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CONCEZIONI DELLA SCIENZA: “MODERNA” “POSTMODERNA ”

SCIENZA COME “REGISTRAZIONE” Neutralizzazione del soggetto osservante Ricerca delle leggi: previsione e controllo Concezione “astorica” del tempo Concezione lineare e cumulativa del sapere scientifico  Razionalità intrinseca Presupposti: - Realismo - Empirismo Positivismo

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CONCEZIONI DELLA SCIENZA: “MODERNA” “POSTMODERNA ”

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Presentation Transcript


  1. SCIENZA COME “REGISTRAZIONE” Neutralizzazione del soggetto osservante Ricerca delle leggi: previsione e controllo Concezione “astorica” del tempo Concezione lineare e cumulativa del sapere scientifico  Razionalità intrinseca Presupposti: - Realismo - Empirismo Positivismo Neopositivismo SCIENZA COME “COSTRUZIONE” Integrazione del soggetto osservante nella realtà osservata Ineliminabile Pluralità dei punti di vista (legge vs vincolo/gioco) Tempo come “storia” Concezione del sapere scientifico per “salti” e “fratture” fattori esterni e “irrazionali” Presupposti: Costruttivismo (nelle sue diverse forme) CONCEZIONI DELLA SCIENZA: “MODERNA” “POSTMODERNA”

  2. Caratteristiche del metodo sperimentale • Psicologia come scienza naturale rigore, oggettività, esattezza • Esperimento: controllo rigoroso delle variabili indipendenti e dei loro effetti sulle variabili dipendenti  laboratorio • Soggettività è elemento spurio rispetto all’oggettività del metodo  “Distanza di sicurezza” tra sperimentatore e soggetti sperimentali • Uso di approcci / tecnichequantitativi • Controllabilità empirica dei risultati (giustificazione) e ripetibilità dell’esperimento • Riferimento a leggi generali di spiegazione causale carattere NOMOTETICO

  3. Caratteristiche del metodo sperimentale Carattere NOMOTETICO: per fare scienza non è sufficiente raccolta “acritica” di dati, ma si deve perseguire la ricerca di leggi generali e di correlazioni che unifichino e spieghino i singoli fenomeni MONISMO METODOLOGICO:Le scienze umane devono mutuare il proprio metodo dalle scienze della natura (Positivismo e Neopositivismo  in psicologia: Comportamentismo) Il carattere nomotetico è la condizione minimale perché una qualunque disciplina possa dirsi scientifica Modello Nomologico-Deduttivo(DN) e Induttivo-Statistico(IS) di spiegazione causale

  4. Caratteristiche del metodo sperimentale MODELLO NOMOLOGICO-DEDUTTIVO (DN) (Hempel, 1942) L’evento di cui si vuole dare spiegazione (explanandum) è sussunto in una legge generale (explanans) Es. Tutti i metalli si dilatano al calore(Legge generale) Questo filo è di metallo ed è stato sottoposto a una fonte di calore.(Condizioni rilevanti) Questo filo di metallo si è allungato.(Spiegazione del fenomeno) • Caratteristiche di DN: • Le leggi, che esprimono connessioni causali tra fatti naturali, vengono scoperte attraverso l'esperienza. • le condizioni rilevanti sono essenziali per la spiegazione e per trovare, attraverso la sperimentazione, riscontri empirici delle leggi; esse devono essere in numero finito e tutte accertate e controllabili. • il legame tra le condizioni e le leggi e l'evento da spiegare è di natura logica (= necessario). • DN è caratterizzato da alta capacità previsionale.

