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IL BOSCO DELLA MESOLA

IL BOSCO DELLA MESOLA. prof. Franca Perin. La foresta. E’ un insieme di vegetali in stretto rapporto tra di loro, con le radici a contatto, che si limitano a vicenda, e specie che vivono l’una all’ombra dell’altra, con esigenze talvolta uguali, talvolta diverse. Gli strati del bosco.

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IL BOSCO DELLA MESOLA

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Presentation Transcript


  1. IL BOSCO DELLA MESOLA prof. Franca Perin

  2. La foresta E’ un insieme di vegetali in stretto rapporto tra di loro, con le radici a contatto, che si limitano a vicenda, e specie che vivono l’una all’ombra dell’altra, con esigenze talvolta uguali, talvolta diverse.

  3. Gli strati del bosco

  4. Utilità delle foreste • Se estese: modificazione del clima • Se poco estese: difesa e conservazione del suolo. • La loro distruzione provoca impoverimento ed erosione del suolo, asportato dai venti e dall’acqua piovana.

  5. Storia del Bosco della Mesola

  6. 1490: il duca d’Este Ercole I ne fa una tenuta di caccia. • 1578: Alfonso II inizia la costruzione di un castello; che diviene un importante centro di ritrovo e di svago, ma con il tempo la tenuta finisce però nell’abbandono a causa del declino politico degli estensi. • 1758: passa prima alla casa d’Austria e poi nel 1784 allo Stato Pontificio, e per il bosco inizia un periodo di degrado.

  7. Durante le campagne napoleoniche gran parte del bosco viene tagliato. • 1954: E’ acquistato dall’Azienda di Stato per le Foreste Demaniali, che inizia l’opera di rimboschimento • 1971: E’ istituita la Riserva Naturale Integrale “Bassa dei Frassini Balanzetta” di 220ettari. • 1977: I restanti di 1.058 ettari sono dichiarati Riserva Naturale.

  8. Attualmente il Bosco è gestito dal Corpo Forestale dello Stato, e il Castello della Mesola è proprietà del Comune di Ferrara.

  9. Il castello della Mesola oggi ospita il Centro di Educazione ambientale del Parco del Delta.

  10. Caratteristiche generali del Bosco

  11. Il Bosco della Mesola si è formato tra il XII ed il XV secolo, da depositi rilasciati alla foce dai due rami del Po di Goro e del Po di Volano. • Si sono formate così nel tempo delle dune, che hanno determinato un avanzamento della linea di costa. • In passato l’estensione del bosco era molto maggiore, ma comunque quello che vediamo oggi è il più esteso bosco termofilo di tutto il delta del Po.

  12. Il terreno è di origine alluvionale, formato da sabbie e poco humus; la vegetazione risente delle caratteristiche del territorio, della profondità della falda acquifera e della quantità e qualità delle acque presenti nel bosco. • Una minaccia all’ecosistema è data dal lento processo di subsidenza, che provoca l’abbassamento di tutto il territorio, che causa il peggioramento della qualità delle acque superficiali e l’aumento di salinità della falda acquifera

  13. Paesaggi del Bosco

  14. Bosco termofilo (clima caldo-secco): è il più esteso, soprattutto ad est del Bosco, e si forma sulle dune con altezza massima di 3 metri sopra il livello del mare. E’ caratterizzato da vaste distese di leccio (Quercus ilex), da cui prende il nome di “bosco eliceo”. • Il leccio può formare sia una fitta macchia con individui non molto alti, che presentare individui secolari di anche 15 m di altezza, come nella zona del Parco delle Duchesse.

  15. Leccio (Quercus ilex)

  16. Tra gli arbusti alti troviamo anche il ligustro, il ginepro e la fillirea. Tra gli arbusti più bassi s’incontrano il pungitopo e l’asparago selvatico.

  17. Ligustro (Ligustrum vulgare)

  18. Ginepro (Juniperus communis)

  19. Fillirea (Phillyrea angustifolia)

  20. Pungitopo (Ruscus aculeatus)

  21. Asparago selvatico (Asparagus acutifolius)

  22. Bosco igrofilo (notevole presenza di acqua): diffuso soprattutto nella parte nord-occidentale del Bosco (Bassa dei Frassini e Balanzetta) ed a nord del bosco di S. Giustina. • Si estende nelle depressioni del terreno circa 1 metro sotto il livello del mare, tra una duna e l’altra, dove l’acqua di falda affiora per lunghi periodi, soprattutto nella stagione invernale.

  23. Si forma una vegetazione palustre con alberi a foglia caduca come il frassino, l’olmo, il pioppo bianco e la frangola. • Nei canali interni e nell’Elciola troviamo la tifa e il carice.

  24. Frassino(Fraxinus oxicarpa)

  25. Olmo (Ulmus minor)

  26. Pioppo bianco (Populus alba)

  27. Frangola (Frangola alnus)

  28. Tifa (Typha angustifolia)

  29. Carice (Carex palustris)

  30. Bosco mesofilo (caratteristiche intermedie) diffuso soprattutto ad ovest del Bosco: si sviluppa sulle dune più antiche, con altezze intermedie. Gli alberi più comuni sono la quercia e il carpino bianco, e ritroviamo anche qui il leccio. • Tra gli arbusti troviamo il biancospino, unito alle specie del bosco termofilo.

  31. Quercia (Quercus robur)

  32. Carpino bianco (Carpinus betulus)

  33. Biancospino (Crataegus monogyna)

  34. Vegetazione degli spazi sabbiosi aperti: diffusa soprattutto nel Parco delle Duchesse, presente sulle radure che si formano sulle dune più alte, dove vivono varie specie erbacee soprattutto annuali dette "pioniere", in quanto rappresentano l’inizio della colonizzazione del territorio sabbioso da parte delle specie vegetali.

  35. Numerose sono le specie di uccelli presenti nel Bosco: tra le più numerose ritroviamo il merlo, la capinera e la cinciallegra.

  36. Merlo (Turdus merula)

  37. Capinera (Sylvia atricapilla)

  38. Cinciallegra (Parus mayor)

  39. Diversi sono i rapaci notturni come l'allocco, qui molto numeroso, la civetta, il gufo ed il barbagianni.

  40. Allocco (Stryx aluco)

  41. Civetta (Athene noctua)

  42. Gufo (Asio otus)

  43. Barbagianni (Tyto alba)

  44. Presenti, secondo le varie migrazioni, i rapaci diurni come la poiana, l’albanella ed il lodolaio.

  45. Poiana (Buteo buteo)

  46. Albanella (Circus pygargus)

  47. Lodolaio (Falco subbuteo)

  48. Nel Bosco svernano migliaia di colombacci, richiamati dall’abbondanza di ghiande, soprattutto del leccio, di cui si nutrono.

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