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Il Taekwon-Do

Il Taekwon-Do. Energia Interna nel Taekwon-Do. Nelle arti marziali, in generale, è fondamentale saper respirare correttamente in modo da riuscire ad utilizzare un’energia interna che possediamo.

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Il Taekwon-Do

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Presentation Transcript


  1. Il Taekwon-Do

  2. Energia Interna nel Taekwon-Do Nelle arti marziali, in generale, è fondamentale saper respirare correttamente in modo da riuscire ad utilizzare un’energia interna che possediamo. L’energia interna la maggior parte delle volte si scopre in situazioni particolari per esempio quando siamo sottopressione o siamo in pericolo. In quei momenti riusciamo a sviluppare una forza sorprendente che non ha nulla a vedere col nostro sviluppo fisico e muscolare. Questa è l’energia interna. Lo scopo delle arti marziali è imparare a concentrare , guidare e utilizzare questa energia chiamata Ch’i che è strettamente legata alla respirazione. Secondo alcune credenze di antichi maestri orientali quando noi respiriamo l’aria non cede solo ossigeno al corpo ma anche il Ch’i che percorre nel corpo umano determinati canali e se si riesce ad addestrare la mente umana si può attivare e dirigere questa energia a proprio piacimento. Per imparare ad utilizzare il Ch’i è importante che un maestro ti insegni la tecnica giusta che va’ applicata in modo costante e giornaliero e può durare anche per molti anni.

  3. Gli atti respiratori Un atto respiratorio comprende un’inspirazione, un’espirazione e una breve pausa fra i due. Normalmente l’uomo utilizza la respirazione toracica. In questo tipo di respirazione durante l’inspirazione i muscoli intercostali si contraggono, sollevano le costole e nello stesso tempo il diaframma si contrae abbassandosi. Quando ciò accade la gabbia toracica e il volume dei polmoni aumenta. A questo punto la pressione dell’aria al loro interno diventa inferiore di quella esterna e si forma un “movimento d’aria” che entra nei polmoni. Durante l’espirazione si contraggono i muscoli addominali e quelli intercostali si rilassano abbassando le costole mentre il diaframma si solleva. La respirazione che, invece, consigliano gli antichi maestri orientali è quella diaframmatica dove non c’è un movimento della cassa toracica. Si ispira abbassando il diaframma con una conseguente espansione dell’addome, è molto importante che i muscoli siano rilassati, nella fase d’espirazione invece l’addome si ritira e l’aria esce. In questa di movimento del diaframma si sposta il centro del movimento respiratorio dal torace al centro del ventre. Questo punto è chiamato Tan T’ien e corrisponde al baricentro del corpo umano. Questo movimento diverso da quello toracico permette di far circolare una quantità d’aria maggiore e quindi ci permette di accumulare più energia. I cinesi da migliaia di anni conoscono l’importanza della respirazione. Il filosofo taoista ChuangTzu vissuto nel quarto secolo a.C. ha detto: “Il vero uomo respira coi talloni, l’uomo da poco con la gola”.

  4. Due diversi tipi di respirazione Respirazione diaframmatica Respirazione addominale

  5. La Respirazione nelle Arti Marziali Nella pratica della arti marziali si utilizza una leggera modifica nella respirazione addominale. Ecco il ciclo respiratorio: Inspirazione: i muscoli addominali sono decontratti e il ventre si dilata. Espirazione: i muscoli addominali vengono contratti. Breve pausa: i muscoli addominali vengono decontratti e il ventre rientra. Non bisogna mai espirare totalmente ma è opportuno conservare una riserva di circa il 30% dell'aria. Nella breve pausa è il momento in cui si è più vulnerabili, per questo motivo bisogna imparare a rendere impercettibili i movimenti dell'addome. Nelle fasi iniziali di un combattimento i contendenti rimango immobili, per studiare la respirazione dell'avversario.Nella pratica della arti marziali è importante collegare i movimenti alla respirazione, che deve sempre essere mantenuta profonda, calma e regolare. Poco per volta e sempre sotto la guida di un vero maestro si può arrivare a visualizzare nella nostra mente lo scorrere dell'energia interna nel nostro corpo, e imparare a canalizzarla dove serve. La corretta tecnica respiratoria, la meditazione e la pratica delle arti marziali ci aiuteranno ad ottenere un abbondante flusso di energia, e ci insegneranno ad utilizzarlo nelle tecniche di difesa e attacco.

  6. Che cos’è il Taekwon-Do Dare una definizione al Taekwon-Do è difficile perché non è soltanto un metodo di difesa ma anche uno stile di vita. Letteralmente la parola Taekwon-Do è divisa in tre ideogrammi, è l’arte di calciare in volo e colpire di pugno. TAE= calciare in volo KWON = pugno DO = arte L'approccio al TaeKwon-Do è diretto e semplice, la sua vera forza deriva dalla sua apparente semplicità. I suoi movimenti riflettono il moto dell'onda del mare, sono fluidi, senza bruschi arresti, si coniugano in un' armonia di tecniche che nascono l'una dalla fine dell'altra. Le tecniche fisiche del Taekwon-Do si basano sui principi della scienza moderna e in particolare della fisica newtoniana la quale insegna a generare il massimo della potenza.

