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I maggiori gruppi di virus

I maggiori gruppi di virus. Maggio 2008. ENTEROVIRUS. Gli enterovirus (un genere dei picornavirus) causano una varietà di malattie e tra queste: la poliomielite paralitica, la pleurodinia,la miocardite,la meningite, l'encefalite e la malattia respiratoria.

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I maggiori gruppi di virus

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  1. I maggiori gruppi di virus Maggio 2008

  2. ENTEROVIRUS • Gli enterovirus (un genere dei picornavirus) causano una varietà di malattie e tra queste: la poliomielite paralitica, la pleurodinia,la miocardite,la meningite, l'encefalite e la malattia respiratoria. • Il genere degli enterovirus comprende: i poliovirus (tipi 1, 2 e 3); i virus coxsackie A (tipi 1-24); i virus coxsackie B (tipi 1-6); gli echovirus (tipi 1-34); gli enterovirus (tipi 68-71). • L'enterovirus 72 è stato ora riclassificato come virus dell'epatite A (HAV). • Sono virus a simmetria icosaedrica, non rivestiti da involucro pericapsidico, di 28-30 nm di diametro.

  3. Diagnosi • I prelievi, effettuati da feci, tamponi faringei e liquido cerebro­spinale, danno luogo a crescita del virus in cellule di rene di scimmia • Le prove sierologiche sono effettuate mediante ricerca di IgM specifiche per gli enterovirus con la tecnica ELISA o con tests di neutralizzazione.

  4. Patogenesi • Il periodo di incubazione è di 7-14 giorni; alla prima replicazione (che ha luogo nell'orofaringe e nell'intestino) segue viremia • Il virus si localizza quindi in taluni tessuti, producendo lesioni specifiche • ad esempio nel sistema nervoso centrale (corna anteriori del midollo spinale) o nel tessuto muscolare (cuore, muscoli scheletrici) • Dopo l'infezione naturale si sviluppa una durevole risposta locale (IgA) ed umorale: IgM e IgG

  5. Epidemiologia • Gli enterovirus presentano una distribuzione mondiale. • L'infezione avviene durante l'infanzia, nelle nazioni in via di sviluppo e nell’adolescente - giovane adulto in quelle sviluppate • Le malattie presentano maggiore gravità nell'età anziana

  6. Prevenzione e controllo • Contro la poliomielite sono disponibili sia il vaccino a virus vivo (Sabin) che quello a virus ucciso (Salk)

  7. Rhinovirus • Virus: sono virus a RNA simili agli enterovirus (entrambi sono generi delle Picornaviridae). • Vi sono più di 100 sierotipi. I rinovirus sono le cause più diffuse del comune raffreddore. • Diagnosi: i campioni vengono isolati da tamponi nasali in colture cellulari (cellule Hela)

  8. Patogenesi, clinica ed epidemiologia • Patogenesi: Il periodo di incubazione dura 2-4 giorni. La replicazione avviene nella mucosa nasale scatenando una risposta locale di IgA • Malattia associata: il comune raffreddore • Trattamento: sintomatico. Recentemente vi sono stati dei tentativi di trattamento con interferone-alfa • Epidemiologia: I rhinovirus sono endemici in tutto il mondo. La trasmissione avviene mediante goccioline o per contatto stretto.

  9. CORONAVIRUS • I coronavirus sono causa frequente del comune raffreddore • Virus: Virus a RNA con rivestimento • Diagnosi: questa è effettuata attraverso crescita in colture cellulari; me­diante immunoelettromicroscopia; sierologia (saggio immunoenzimatico, ELISA, enzyme-linked immuno sorbent assay)