  5. Caratteristiche del metodo sperimentale MODELLO INDUTTIVO-STATISTICO (IS)(von Wright, 1971) È analogo a DN, a cui subentra quando non è possibile accertare tutte le condizioni rilevanti. Vi è comunque riferimento a leggi generali. Es. In certe condizioni ambientali e igieniche è altamente probabile cadere vittima di malattie. (Legge generale probabilistica) In questi paesi sono generalmente presenti condizioni patogene. (Condizioni approssimate) Chi non si vaccina è probabile che si ammali.(Previsione del fenomeno) • Caratteristiche di IS • La legge generale, che connette il fenomeno da studiare con certe condizioni, è un'ipotesi probabilistica. • Le condizioni rilevanti sono approssimate in quanto non tutte accertabili o non in numero finito. • Il legame tra condizioni rilevanti, leggi di spiegazione e fenomeno da spiegare non è di natura logica (necesario), ma probabilistica. • Anche IS consente con buona probabilità la previsione ed è basato su uno schema causa-effetto.

  6. Caratteristiche del metodo sperimentale Limiti di DN e IS in psicologia clinica(Battacchi, 1987) Si ammette la validità del metodo sperimentale anche in campo psicologico e clinico, in quanto l’uomo è anche un essere naturale. Tuttavia: “La conoscenza prescientifica intuitiva che usiamo nei nostri rapporti interumani, di cui l’evidenza clinica è un approfondimento, ci mostra che lo stesso comportamento può avere motivazioni differenti in condizioni diverse, ma così variabili e individualizzate che in assoluto è impossibile e all’atto pratico improbabile individuare condizioni differenziali di una qualche generalità, vanificando così l’applicabilità del metodo sperimentale. Siamo costretti ad ammettere la possibilità che lo stesso comportamento abbia motivazioni alternative a parità di tutte le altre condizioni generali individuabili” (p. 10).

  7. Caratteristiche del metodo sperimentale Limiti di DN e IS in psicologia clinica • Problema gnoseologico: “I comportamenti intenzionali e i loro prodotti, che fanno parte degli oggetti psicologici, si conoscono in maniera diversa dagli oggetti naturali. Infatti il significato che per l’attore ha il suo comportamento dipende dalla definizione della situazione che lui stesso opera, e quindi bisogna aver compreso la definizione della situazione per comprendere il significato del comportamento; d’altra parte, per comprendere la definizione della situazione da parte dell’attore non possiamo non avvalerci del significato che egli dà al comportamento in quella situazione. Questo è essenzialmente il circolo ermeneutico che problematizza radicalmente l’attribuzione di un significato univoco al comportamento” (pp. 10 - 11). • “Duplice trascendenza” degli oggetti psicologici “L’interpretazione che lo psicologo dà di un comportamento è l’interpretazione dell’interpretazione che l’attore dà alla sua situazione” (p. 11). • Le spiegazioni storico-cliniche sono retrospettive (ex- post).

  8. Caratteristiche del metodo clinico • Psicologia come scienza storico-interpretativa interpretazione, soggettività, significato • Componenti epistemiche (idee, credenze, opinioni, vissuti significati…), intenzionali (volontà, desideri…), emotive dell’agire umano in riferimento a un contesto • Soggettività è insieme oggetto e fonte di conoscenza  coinvolgimento / distanziamento tra osservatore e osservato • Approccio olistico / qualitativo • Unicità e irripetibilità; pluralità dei punti di vista; pregnanza semantica e “sensatezza” • Riferimento a ragioni, fini, significati per la comprensione  Carattere IDIOGRAFICO • Le spiegazioni storico-cliniche sono retrospettive (ex-post) differenza tra spiegare e comprendere

  9. Caratteristiche del metodo clinico Carattere IDIOGRAFICO: per comprendere l’intrinseca soggettività e storicità dell’agire umano occorre rifarsi non a cause, ma ragioni peculiari e singolari che poco hanno a che vedere con leggi generali di spiegazione. PLURALISMO METODOLOGICO: lungi dall’adeguarsi agli standard metodologici delle scienze naturali, psicologia e scienze umane devono trovare metodi propri, adeguati alla comprensione dell’agire soggettivo e del contesto socio-culturale in cui si manifesta Epistemologia post-popperiana  costruttivismo / costruzionismo) Le spiegazioni autenticamente psicologiche non sono causalistiche ma teleologiche Modello Pratico–Inferenziale (IPI) e Modelli Narrativi

