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Come e perché investire sull’EDA ?

Aldo Tropea. Come e perché investire sull’EDA ?. Il punto di vista di chi sta nell’Amministrazione ma non è qui per rappresentarla. La situazione dell’EDA in Italia è caratterizzata da una clamorosa contraddizione.

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Come e perché investire sull’EDA ?

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Presentation Transcript


  1. Aldo Tropea Come e perché investire sull’EDA ? Il punto di vista di chi sta nell’Amministrazione ma non è qui per rappresentarla

  2. La situazione dell’EDA in Italia è caratterizzata da una clamorosa contraddizione tra la crescita della domanda di formazione degli adulti, gli annunci di aggiornamento…. ……..e la sostanziale riconferma con la CM del novembre 2002 dei tradizionali obiettivi del sistema eda

  3.  DATI Lombardia 1998-1999 2001 1999-2000 2002 2000-2001 2001-2002 N^ CTP 375 492 516 546 N^ corsi attivati N^ iscritti 7.197 7.197 48.775 15.223 51.883 14.061 17.068 N^ iscritti 152.019 310.217 337.873 373.602 La crescita dell’offerta formativa Dati Nazionali 2003 55.252 33.960 paganti

  4. I perché della crescita • È un fenomeno in larga misura spontaneo, dovuto a fattori sociali e culturali… • ma in buona parte dovuto anche al dinamismo dei Centri Territoriali Permanenti e al loro radicamento sul territorio, secondo il compito loro assegnato dall’art. 6 della Direttiva 22: l’attuazione dell’offerta formativa integrata attraverso accordi di rete tra scuole di diverso ordine e grado

  5. il primo investimento necessario è quello relativo alla costruzione degli strumenti necessari perché si costituisca si articoli un sistema di EdA che “accresca la formazione libera del cittadino (i suoi diritti di cittadinanza), oltre che del lavoratore, indicando prospettive di rapporto tra l’offerta formativa formale (scuola e formazione professionale) e quella non formale

  6. Anche per il governo esistono elementi di criticità • mancanza di un sistema nazionale organico • assenza di un piano nazionale per raggiungere gli obiettivi UE in merito alle competenze di base • mancanza di modalità condivise di accertamento delle competenze e di certificazione dei percorsi • inadeguatezza delle campagne di sostegno finalizzate alla promozione della domanda • sporadicità di azioni di monitoraggio delle attività

  7. Gli indirizzi programmatici • Indirizzo e sostegno ai CTP per la progettazione di percorsi mirati a favorire l’acquisizione, il mantenimento e l’arricchimento di competenze linguistiche, scientifiche, sociali e tecnologiche • Avvio del percorso di definizione di standard nazionali e di criteri di certificazione relativi alle competenze linguistiche, scientifiche, sociali e tecnologiche • Promozione di interventi mirati a favorire l’alfabetizzazione tecnologica delle persone anziane • Riorganizzazione dei CTP • Promozione di misure di accompagnamento e sostegno all’attuazione del Piano Triennale di alfabetizzazione relativo alla formazione dei docenti dei CTP • Costituzione di una struttura avente il compito di promuovere indagini e ricerche sulla valutazione delle competenze di base

  8. Le conseguenze dei ritardi politico-istituzionali sono pesanti • Il problema è che la formazione è centrale nella battaglia per l’inclusione sociale, ma questa non è affatto “scontata e naturale” • Lo sviluppo economico ha certamente bisogno oggi di alta qualificazione… • ma non comporta necessariamente una piena valorizzazione dei talenti di tutti ... • mentre rimane assolutamente vero che i diritti di cittadinanza passano attraverso la formazione

  9. Occorre una forte soggettività • Il riconoscimento della centralità della formazione è insieme frutto di una precisa opzione politica, anche perché comporta delle scelte precise di priorità nell’utilizzo di risorse sempre più scarse nel quadro della crisi del welfare… • una forte soggettività inter-istituzionale” dei soggetti sociali