  10. Coronavirus • Patogenesi: Il periodo di incubazione dura 2-5 giorni. La replicazione avviene nelle cellule epiteliali del tratto respiratorio e dell'intestino con produzione di anticorpi ceppo specifici. È’ frequente la diffusione asintomatica tramite secrezioni respiratorie e feci • Infezione associata: raffreddore comune • Epidemiologia: Questa è una infezione comune; il 90% degli adulti in Gran Bretagna possiede anticorpi specifici e durante la stagione delle malattie respiratorie vi è una incidenza del 15%. • Controllo: Non esiste un vaccino specifico

  11. VIRUS INFLUENZALE • Gli influenzavirus sono causa frequente di infezione del tratto respiratorio. • Virus. Famiglia Orthomyxoviridae. Virus a RNA ricoperti con diametro di 100 nm; vi sono tre tipi A, B e C definiti dalla nucleoproteina. • Il mantello contiene due glicoproteine nello strato Iipidico bilaminare: l'emoagglutinina (HA) e la neuraminidasi (NA). • Variazioni in HA e NA qenerano dei sottotipi (nell'uomo, H1, H2, H3, N1, N2).

  12. Tipo Ospite Origine Ceppo Anno Sottotipo A Uomo Puerto Rico 8 1934 H1N1 Denominazione di ceppo La nomenclatura si basa sul tipo, sull'origine, sul ceppo, sull'anno di isolamento e sul sottotipo, per esempio: Risultato = A/PR/8/34 (H1N1)

  13. Diagnosi Questa viene effettuata mediante • isolamento del virus in colture di tessuti (cellule di rene di scimmia); • ricerca dell’antigene: immunofluorescenza dell'aspirato nasofaringeo; • sierologia: test di fissazione del complemento; test di inibizione dell'emoagglutinazione

  14. Patogenesi e risposta immune • Diffusione mediata da goccioline respiratorie; • infezione del tratto respiratorio superiore; • periodo di incubazione di 1-4 giorni seguito dalla replicazione virale nel tratto respiratorio superiore; • dopo circa 6 giorni appaiono anticorpi sierici (lgM) e IgA secretorie. • L'emoagglutinina è un importante fattore di virulenza. • Malattia associata: influenza.

  15. Epidemiologia • La variazione antigenica è un fattore importante nell'epidemiologia dell’influenza • Antigenic drift (deriva antigenica): avvengono cambiamenti antigenici minori in HA ed in NA (nel sottotipo) dovuti a mutazioni puntiformi suscitando epidemie; riguardano i tipi A, B e C • Antigenic shift (cambiamento antigenico): avvengono cambiamenti antigenici maggiori in HA ed in NA (variazioni nel sottotipo), dovuti a riassortimento antigenico; portano a pandemie e riguardano soltanto il tipo A

  16. Trattamento. Amantadina o rimantadina soltanto a scopo profilattico. • Prevenzione. I vaccini inattivati (virus intero o subunità, somministrato per via intramuscolare) hanno un'efficacia del 60-80% sempre che i componenti del vaccino ed i virus selvaggi attuali siano sufficientemente simili.

  17. PARAMYXOVIRUS • Virus. Virus a RNA, ricoperti, di forma sferica o pleiomorfica, 150-300 nm di diametro (l'involucro contiene HA, NA o altre glicoproteine) • Classificazione. Vi sono quattro generi: • Paramyxovirus (virus parainfluenzali tipi 1-4) • Rubulavirus (virus della parotite) • Morbillivirus (virus del morbillo) • Pneumovirus (virus respiratorio sinciziale) (RSV)

  18. Diagnosi. Questa si ottiene mediante: isolamento del virus da colture cellulari (cellule renali di scimmia); prove di immunofluorescenza diretta; sierologia con vari metodi. • Patogenesi e risposta immune. La trasmissione avviene mediante goccioline, aerosol o contatto diretto tra persone, seguita dalla replicazione nel tratto respiratorio e da una viremia. Vi è risposta locale di IgA; la produzione di IgM e IgG porta ad una immunità che dura tutta la vita contro i virus della parotite e del morbillo, non contro il RSV