  10. Caratteristiche del metodo clinico INFERENZA PRATICA INTENZIONALE (IP) (von Wright, 1971) Consente l’interpretazione della condotta soggettiva in riferimento al mondo dei significati, valori, fini e intenzioni del soggetto agente  spiegazione teleologica: non schema causa – effetto, ma fine – mezzo (sillogismo pratico). Es. Il soggetto A intende provocare l'evento p. (Premessa intenzionale) A crede (o sa) che per ottenere p, occorre fare q. (Premessa epistemica) Quindi A si dispone a fare q.(Conclusione). • Caratteristiche di IPI • Non contiene alcuna legge generale di tipo nomico o probabilistico (ossia avente carattere più o meno spiccato di necessità o di universalità). • Nelle due premesse vi è il riferimento solo a componenti epistemiche e intenzionali, cioè a stati interni al soggetto. • Il legame tra premesse e conclusione non si basa su leggi generali: la razionalità della spiegazione non è dovuta a una causalità necessaria “esterna”, ma alla razionalità del soggetto (“A si dispone a fare q”, non “fa (necessariamente)q”.

  11. Caratteristiche del metodo clinico LIMITI DI IPI Anche ammettendo concatenamenti di inferenze pratiche (estensione diacronica di IPI), le spiegazioni di carattere puramente teleologico risultano insufficienti sul piano clinico in quanto: • Esistono intenzioni e significati definibili come inconsci. • Vi è distinzione tra scopi e comportamenti con cui essi si realizzano (per realizzare un dato scopo sono possibili comportamenti diversi)  necessità di tenere conto dell’ambiente fisico e sociale: i significati sociali conferiscono il valore di atti ai comportamenti (frame, regole d’uso, valori morali  operatori deontici)  Necessità di riferirsi al contesto e ai modelli culturali. • Emozioni e desideri non sono riducibili alle intenzioni; al contrario concorrono alla loro creazione e spiegazione • Esistono relazioni quantitative non riconducibili a mere relazioni di significato (un desiderio non è più forte di un altro perché ha più significato, semmai ha più significato perché è più forte).

  12. Caratteristiche del metodo clinico • IPI è in grado di rendere conto soltanto delle azioni pienamente razionali, che, muovendo dall'intenzionamento consapevole di fini e valori espliciti, comportano la messa in atto di mezzi coerenti  sfuggono le motivazioni inconsapevoli, incoerenti o ambivalenti e le componenti emotive dell’agire umano. • IPI appare inadeguato alla spiegazione di comportamenti che si evolvono nel tempo, giacché si applica ad azioni staticamente definite una volta per tutte oppure ad azioni aventi validità solo momentanea. • IPI richiede dunque una lettura precomprensiva che ne stabilisca l'applicabilità per la spiegazione di una certa azione che ne stabilisca il carattere di razionalità o meno. Viceversa si rischia di introdurre surrettiziamente una concezione antropologica dell'uomo come totalmente guidato da fattori razionali. LIMITI DI IPI

  13. Caratteristiche del metodo clinico LIMITI DI IPI • In sintesi, IPI è insufficiente perché: • Gli psicologi clinici non vogliono soltanto spiegare le azioni, ma anche comportamenti non consapevoli e altri fenomeni psicologici (ad. es. i sintomi non sono definibili come “azioni”) • nella spiegazione degli eventi sono coinvolte non solo le intenzioni degli attori, ma anche leggi naturali, norme sociali e interazioni  Riferimento a spiegazioni miste o “quasi causali” (von Wright, 1971) in cui la dimensione temporale e l’intreccio tra eventi di natura diversa (fisica, psicologica, sociale ecc.) sono fondamentali. Riferimento a MODELLI NARRATIVI (Ri)-costruzione di storie, racconti, connessioni, intrighi “Raccontare è spiegare”(Ricoeur, 1983)

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