  10. Chiarezza su alcune grandi scelte che non riguardano solo l’EDA • Il problema non è stabilire quanto estesa sia l’area di competenza dello stato o quale debba essere il confine tra gestione amministrativa e programmazione dell’offerta formativa • E’ invece necessario che sia il MIUR, sia le Regioni trovino gli strumenti per l’assolvimento dei compiti che già del D.Lgvo 112 affidava loro: • costituzione dei Comitati Regionali e definizione degli ambiti locali • programmazione concertatata dell’offerta formativa, • attuazione delle deleghe previste dall’art. 138 del D.Lvvo 112 alle Amministrazioni Provinciali) Senza questo processo non è possibile per i CTP esercitare le funzioni loro assegnate dalla legge

  11. Un esempio di buone pratiche: il caso di Cremona Il Comitato Locale non e’ solo un tavolo di rappresentanza, ma un gruppo di lavoro tecnico formato attraverso una ricerca-azione finanziata attraverso il FSE. La mancanza di programmazione sviluppa invece sul territorio una concezione dell’Eda come servizio a domanda individuale il cui soddisfacimento è affidato a soggetti che spesso sono etimologicamente “irresponsabili”, cioè non tenuti a fornire risposte a nessuno, siano essi pubblici o privati.

  12. La “formazione permanente” come pluriverso non più associabile ad uno strato sociale individuato • Offerte diverse si incontrano, si intrecciano e a volte si scontrano con grande dinamicità e flessibilità: persino la stessa domanda di integrazione linguistica degli immigrati si presenza con una infinità di variabili socio-culturali. • In questa matassa due possibili fili conduttori, che portano in direzioni opposte: • il successo crescente dei corsi rivolti a un’utenza scolarizzata, , fino al 72% dell’utenza complessiva • la persistenza di bassissimi livelli di alfabetizzazione in una cospicua fascia di adulti, che continua a restare refrattaria ai processi di scolarizzazione.I Vitale evitare la divaricazione di queste due tendenze

  13. Il livello culturale degli iscritti ai corsi brevi

  14. Ineludibilità del rinnovamento • modularità dei percorsi e la certificazione di competenze secondo standard nazionali e regionali. • approccio metodologico fondato sulla flessibilità dei percorsi (per competenze, per saperi, per articolazione temporale ….) • adozione del portfolio delle competenze in età adulta. La differenza dell’azione dei CTP rispetto ad altre agenzie di formazione (civici, liberi, di formazione professionale ….) sta nell’occupare zone di confine tra istruzione e formazione, formale e informale e la loro connessione secondo sistemi riconosciuti

  15. La decentralizzazione prevista dalla riforma costituzionale sul sistema di istruzione e formazione professionale, prima della legge 53/2003 • crea le condizioni perché sia possibile costruire un efficace governo unitario del territorio • consente all’EdA di far acquisire competenze spendibili sul territorio e di di dialogare con la formazione professionale, con il sistema delle imprese e con quello della formazione non formale.

  16. E’ interesse anche delle parti sociali che si sviluppi un sistema di “governance” sul territorio Fare rete è l’unica via possibile per parlare seriamente di sistema educativo integratio, ma la rete non surroga la mancanza di governo del territorio • La riorganizzazione del sistema educativo va incentrata sul controllo delle variabili critiche rappresentate: • Dal ruolo dei soggetti pubblici territoriali che organizzano l’offerta • Dal ruolo delle famiglie e dei giovani che rappresentano la domanda • Dal ruolo degli educatori/formatori che rappresentano l’erogazione dell’offerta • Da un sistema di convenienze e di incentivi.

