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La Teoria della Direzione Amministrativa

La Teoria della Direzione Amministrativa. E ’ una “ filiazione ” (taluno dice “ degenerazione ” ) dell ’ OSL Ne condivide l ’ impostazione ma sostituisce alla sperimentazione ricette prefabbricate che si ritengono universalmente valide

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La Teoria della Direzione Amministrativa

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Presentation Transcript


  1. La Teoria della Direzione Amministrativa E’ una “filiazione” (taluno dice “degenerazione”) dell’OSL Ne condivide l’impostazione ma sostituisce alla sperimentazione ricette prefabbricate che si ritengono universalmente valide Il suo merito sta nell’aver esteso il campo di applicazione dalle fabbriche ad altri tipi di organizzazioni (uffici amministrativi)

  2. Jules Henri FAYOL (1841-1925)

  3. La Teoria della Direzione Amministrativa (TDA) • Henri Fayol, il fondatore (1841-1925) • Ingegnere di formazione, lavora in un’impresa mineraria di cui diverra’ il direttore generale • Fayol si propone di “rendere scientifica” l’attivita’ di Direzione • Dirigere= prevedere, organizzare, comandare, coordinare, controllare

  4. Fayol: acquisire le capacità direttive • Fayol è convinto che le capacità direttive si possono acquisire ed insegnare. • Per poterle insegnare, è necessario delineare una serie di teorie e principi generali sulla direzione, all’epoca mancanti.

  5. Fayol (1931): La funzione direzionale • E’ distinta da tutte le altre funzioni in un’impresa (commerciale, finanziaria, ecc.) • Ha due caratteristiche essenziali: • E’universale (tutte le organizzazioni ne hanno bisogno) • E’diffusa (riguarda non solo il vertice ma tutti i capi intermedi: estensione rispetto a Taylor)

  6. I principi per l’esercizio della funzione direzionale • Principio della divisione del lavoro: non a livello di singole mansioni (Taylor) ma a livello piu’ aggregato di unita’ organizzative e gestionali. • Fayol pensa che divisione e specializzazione del lavoro troppo spinte creino eccessivi problemi di coordinamento. • Principio dell’unita’ del comando: un dipendente deve ricevere ordini da un solo capo(conflitto radicale con l’O.S.L.)

  7. Principi per l’esercizio della funzione direzionale (2) • Principio scalare: precisa catena di comando senza “vuoti” di potere e comunicazioni che rispettino rigorosamente la via gerarchica • Principio del numero dei livelli: rendere piu’ corta possibile la catena di comando progettare strutture “piatte”

  8. Principi per l’esercizio della funzione direzionale (3) • Principiodell’ampiezzadelcontrollo: definisce il numero max di persone che possono dipendere da un capo (studi “scientifici” hanno mostrato che il valore ottimale e’ 4-6). • Principio lineestaff: e’ opportuno affiancarealle unita’ organizzative di line, dedicate alle normali funzioni aziendali (produzione, vendita, approvvigionamenti, etc.) delle unita’ di staff con compiti di consulenza e supporto che dipendono direttamente dai vertici e che quindi si collocano al di fuori della linea di comando principale.

  9. Altri contributi di Fayol: • I sistemi retributivi: equi, devono incoraggiare gli sforzi, non devono condurre a retribuzioni eccessive. • Introduzione degli organigrammi come strumenti sistematici di lavoro per seguire l’evoluzione organizzativa. • Strumenti di coordinamento: riunioni settimanali e agenti di coordinamento

  10. Valutazione critica della TDA - nel campo del dirigere si possono formulare delle “leggi”? (dirigere è un processo sociale, politico e negoziale) - sono trascurati i problemi psicologici del comportamento organizzativo, l’influenza dell’ambiente e della tecnologia in organizzazione

  11. Altri autori della Scuola Classica: Mary Parker Follet • Considerata anticipatrice dell’approccio delle relazioni umane, è molto attenta ai problemi del management industriale. • Utilizza molto i nuovi sviluppi della psicologia per l’efficiente utilizzo delle persone nelle organizzazioni. • Suoi filoni di interesse sono il potere, l’autorità, la responsabilità, il conflitto e il coordinamento.

  12. Altri autori della Sc. Classica: Peter F. Drucker • Autore moderno (i suoi contributi sono dopo il 1960) e molto vari: spaziano dalle macrostrutture al processo direttivo, con un approccio globale: si parla di scuola neoclassica. • Drucker (nato a Vienna ed emigrato negli USA) si occupa anche di innovazione ( passaggio da un’idea ad un’attività organizzata) ed imprenditorialità (passaggio dall’abilità a un management sistematico e a strategie definite)

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