  19. Epidemiologia • I virus parainfluenzali e lo RSV sono geograficamente largamente diffusi. • La diffusione avviene per contatto persona-persona o mediante goccioline. • La parotite è endemica in tutto il mondo. I casi di malattia avvengono durante tutto l'anno. La più alta incidenza si trova tra i bambini di 5-15 anni di età. Le infezioni tra i componenti della famiglia sono comuni. • La trasmissione del virus del morbillo per via respiratoria è diffusissima. Le infezioni dipendono dallo stato immunitario e dalla numerosità della popolazione. Epidemie a rapida diffusione avvengono quando il virus viene introdotto in comunità isolate e sensibili.

  20. Prevenzione e controllo • Nella patogenesi della malattia da RSV è riconoscibile una componente immunopatologica. Un vaccino sperimentale inattivato non si è dimostrato efficace. • Parotite: è disponibile un vaccino vivo attenuato sotto forma di monovalente (soltanto parotite), o in combinazione con il vaccino della rosolia e del morbillo (MPR). • Negli USA vi è stato un netto declino nell'incidenza, dopo 20 anni di vaccinazione anti-parotite. • Morbillo: in programmi di vaccinazione di massa viene usato un vaccino con virus vivo attenuato. Il vaccino è efficace al 95%. La prima somministrazione viene data all'età di 15 mesi (per evitare fallimenti dovuti alla presenza di anticorpi antimorbillosi della madre); una somministrazione più precoce viene effettuata nelle nazioni in via di sviluppo.

  21. VIRUS RUBEOLICO • Virus. Famiglia Togaviridae. Virus di 60 nm di diametro, rivestiti. • Diagnosi. • Infezione acuta: anticorpi specifici IgM sono evidenziati mediante ELISA. L'isolamento del virus dalla gola è possibile se il campione è prelevato fra una settimana prima ed una dopo la comparsa dell'esantema. • Lo stato di immunoprotezione è documentato dal ritrovamento di anticorpi specifici IgG, mediante un singolo test di neutralizzazione, emoagglutinoinibizione (HAI), agglutinazione del lattice o ELISA.

  22. Patogenesi • Il periodo di incubazione è di 14 giorni, con una prima replicazione virale nei linfonodi cervicali, l'esantema coincide con la comparsa degli anticorpi sierici. • L'infezione naturale è seguita da immunità che dura tutta la vita. L'infezione primaria, durante le prime 12 settimane di gravidanza, spesso porta ad infezione fetale generalizzata, causa di cataratta, sordità, anomalie cardiache, epatosplenomegalia, porpora, itterizia (sindrome rubeolica congenita).

  23. Rosolia • Clinica. Rosolia: esantema e linfoadenopatia con artralgia passeggera. È comune l'infezione senza esantema. Sindrome di rosolia congenita. • Epidemiologia. Rappresenta una frequente infezione infantile, trasmes­sa per mezzo di goccioline. Ogni 6-9 anni vi è un'epidemia. Comunque è fortemente diminuita da quando è stato messo in atto un programma di vaccinazione. • Trattamento. Sintomatico. L'infezione, comprovata durante i primi tre mesi di gravidanza, costituisce indicazione per l'aborto terapeutico. • Prevenzione e controllo. Viene usato un vaccino attenuato. Programmi di immunizzazione esistono nella maggior parte dei paesi sviluppati.

