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Il cinema d’animazione: Tim Burton

Il cinema d’animazione: Tim Burton. Relatore: Chiar.mo Vicenzo Buccheri. Correlatore: Chiar.mo Gioacchino Lodato. Tesi di Laurea di Samantha Piazzolla. Il cinema d’animazione. Inquadramento temporale. Cinema d’animazione vs. cinema dal vero. Cinema d’animazione:. In serie (Disney)

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Il cinema d’animazione: Tim Burton

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Presentation Transcript


  1. Il cinema d’animazione:Tim Burton Relatore: Chiar.mo Vicenzo Buccheri Correlatore: Chiar.mo Gioacchino Lodato Tesi di Laurea di Samantha Piazzolla

  2. Il cinema d’animazione Inquadramento temporale Cinema d’animazione vs. cinema dal vero Cinema d’animazione: In serie (Disney) D’autore (Burton)

  3. Tecniche di realizzazione Stop motion Silhouette Plastilina (clay animation) Celluloide (cell animation)

  4. Creatore di animazioni anticonformiste muove i primi passi negli studios della Disney, casa di produzione che per Burton è stata principio di tutto e contemporaneamente entità da cui distanziarsi in seguito. Tim Burton "Ritengo che luce ed oscurità debbano coesistere, ed invitare ad una riflessione sul rapporto tra realtà e fantasia. In fondo, è questo che cerco di fare: individuare il sottile confine tra le due cose." (Burton)

  5. Nightmare Before Christmas “É stato molto tempo fa,più di quanto non sembra,in un posto che, forse, nei sogni si rimembra,la storia che voi udire potretesi svolse nel mondo delle feste più liete.Vi sarete chiesti, magari, dove nascono le feste.Se così non è, direi... che cominciare dovreste!”

  6. Nightmare Before Christmas La storia appare ricca di spunti che sono ricorrenti nelle opere burtoniane, così viene affrontato il tema riguardante lo spinoso rapporto fra diversità e normalità. Troviamo la malinconia che nasce dal fatto di non essere accettati dagli altri e il conseguente isolamento dell'individuo outsider. Si sottolinea la voglia di fuggire dalla propria realtà per vivere in un mondo onirico, e si cerca di mettere in guardia noi spettatori dalle disavventure in cui incappiamo quando abbandoniamo i nostri panni per calarci in un ruolo che non ci appartiene.

  7. The Corpse Bride …c'è molta poca vita nella Terra dei Vivi, mentre ce n'è molta di più nella Terra dei Morti… "La Terra dei Vivi è un posto grigio, noioso, morto, dove le persone sono senza vita, senza speranza e tristi mentre la terra dei Morti è piena di gente morta vivace, che ha un gran gusto della vita." (McDowell)

  8. La stop motion è una tecnica che richiede un notevole dispendio di tempo, energie e pazienza. Per ogni singolo personaggio è stato progettato un sofisticato meccanismo che permette di modificare leggermente l'espressione del volto muovendo labbra e occhi. The Corpse Bride Innovativo anche l'utilizzo del digitale che, da antagonista dell'animazione a passo uno, per la prima volta, è stato posto al suo servizio. Permettendo rapidità nelle riprese, ma soprattutto un eccezionale risultato, con la macchina da presa che fluttua con grazia a fotografare i due mondi opposti.

  9. Tim Burton scrittore:The melancholy death of Oyster Boy Brani che parlano di bambini, bambini non voluti, problematici, strani, figli del nostro mondo retto da regole che costringono, ghettizzano e tacciano di follia il diverso. Piccole creazioni struggenti, disegnate e descritte con parole intrise di poesia. Il tutto creato per mostrar alla società gli orrori e le devianze dei suoi comportamenti nei confronti degli emarginati, atteggiamenti divenuti aberranti consuetudini giustificate.

  10. Riepilogo Tim Burton con le sue opere, partendo dai film per arrivare alle particolari ballate realizzate nella sua breve esperienza da scrittore, evidenzia in modo gentile, arricchendo il tutto con ricami e musicalità, le aberrazioni che questo mondo sa compiere, quasi senza rendersene conto poiché giustificate dal velo della "normalità ".

  11. "Sapete, c'è una teoria, quella dell'artista torturato, secondo la quale più sei misero, più sei infelice e più sei creativo. Io, invece, cerco di trovare il giusto equilibrio. Perché è bello non essere sempre infelici.” (Burton) Conclusioni

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