1 / 38

LAVORO IN EQUIPE

LAVORO IN EQUIPE. Dott.ssa Monia Isidori, Pedagogista e Counselor. CRITERI DISTINTIVI DEL GRUPPO. Ampiezza Autocategorizzazione Interazione prolungata Scopi condivisi Norme Ruoli Relazioni affettive. EVOLUZIONE DEL GRUPPO.

aliya
Download Presentation

LAVORO IN EQUIPE

An Image/Link below is provided (as is) to download presentation Download Policy: Content on the Website is provided to you AS IS for your information and personal use and may not be sold / licensed / shared on other websites without getting consent from its author. Content is provided to you AS IS for your information and personal use only. Download presentation by click this link. While downloading, if for some reason you are not able to download a presentation, the publisher may have deleted the file from their server. During download, if you can't get a presentation, the file might be deleted by the publisher.

E N D

Presentation Transcript


  1. LAVORO IN EQUIPE Dott.ssa Monia Isidori, Pedagogista e Counselor

  2. CRITERI DISTINTIVI DEL GRUPPO • Ampiezza • Autocategorizzazione • Interazione prolungata • Scopi condivisi • Norme • Ruoli • Relazioni affettive

  3. EVOLUZIONE DEL GRUPPO • INTERAZIONE:elemento portante nella formazione del gruppo, favorisce la coesione • INTERDIPENDENZA:condivisione degli stessi obiettivi, riconoscimento della reciprocità • INTEGRAZIONE:autodefinizione di sé come elemento del gruppo, capacità di negoziazione

  4. GRUPPO DI LAVORO E’ UNA “COSA” CIOE’ UNA UNITA’ORGANIZZATIVA PREVEDE: • Dimensioni ridotte (piccolo gruppo) • Autonomia gestionale ed operativa

  5. LAVORO DI GRUPPO E’ UN “COME” CIOE’ UN METODO DILAVORO PREVEDE: • Un obiettivo operativo • Persone con scopi e bisogni interdipendenti • Coordinamento delle loro azioni

  6. COS’E’ L’EQUIPE? lavorare in equipe implica che non è una sola figura professionale che si occupa del paziente, né che molte figure se ne occupano indipendentemente l’una dall’altra, in maniera separata MA Significa che la cura viene effettuata da un gruppo “integrato”, cioè persone che lavorano in modo armonico tra loro e condizionano il proprio lavoro attraverso una continua correlazione con gli altri, fatta di scambi, confronti, suggerimenti.

  7. STRUTTURA DELL’EQUIPE Deve essere composta da tutte le professionalità che lavorano in quell’ambito. Ogni operatore mette a disposizione degli altri la propria professionalità

  8. STRATEGIE DI LAVORO IN GRUPPO La strategia di lavoro può essere: • COERCITIVA • PERSUASIVA

  9. COERCITIVA Il gruppo è governato da un “capo” o da rigide regole burocratiche • Il potere “scende” e non si scambiano le conoscenze (apprendere verticalmente, es: solo il medico mi può insegnare) • Gli operatori non sanno fronteggiare l’incertezza

  10. PERSUASIVA Metodo di intervento alternativo, centrato su: • Negoziazione • Collaborazione • Condivisione degli obiettivi • Responsabilizzazione

  11. ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO D’EQUIPE • INTERDISCIPLINARE • PLURIDISCIPLINARE

  12. INTERDISCIPLINARE Tutti i membri del gruppo condividono: • Scopi • Modalità organizzative • Suddivisione del lavoro • Decisioni collettive Predisposizione degli operatori ad una certa flessibilità e al confronto

  13. PLURIDISCIPLINARE I PROFESSIONISTI INTERVENGONO NELL’AMBITO DELLE PROPRIE COMPETENZE SPECIALISTICHE EQUIPE COMPOSTA DA VARIE PROFESSIONALITA’, CHE HANNO BEN DEFINITI I PROPRI SPAZI, TEMPI E AMBITI DI ESPRESSIONE

  14. EQUIPE DEGLI OPERATORI L’OSS si integra con due categorie professionali: • Gli operatori sanitari : • Medici • Infermieri e ostetriche • Tecnici sanitari • P. riabilitative • Gli operatori non sanitari

  15. Infermiere responsabile dell’assistenza: si occupa della prevenzione delle malattie, dell’assistenza ai malati e disabili e di educazione sanitaria; si avvale di progetti assistenziali, partendo dall’individuazione dei bisogni della persona e pianificando gli interventi. Nella pianificazione, sono previsti gli interventi svolti dall’infermiere e quelli dell’OSS (varieranno a seconda del contesto e dei membri dell’equipe). L’OSS ha un ruolo chiave, occupandosi in particolare dell’accudimento o assistenza di base

  16. Coordinatore infermieristico: prima denominato caposala, con funzioni orientate all’ambito gestionale-organizzativo, predispone il contesto e le risorse affinchè l’equipe possa operare al meglio

  17. Ausiliario specializzato: sono attribuite mansioni relative all’ambiente (sanificazione, smaltimento rifiuti) e al trasporto di materiali all’interno dei presidi. Non è richiesto titolo di studio specifico

  18. OTA (operatore tecnico addetto all’assistenza): figura nata nel 1990, oggi in esaurimento a seguito dell’introduzione dell’OSS. E’ subordinata alla valutazione dell’infermiere, responsabile del suo operato

  19. Assistente sociale: opera nella prevenzione, nel sostegno e nel recupero di persone, gruppi sociali in condizioni di disagio sociale. L’OSS lo coadiuva occupandosi di interventi integrativi, quali il sostegno a persone sole, l’affiancamento nelle attività quotidiane, l’animazione, le attività sociali

  20. Educatore professionale: opera nei servizi socio-sanitari, attraverso l'elaborazione di un progetto educativo mette in atto interventi educativi finalizzati alla promozione della persona e al suo benessere psico-fisico.