  24. HERPESVIRUS • La famiglia delle Herpesviridae comprende virus a DNA, dotati di involucro pericapsidico, che causano in maniera caratteristica infezioni latenti. • In seguito ad una prima infezione, il DNA virale si annida allo stato dormiente in vari tessuti e può riattivarsi. Gli herpesvirus umani includono: • Virus dell’herpesvirus simplex (HSV; tipo 1 e 2) • Virus varicella-zoster (VZV) • Cytomegalovirus (CMV) • Virus di Epstein-Barr (EBV) • HHV-6, HHV-7, HHV-8

  25. HSV • Virus. Virus a DNA ricoperti diametro di 120 nm. Vi sono due tipi di virus, HSV-1 e HSV-2, che si possono distinguere sierologicamente • Epidemiologia. HSV ha distribuzione mondiale. Il 90% degli adulti mostra evidenza sierologica di infezioni pregresse

  26. Diagnosi Effettuata per mezzo di: • Elettromicroscopia del liquido delle vescicole • Ricerca di cellule contenenti inclusioni specifiche (test di Tzank) sul fondo delle lesioni vescicolari • Colorazione diretta con anticorpi fluorescenti del materiale delle vescicole (IF diretta) • Isolamento in coltura (vi è a disposizione una larga varietà di linee cellulari) • Ricerca dell'acido nucleico (PCR). • Sierologia (ELISA)

  27. Patogenesi • La diffusione avviene per contatto diretto. • Il periodo di incubazione è variabile (1-30 giorni). • Vi è produzione di IgA localmente, di IgM e IgG, ma il virus sfugge all'eliminazione ed il suo DNA diviene dormiente nei gangli sensitivi. • La riattivazione è associata con vari stimoli (stress, stato di immunocompromissione, infezione batterica)

  28. Clinica Le malattie principali sono: • Stomatite, herpes labialis, cheratocongiuntivite (HSV1; meno comunemente HSV2) • Herpes genitalis (HSV2, meno comunemente HSV1) • Malattie ricorrenti sono: herpes labialis, herpes genitalis, cheratocongiuntivite • M. di tipo invasivo: encefalite; infezione neonatale (encefalite, infezione disseminata); • M. in persone immunocompromesse: polmonite, esofagite, encefalite

  29. Trattamento • Aciclovir

  30. VZV • Virus. Simile a HSV, con diametro di 180 nm • Diagnosi. Procedimenti simili a quelli descritti per HSV • Epidemiologia. Cosmopolita, sieroprevalenza molto alta in età adulta.

  31. Patogenesi. La diffusione avviene mediante goccioline o contatto diretto con il liquido delle vescicole. Il periodo di incubazione è di 13-21 giorni. Il virus entra attraverso il tratto respiratorio, consegue la viremia ed un esantema generalizzato (varicella). Esso può divenire latente nei gangli sensitivi; una varietà di stimoli (p.es.: immunosoppressione) sfocia nella riattivazione con formazione di vescicole in vari dermatomeri (fuoco di Sant'Antonio). • Malattie associate. Queste includono: varicella (prima infezione), herpes zoster (fuoco di Sant'Antonio), infezione generalizzata negli immunocompromessi e nei neonati

  32. Trattamento • Aciclovir nelle prime fasi della malattia • Immunoglobuline anti-zoster (ZIG).

  33. CMV • Virus. Simile a HSV, 200 nm di diametro • Epidemiologia. Cosmopolita. Tra gli adulti, il 60-90% mostra evidenza sierologica di esposizione al CMV.

  34. Diagnosi • Isolamento in linee cellulari di fibroblasti umani diploidi • Biopsia dei tessuti (tipiche inclusioni nucleari ad occhio di civetta) • Ricerca dell'acido nucleico (PCR) • Sierologia • lgM per diagnosticare lo stato di malattia • IgG per lo stato d’immunità

  35. Patogenesi • La diffusione avviene per contatto di secrezioni infettanti (p. es.: orofaringee); il virus può anche essere acquisito per trasfusione di sangue o trapianto d'organo • L'infezione primaria spesso è lieve • CMV rimane latente in vari tessuti e può causare infezioni secondarie, particolarmente negli immunocompromessi

  36. Clinica • Sindrome della febbre ghiandolare o simil-mononucleosica (infezione primaria) • Infezione diffusa avviene negli immunocompromessi (p. es.: pazienti trapiantati, pazienti AIDS)  polmoniti, epatiti e retiniti • Infezione connatale, se la madre è colpita da infezione primaria in gravidanza, per via transplacentare

  37. Trattamento • Ganciclovir • Foscarnet • Cidofovir • Gammaglobuline immuni anti-CMV

  38. EBV • Virus. Simile a HSV, diametro di 120 nm. • Epidemiologia. Cosmopolita. All'età di 7 anni più del del 50% dei bambini possiede anticorpi.

