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“ …consulto involvit veritatem antiquas ut sapiens intellegeret, erraret rudis… ”

“ …consulto involvit veritatem antiquas ut sapiens intellegeret, erraret rudis… ” “ …l ’ antichità avvolse nel velo delle favole la verità affinché il saggio intendesse, l ’ incolto si ingannasse.. ”.

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“ …consulto involvit veritatem antiquas ut sapiens intellegeret, erraret rudis… ”

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Presentation Transcript


  1. “…consulto involvit veritatem antiquas ut sapiens intellegeret, erraret rudis…” “…l’antichità avvolse nel velo delle favole la verità affinché il saggio intendesse, l’incolto si ingannasse..”

  2. Una delle più semplici ed efficaci descrizioni del funzionamento di un'impresa è quella che considera i legami tra i costi sostenuti, i volumi produttivi realizzati e i risultati economici conseguiti. COSTI SOSTENUTI RISULTATI CONSEGUITI VOLUMI PRODUTTIVI

  3. L’analisi Costi-Volumi-Risultati consente una stima del volume di vendite necessario per raggiungere il punto di pareggio fra ricavi e costi di produzione. In corrispondenza di tale volume, quindi, l’impresa presenta un utile zero. Essa è utile in modo particolare per i finanziatori, visto che questi sono più interessati alla sopravvivenza dell’impresa e alla sua capacità di far fronte al rimborso del prestito, invece gli investitori sono più interessati al rendimento dell’investimento compiuto.

  4. • è propedeutica al budgeting; • ricerca il volume di pareggio; • ricerca il volume corrispondente ad un certo risultato economico. VERA FUNZIONE DELL’ANALISI: simulare l’impatto sul profitto delle sue variabili

  5. EQUAZIONE ECONOMICA BREAK EVEN POINT (BEP) FATTURATO DI EQUILIBRIO DIAGRAMMA DI REDDITIVITA’

  6. Per effettuare questa analisi è importante effettuare a priori una suddivisione dei costi che distingue: quelli connessi all’attività tipica dell’impresa, quelli legati al fabbisogno finanziario e quelli legati alla gestione straordinaria. FABBISOGNO FINANZIARIO ATTIVITA’ TIPICA DELL’IMPRESA GESTIONE STRAORDINARIA COSTI FISSI COSTI VARIABILI

  7. Calcolo del Break Even Point (BEP) con il metodo dell’equazione economica Il punto di pareggio può essere espresso in termini di volumi, ossia come numero di unità da produrre e vendere in termini di valore. Q = quantità prodotta e venduta P = prezzo unitario di vendita Cv = costo variabile unitario CF = costi fissi totali Rn = risultato netto (reddito) RICAVI TOTALI = COSTI TOTALI (P * Q) = (Cv * Q) + CF (P * Q) – (Cv * Q) = CF Q = CF / (P – Cv) P – Cv = Margine di contribuzione unitario

  8. Calcolo del punto di pareggio in termini di fatturato (fatturato di equilibrio) Il punto di pareggio in fatturato consente di determinare il livello di vendite che consente di coprire tutti i costi di gestione ed è più indicato per tutte quelle aziende nelle quali non è possibile esprimere le vendite in “numeri di pezzi venduti”, in quanto l’impresa produce e commercializza un numero elevato di prodotti difficilmente riconducibili ad un prodotto medio rappresentativo. Poniamo: ß = Cv / p (incidenza del costo variabile unitario sul prezzo) I costi variabili totali possono essere determinati nel modo seguente: CVTot. = ß x RT sapendo che: CT = RT CVTot. + CF = RT ß x RT + CF = RT RT = CF/(1-ß) dove (1-ß) costituisce l’incidenza del margine di contribuzione sul prezzo. Infatti: 1- Cv/p = (p-Cv)/p

  9. Rappresentazione grafica del punto di pareggio (BEP) - diagramma di redditività COSTO VARIABILE costi totali costi variabili volume produzione Il costo variabile totale (Cv) è uguale al costo variabile per unità di prodotto (Cvu) per la quantità prodotta e venduta. CV = Cvu * Q

  10. Rappresentazione grafica del punto di pareggio (BEP) - diagramma di redditività COSTO FISSO costi totali costi fissi volume produzione

  11. Rappresentazione grafica del punto di pareggio (BEP) - diagramma di redditività COSTO TOTALE ricavi costi totali UTILE costi totali PERDITE volume DI PAREGGIO volume produzione

