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Il terzo settore in Italia

Il terzo settore in Italia. Il caso italiano. Elementi tipici del caso italiano La composizione e le dimensioni del fenomeno. Teoria specifica del Terzo Settore.

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Il terzo settore in Italia

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Presentation Transcript


  1. Il terzo settore in Italia

  2. Il caso italiano • Elementi tipici del caso italiano • La composizione e le dimensioni del fenomeno

  3. Teoria specifica del Terzo Settore Il terzo settore esprime l’emergenza della relazionalità sociale tipica della modernità “prima che questa diventi valore di scambio (nel mercato) e prima che questa diventi oggetto di regolazione politica e giuridica (da parte dello Stato)” (Donati 1997, p. 261)

  4. Prospettive di osservazione del terzo settore A. Dal punto di vista dell’economia (efficienza): nonprofit, economia sociale G. Dal punto di vista politico-amministrativo (efficacia): nuove soggettività politiche (movimenti politici), strutture del welfare mix I. Dal punto di vista dell’integrazione sociale: nuove forme di sociabilità L. Dal punto di vista culturale (impegno al valore): nuova cultura civile ESTERNA A. Una propria operatività (risorse umane ed economiche gratuite) G. Un proprio ruolo societario (beni relazionali) I. Una propria normatività (reciprocità e governance societaria) L. Una propria cultura (dono: solidarietà, fiducia, altruismo) INTERNA

  5. Elementi tipici del caso italiano • La cultura solidaristica • Il dilemma dipendenza/autonomia dal welfare state • Cooperazione sociale come fenomeno solo italiano • Relazioni con gli enti pubblici (sussidiarietà) • Convenzionamento, contracting out, vouchers • Relazioni con il settore for profit • Problemi aperti • Relazioni interne e debolezza del settore • Dipendenza dagli enti pubblici • Sottocapitalizzazione

  6. Cultura solidaristica • Intreccio tra solidarietà informale e solidarietà organizzata • Contrapposizione universalismo (altruismo, solidarietà, sistema pubblico) particolarismo (utilitarismo privato, self-interest, sistema privato commerciale) • Origine familiare della solidarietà • Culture civili diversificate tra Nord (solidarietà diffusa) e Sud (solidarietà familistica)

  7. Il dilemma dipendenza autonomia dal welfare state • “La nostra società è un esempio di caring society in cui si è tentato di veicolare la solidarietà solo per via istituzionale (la cura dello Stato) trasformandola in un principio impersonale, con l’obiettivo di sgravare gli individui dal vincolo della cura reciproca e la conseguenza di spersonalizzare i bisogni (Ignatieff 1986)”

  8. Il principio di sussidiarietà

  9. Crisi del welfare state P.A. Misure di politica sociale Infrastrutture Gettito fiscale S.C. E Legittimazione

  10. Oltre la “crisi” del welfare stateProposte di riforma • Neo-liberale: Quasi mercati (esternalizzazione dei servizi) • Socialdemocratica: Welfare mix (coinvolgimento di più soggetti: stato, mercato, terzo settore) • Sussidiaria: Welfare plurale societario (coinvolgimento delle comunità locali (istituzioni pubbliche, private, profit e nonprofit) sviluppo di servizi relazionali

  11. Sussidiarietà • Una comunità di ordine superiore non deve mai sostituirsi a una di ordine inferiore se quest’ultima risulta idonea ad affrontare e risolvere le questioni • Trattato costituzionale europeo • Riforma del titolo V della Costituzione italiana

  12. Sussidiarietà – tipi e principi • Sussidiarietà verticale • Sussidiarietà orizzontale • Solidarietà • Responsabilità • Prossimità

  13. Sussidiarietà – problemi attuativi • Presenza dello stato sociale istituzionale • Principio di legalità (nei paesi di common law le autorità locali dispongono “per natura” di competenza generale) • Finanza derivata • Rischio di delega del sistema pubblico • Strumentalizzazione degli attori sociali

  14. Sussidiarietà – modelli di attuazione • Esternalizzazione dei servizi (outsourcing) • Sussidiarietà per progetti • Valorizzazione delle iniziative dei privati • Redistribuzione delle risorse economiche (cash) senza apparato istituzionale pubblico di servizio (kind) • Voucher • Buono servizio • Erogazione a preventivo • Erogazione a rimborso • Assegno d’accompagnamento/ assegno di cura • Deduzione o detrazione fiscale

  15. Settori non strutturati Buono servizio a preventivo Settori mediamente strutturati Voucher Settori molto strutturati Buono servizio a rimborso Sussidiarietà senza apparato istituzionale

