  24. CONCLUSIONI:RUOLO POSSIBILE DEL MMG NELLA RETE? 1. Incontrare il paziente2. Instaurare e strutturare una relazione efficace3. Verificare lo stato neuropatologico4. Analizzare lo stato della motivazione 5. Mantenere attiva la relazione con il paziente, la famiglia e la rete

More Related