  7. La Storia del Taekwon-Do Il Taekwon-Do è l’opera di un maestro coreano il Generale Choi Hong Hi. Il generale Choi è nato il 9 Novembre nel 1918 nella Corea del Nord. Già da giovane mostrava di essere una persona forte ed indipendente. Infatti all’età di dodici anni fu espulso da scuola per agitazioni contro le autorità giapponesi che a quel tempo sottomettevano la Corea. Dopo l’espulsione imparò il Taek Kyon, un’arte marziale coreana proibita a quei tempi. Divenuto adulto decise di trasferirsi in Giappone dove venne in contatto con un maestro di karate da dove prese lezioni e in due anni riuscì a diventare cintura nera. Dopo Choi seguì un periodo di addestramento fisico e mentale all’università di Tokio. Con lo scoppio della seconda guerra fu costretto ad arruolarsi nell’esercito giapponese. Ritornato in patria fu accusato di aver provocato il movimento di indipendenza coreano e fu mandato in prigione dove incominciò a formare la sua arte marziale e i suoi compagni della prigione divennero suoi allievi. Poi avvenne la liberazione e Choi proseguì la sua carriera militare fino ad arrivare ai gradi più alti. Tutti i suoi soldati impararono la sua arte che nel tempo cominciava a diffondersi fino ad arrivare anche in America. Con la diffusione di quest’arte marziale vennero proclamati diversi tornei e il Taekwon-Do venne conosciuto in tutto il mondo. Il Generale Choi morì nel duemila e due solo nove anni fa il che dimostra la giovinezza di quest’arte.

  8. I Principi del Taekwon-Do Questo sport oltre ad essere tale, come ho già detto in precedenza, è anche uno stile di vita e come ogni stile di vita comporta dei principi da tener conto.   Nel Taekwon-Do sono cinque: Cortesia: vuol dire agire con giustizia e sincerità incoraggiando il senso di giustizia e umanità. Integrità: saper distinguere il corretto dallo sbagliato e avere la consapevolezza, quando qualcosa è sbagliata, di sentirsi colpevoli. Perseveranza: Un antico detto dice: "la pazienza porta alla virtù e al merito". Per raggiungere un obiettivo come può essere un'alta graduazione o il perfezionamento tecnico, bisogna perseverare costantemente. Uno dei più importanti segreti per convertirsi in leader del Taekwon-Do è sovrapporsi a ogni difficoltà con perseveranza. Confucio disse: "chi è impaziente nelle piccole cose, sbaglierà nei suoi scopi in situazioni di grande importanza". Autocontrollo: saper controllare le proprie capacità fisiche seguendo ciò che dice Tzu: "la persona più forte è quella che vince su se stesso più che sugli altri ". Spirito indomito: saper affrontare i problemi con coraggio e senza rinunciare ai propri principi.

  9. Le Cinture Nel Taekwon-Do esistono sei tipi di cinture che servono ad indicare l’esperienza dell’allievo e quali tecniche ha appreso. In quest’arte marziale l’allievo è paragonato ad una pianta e nel significato delle cinture si fa spesso riferimento a questo. Bianca: rappresenta l'ingenuità dell'allievo riguardo il TaeKwon-Do. Gialla: rappresenta la terra fertile dove la pianta mette le sue radici. L'allievo comincia a mettere le sue radici nel TaeKwon-Do. Verde: rappresenta la pianta che comincia a germogliare. L'arte comincia a svilupparsi nell'allievo che ha imparato alcune tecniche. Blu: rappresenta la pianta che è ormai cresciuta, ed è rivolta verso il cielo, simbolo della cintura. Nell'allievo il TaeKwon-Do diventa importante e progredisce. Rossa: rappresenta il tramonto di una giornata. Per l'allievo, rappresenta la fine di un tipo di allenamento. Questo colore rappresenta anche un segnale di pericolo. Le tecniche possono essere molto pericolose, quindi è indispensabile l'autocontrollo. Nera: rappresenta la notte. Per l'allievo inizia un nuovo tipo di allenamento, sia fisico che mentale. Questo grado rappresenta anche l'impenetrabilità alla paura alle tentazioni e al male, il colore nero racchiude inoltre tutti i colori delle altre cinture.

  10. Le Forme Ogni forma nel Taekwon-Do rappresenta eventi e persone che hanno lasciato un segno nella storia dell’umanità. La forma è composta da vari movimenti fondamentali, la maggior parte dei quali rappresentano tecniche di attacco e difesa disposte secondo una sequenza logica fissa. Lo studente si pone al confronto di avversari immaginari, usando attacchi e parate in diverse direzioni. Esercitandosi in questo modo l’allievo è in grado di apprendere molti movimenti in serie e di sviluppare tecniche di combattimento, perfezionare la flessibilità nei movimenti, acquisire padronanza nello spostamento del corpo, sviluppare la muscolatura, controllare a respirazione, accrescere la fluidità e l’armonia nei movimenti e acquisire il senso del ritmo. Nel Taekwon-Do esistono ventiquattro forme, perché la vita dell’uomo può sembrare un giorno paragonata all’eternità. Dunque noi mortali non siamo altro che semplici viaggiatori, che passano attraverso gli anni eterni apparendo un solo giorno.

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