  17. Un programma di investimenti istituzionali ed economici per l’EDA • Un conferimento di deleghe il più vasto possibile, in un’ottica di sussidiarietà che non si arresta al livello del rapporto stato-regioni; • costruire organismi di partenariato che siano ambiti decisionali veri e propri • applicare la logica del partenariato a tutte le azioni che comportino una corresponsabilità istituzionale • uscire dall’ottica del modello FSE • garantire, sia tramite il trasferimento di fondi statali, sia attraverso l’investimento di specifici fondi regionali, sia attraverso l’individuazione di strumenti di autofinanziamento e di finanziamento privato, le risorse necessarie per garantire losviluppo del sistema

  18. Una nuova fisionomia per i CTP: 1 • La specificità dei CTP è garantita non dalla separazione dalla scuola di riferimento, ma da un sistema di reclutamento speciale, caratterizzato da formazione e disponibilità specifici e da un’assunzione che dovrebbe almeno in parte essere individuato nella scuola stessa • L’organizzazione del lavoro nei CTP ha bisogno di figure di staff organizzative e di coordinamento didattico: riconoscerle, retribuirle, valorizzarle anche in funzione della carriera dirigenziale • La scuola che aspira a far parte del sistema regionale della formazione permanente deve rispondere a criteri e a standard da verificare attraverso un sistema di valutazione specifico

  19. Una nuova fisionomia per i CTP: 2 • Deve essere assicurata una ragionevole quota di • organico stabile, superando l’attuale squilibrio. • La fascia dei contratti a progetto dovrebbe consentire • l’acquisizione di competenze particolari e/o costituire un • momento di tirocinio • 6. La rete dei CTP si deve allargare accogliendo le scuole • secondarie superiori che hanno corsi serali, pomeridiani, • con e-learning • 7. La rete provinciale dei CTP è lo strumento indispensabile • per un rapporto dinamico di interazione tra Comitati • Locali, Enti Locali e Regione, anche in merito alla • dislocazione dei Centri Territoriali e alla definizione delle • priorità degli interventi sul territorio regionale.

  20. Un ruolo fondamentale per le parti sociali e per la concertazione • E’ evidente il ruolo del sindacato di categoria, ma appare indispensabile un ritorno di protagonismo da parte della Confederazione: Solo le confederazioni possiedono infatti la forza politica e la credibilità sociale per spingere in avanti un processo di riaggregazione delle domande formative degli adulti che tenga insieme occupabilità, espansione dei diritti di cittadinanza e realizzazione umana.

  21. Una grande scommessa: la formazione in azienda e i fondi interprofessionali della legge Biagi • Da un lato, rischi di autorefernzialità aziendale e di unilateralità della formazione • Dall’altro, opportunità di riaprire una riflessione sulle competenze acquisite sul lavoro e sul loro riconoscimento ( sia in termini di qualifiche contrattuali sia in termini di possibilità di rientro nella scuole) • Per tal via, si pone finalmente con i piedi per terra la questione degli organismi previsti dall’art. 68 della legge 144/99 per il riconoscimento dei crediti.

  22. Rimettere al centro dei processi formativi il punto di vista dei lavoratori “Il legame teoria-pratica, il legame sapere  saper-fare appaiono oggi gli elementi principali dell'azione formativa, vi è una contraddizione tra perseguire un titolo di studio, che comporta a priori dei programmi preordinati e proporsi nello stesso tempo uno studio basato sulla vita quotidiana dei lavoratori e in particolare sulla loro vita sociale. La contraddizione può essere risolta solo dalla dialettica sapere­ saper-fare. Allora partendo da qualsiasi problema e perciò anche dalla vita sociale quotidiana dei lavoratori  si possono trasmettere delle conoscenze e quindi valutarle.” Schwarz

  23. Contro il mercato selvaggio, assunzione di responsabilità • se nessun soggetto istituzionale o nessuna parte sociale fosse in grado di concordare ruoli e modalità di integrazione dei soggetti sul territorio, • Avremmo un mercato senza regole, senza arbitro, senza informazioni per gli utenti e senza qualità competitività deve invece voler dire “cum-petere” cioè andare, anche se con forme diverse, nella stessa direzione, con regole del gioco chiare e condivise.

  24. Grazie per l’attenzione

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