  16. Relazioni con il privato for profit • Filantropia: donazione di contributi economici senza progetti specifici e senza monitoraggio della realizzazione dell’attività; • Sponsorship: rapporto più stretto con l’impresa basato sulla realizzazione di un progetto; in questo caso l’impresa fa della collaborazione uno strumento per realizzare e comunicare la propria responsabilità sociale (Theleton-BNL); • Cause related marketing: azione comunicativa di promozione di un marchio o di un prodotto in associazione ad una buona causa (Golia-wwf); • Salary programme: la scelta da parte dei lavoratori di un’impresa di un progetto prosociale, per il quale vengono raccolti contributi all’interno dell’azienda stessa tra i lavoratori; • Terziarizzazione sociale: le imprese affidano a cooperative sociali o altri soggetti commesse di lavoro che viene svolto da soggetti appartenenti a categorie svantaggiate.

  17. Il terzo settore in Italia Dati censimento Istat 2001

  18. Organizzazioni per forma giuridica Dati censimento Istat 2001

  19. L’evoluzione del fenomeno Dati censimento Istat 2001

  20. I settori di intervento Dati censimento Istat 2001

  21. L’associazionismo socialein Italia 9 milioni di associati il 20% della popolazione. Dati IREF

  22. Il volontariato in Italia

  23. Il volontariato • Si distingue dalle altre organizzazioni di terzo settore per: • Motivazione prosociale • Agire gratuito • Significato della solidarietà • È diverso: • Dall’associazione volontaria e • Dall’impresa sociale

  24. Il volontariato in Italia 4,4 milioni ca. di volontari 12% della popolazione Solo 500.000ca. operano nelle 10516 organizzazioni di volontariato Dati IREF e FIVOL

  25. La nascita delle organizzazioni di volontariato Valori % Dati censimento Istat 2001

  26. La nascita delle organizzazioni di volontariato Valori assoluti (scorporato periodo 86-96) Dati Fivol 2001

  27. L’organizzazione è emanazione di … Valori assoluti Dati Fivol 2001

  28. Ispirazione ideale Valori assoluti Dati Fivol 2001

  29. Livello di formalizzazione Valori % Dati Fivol 2001

  30. Iscrizione al registro regionale Valori % Dati Fivol 2001

  31. Le dimensioni Valori % Dati Fivol 2001

  32. Distribuzione per sesso Dati Fivol 2001

  33. Livello di istruzione Valori % Dati Fivol 2001

  34. Fasce d’età dei volontari Valori assoluti Dati Fivol 2001

  35. Settori di intervento Valori assoluti Dati Fivol 2001

  36. Il volontariato organizzatoTipologia delle organizzazioni • L’organizzazione di base laica (26,9%) • L’organizzazione di base cattolica (15,4%) • L’organizzazione specialistica, affiliata e convenzionata (18%) • L’organizzazione “reticolare”, autonoma, ma sinergica e polivalente (22,4%) • L’organizzazione gestionale, grande, semiprofessionalizzata e convenzionata (17,3%)

  37. Legge quadro 266/91

  38. Le funzioni svolte

  39. La cooperazione sociale italiana

  40. Fattori di sviluppo della cooperazione sociale • terziarizzazione del sistema economico-sociale e trasformazioni della domanda di servizi • crisi dello stato sociale DALL’ALTO • nascita di nuove soggettività sociali promotrici a livello locale di azioni per il benessere dei cittadini, • rivitalizzazione e sottolineatura da parte di alcuni settori del movimento cooperativo delle motivazioni originarie all'impegno sociale, • sviluppo complessivo del terzo settore. DAL BASSO

  41. Gli stadi evolutividella cooperazione sociale • Gli inizi • Le convenzioni • Il contracting out e le gare d’appalto

  42. Le cooperative sociali in Italia Dati Ministero del Lavoro - Istat

  43. Periodo di costituzione Dati censimento Istat 2001

  44. Distribuzione territoriale Dati censimento Istat 2001

  45. Distribuzione territoriale Dati censimento Istat 2001

  46. Le risorse umane Dati censimento Istat 2001

  47. Risorse umane(valori medi) Dati censimento Istat 2001

  48. Tipologia di entrate (numero di cooperative) Le prime 2 sono entrate di fonte pubblica le restanti di fonte privata Dati censimento Istat 2001

  49. Tipologia di entrate (milioni di lire) Le prime 2 sono entrate di fonte pubblica le restanti di fonte privata Dati censimento Istat 2001

  50. Tipologia di entrate(valori medi in milioni di lire)

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