  39. Diagnosi • La coltura si effettua raramente • La sierologia si basa sul test per gli anticorpi eterofili (test di Paul-Bunnel; anticorpi che appaiono precocemente in infezioni da EBV e agglutinano eritrociti di pecora o di cavallo • Anticorpi virus-specifici (IFo ELISA) diretti contro • capside (VCA) IgM, IGG • antigeni nucleari (EBNA) • antigeni precoci (EA)

  40. Patogenesi • La diffusione avviene per contatto della saliva; il sito primitivo di infezione è l'epitelio della faringe. • I linfociti B si infettano, ed il virus EBV può restare dormiente in queste cellule • Le cellule atipiche nel sangue periferico (mononucleosi infettiva) sono linfociti T CD8+ citotossici nei confronti dei linfociti B infettati da EBV

  41. Malattie associate • Sindrome della febbre glandolare (mononucleosi infettiva). • EBV è implicato nel linfoma di Burkitt's e nel carcinoma nasofaringeo • linfomi a B-cellule nelle gravi immunodepressioni (post-trapianto, AIDS) • La mononucleosi infettiva può essere complicata da interessamento viscerale (p. es. epatite, miocardite, meningoencefalite)

  42. Trattamento • Ancora non è stato approntato un efficace trattamento antivirale

  43. HHV-6 • È un virus a DNA, simile a HSV, con un diametro di 180 nm. • HHV-6 è causa della rubeola infantum, anche chiamata exanthema subitum o sesta malattia • Questa ha un periodo di incubazione di 5­15 giorni, seguito da febbre elevata per circa 3 giorni, seguita da esantema maculopapulare • talora si manifesta, quale complicanza, un’encefalite

  44. HHV-7 e -8 • HHV7 è una possibile variante di HHV6. • HHV8 è stato associato con lo sviluppo del sarcoma di Kaposi.

  45. PARVOVIRUS • Virus. Sono virus piccoli, rotondeggianti, privi di caratteristiche, con un diametro di 20 nm; esiste un solo sierotipo: il parvovirus umano B19 • Epidemiologia. Cosmopolita. Infezione frequente nell'infanzia, trasmessa attraverso la via respiratoria (goccioline) • Diagnosi. Effettuata sierologicamente: si ricercano, mediante ELISA, anticorpi IgM

  46. Patogenesi • Il periodo di incubazione dura fino a 17 giorni, con replicazione in cellule che si dividono rapidamente, principalmente eritroblasti

  47. Malattie associate • Eritema infettivo o quinta malattia: una settimana do­po l'infezione si ha febbre, sensazioni di freddo, mialgia, seguite al 10° giorno da esantema maculo-papulare. • Possono verificarsi crisi aplastiche in pazienti con anemie croniche emolitiche (p. es.: talassemia, sferocitosi). • Idropsia fetale ed aborti spontanei sono il risultato di infezione del feto.

  48. ROTAVIRUS • Virus. Virus a RNA, con diametro di 75 nm e strutture simili a raggi. • Sono conosciuti 7 gruppi (A-G), • e nel gruppo A almeno 2 sottogruppi (I e Il) e vari sierotipi (14 VP7-specifici o tipi G; più di 20 tipi P o VP4 specifici; i virus da G1 a G4 causano più del 90% delle infezioni umane). • Epidemiologia. I rotavirus sono presenti a livello mondiale con differenti sierotipi circolanti, normalmente colpiscono i bambini con meno di 2 anni, presentando un picco invernale nei climi temperati.

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