  21. AREE DI COMPETENZA DELL’OSS • Comfort alberghiero • Gestione di presidi e apparecchiature • Cura e accudimento della persona

  22. RESPONSABILITA’ • L’OSS partecipa all’azione dell’equipe socio-sanitaria, con competenze specifiche (diverso dall’ausiliario e dall’OTA a cui non è riconosciuta autonomia e dipendono strettamente dall’infermiere) • La figura di riferimento definisce gli ambiti di competenza dell’OSS e del diverso personale all’interno delle strutture • L’Oss ha competenza per l’accudimento alla persona, ma non può modificare l’intervento prescritto in quanto non può valutare il rischio e le variabili individuali

  23. REGOLE PER STARE IN EQUIPE • Rispettare l’altro e le diverse professionalità • Riconoscere i propri limiti/errori • Riconoscere la propria sostituibilità (tutti sono necessari ma nessuno è indispensabile) • Saper apprezzare il lavoro degli altri • Saper ascoltare • Essere disponibili alla collaborazione • Essere disponibili alla negoziazione • Esprimere il proprio parere • Avere autocontrollo

  24. CAPACITA’ PER STARE IN EQUIPE COMPETENZA RELAZIONALE • COOPERAZIONE • METTERSI IN DISCUSSIONE • DARE IL GISTO PESO ALLE CONFLITTUALITA’ E PROBLEMI

  25. RIUNIONI D’EQUIPE Momento nel quale ci si confronta e si verifica il lavoro svolto E’ fondamentale che l’equipe giunga ad una sintesi decisionale, superando e mettendo fine alle possibili discussioni, per poter agire concretamente

  26. ERRORI NELLE RIUNIONI D’EQUIPE • MONOPOLIZZARE CON MONOLOGHI • IMPORRE SOLUZIONI • CREARE UNO STATO DI TENSIONE SENZA CHIARIRE • MANTENERE INDIFFERENZA E DISINTERESSE • INTERVENIRE CON ARGOMENTI NON PERTINENTI • ATTACCARE LE VARIE POSIZIONI • NON ESSERE PUNTUALI

  27. COESIONE DI GRUPPO: Forza centripeta che tiene unito il gruppo • Aspetti positivi: affettività intensa, ottenimento obiettivi comuni • Aspetti negativi: esasperazione consenso reciproco, riduzione di atteggiamenti alternativi

  28. FATTORI: • Individuali: percezione di essere accettati; prospettiva di obiettivi desiderabili; percezione di superiorità del gruppo • Ambientali: presenza di fattori di minaccia o frustrazione (capro espiatorio); successo del gruppo nel controllare l’ambiente

  29. Del gruppo: clima cooperativo; omogeneità di status; numero limitato di componenti

  30. LEADER • il leader è colui che influenza in maniera determinante i membri e l'attività del gruppo • ha la funzione di armonizzare e mantenere il gruppo come sistema • stili di conduzione del gruppo: leader autoritario, democratico e permissivo; leader orientato al compito e leader orientato alla relazione

  31. SINDROME DEL BURNOUT Dall’inglese “bruciarsi”, descrive una sindrome che può colpire una persona sottoposta per lungo periodo a situazioni particolarmente stressanti

  32. QUADRO DELLA SINDROME Insieme di manifestazioni psicologiche e comportamentali, raggruppabili in : • esaurimento emotivo • depersonalizzazione • ridotta realizzazione personale

  33. esaurimento emotivo Consiste nel sentirsi emotivamente svuotato e annullato dal proprio lavoro, per effetto di un inaridimento emotivo del rapporto con gli altri

  34. depersonalizzazione Atteggiamento di allontanamento e di rifiuto (risposte comportamentali negative e sgarbate) nei confronti di coloro che richiedono la prestazione professionale

  35. ridotta realizzazione personale Riguarda la percezione di: - una propria (ipotetica) inadeguatezza al lavoro • caduta dell’autostima • sentimento di insuccesso nel lavoro

  36. SINTOMI • Somatici: tachicardia, cefalee, stanchezza, apatia, insonnia, etc • Psicologici: depressione, rabbia, bassa autostima, difficoltà ad andare al lavoro, isolamento, negativismo, rigidità di pensiero, difficoltà di relazione con utenti e/o colleghi, cinismo, colpevolizzazione degli utenti

  37. COME PREVENIRE IL BURNOUT? • Maggiore dialogo con i colleghi • Stabilire riunioni d’equipe periodiche per evitare l’isolamento • Possibilità di staccare (avere qualche paziente in meno, differenziare l’attività) • Possibilità di trasferimento • Supervisione psicologica individuale o di gruppo

More Related