  12. IPOTESI GENERALI 1. Il prezzo è costante; 2. Q venduta = Q prodotta (scorte pari a zero) 3. Analisi svolta nel breve periodo 4. Capacità produttiva data 5. Costanza delle decisioni manageriali IPOTESI SUL COMPORTAMENTO DEI COSTI 1. I costi hanno come unica determinante (cost driver) il volume di produzione; 2. Il costo variabile unitario è direttamente proporzionale alla quantità prodotta. IPOTESI SEMPLIFICATRICI ALLA BASE DELL’ANALISI COSTI – VOLUMI - RISULTATI

  13. La vera funzione dell’analisi del breakeven point non è tanto cercare il volume di pareggio bensì: valutare in ANTICIPO l’impatto sul PROFITTO di queste VARIABILI (o come manovrarle in vista di un certo profitto) Volume Prezzo di vendita Prezzo di acquisto Capacità e programmi Efficienza interna

  14. ESEMPIO Calcoliamo di seguito il punto di pareggio, sia in termini di volumi che di fatturato, sulla base dei dati seguenti: prezzo = 5,2 cv = 2,1 CF = 46.481,1

  15. 1° metodo : equazione economica 2,1 * Q + 46.481,1 = 5,2 * Q Q = CF / (P – Cv) Q* = 46.481,1 / 5,2 – 2,1 = 15.000 RT = p * Q = 15.000 * 5,2 = 77.468,5 (fatturato di equilibrio)

  16. 2° metodo : bep fatturato ß = Cv / p = 2,1 /5,2 = 0,40 CVT = 0,40 * RT Pertanto: 0,40 * RT + 46.481,1 = RT RT = 46.481,1/(1 – 0,40) = 77.468,5 Q* = RT / p = 77.468,5/ 5,2 = 15.000

  17. 3° metodo: rappresentazione grafica RETTA DEI RICAVI RT = 5,2 * Q SE Q = 0, RT = 0 SE Q = 10.000, RT = 52.000 RETTA DEI COSTI CT = 2,1 * Q + 46.481,1 SE Q = 0, CT = 46.481,1 SE Q = 10.000, CT= 2,1*10.000+46.481,1 = 67.481 RT, Ctot. 77.468,5 67.481 52.000 46.481,1 10.000 15.000 (Q*) Quantità

  18. I LIMITI DEL MODELLO DI ANALISI • Le ipotesi che stanno alla base dell’analisi di break-even sono alquanto riduttive e ne riducono il grado di realismo. • Di seguito segnaliamo alcune delle limitazioni maggiori dell’analisi in questione: • la distinzione tra costi fissi e variabili non è sempre agevole. Nella realtà, molte voci di costo presentano comportamenti diversi a seconda che il volume di produzione cresca o si riduca (si pensi al costo del lavoro); • è raro inoltre riscontrare una relazione perfettamente lineare tra livello dei costi e volumi produttivi; a questa rappresentazione statica delle curve di costo, la realtà oppone un comportamento più dinamico; infatti, oltre che per effetto delle economie di volume (che il modello in esame riesce a rappresentare grazie alla distinzione tra costi fissi e variabili), il comportamento dei costi muta anche in relazione a cambiamenti di scala produttiva (economie di scala) e all’effetto apprendimento; • un discorso simile può essere fatto con riferimento al livello dei prezzi, che nell’analisi considerata è considerato unico e statico, mentre nella realtà cambia molto velocemente e viene spesso modificato in relazione alla tipologia di clienti servita; • l’analisi costi-volumi-risultati non è in grado di incorporare alcuna ipotesi sulla politica delle scorte dell’impresa: la produzione allestita si considera integralmente venduta nell’esercizio considerato; il valore della produzione è quindi rappresentato dal solo fatturato (ricavi di vendita), • l’analisi appare scarsamente significativa con riferimento ad imprese multiprodotto: la necessità di identificare un unico livello di prezzi e di costi unitari non si concilia con la complessità di un’impresa diversificata; sulla possibilità di applicare l’analisi alle imprese commerciali si veda il seguito.

  19. RISCHIO OPERATIVO possibilità che il risultato di gestione sia compromesso da una struttura economica squilibrata LEVA OPERATIVA quantifica la sensibilità del risultato operativo al variare della quantità venduta Rischio e leva operativa

  20. GRADO DI LEVA OPERATIVA MdC = Margine di Contribuzione totale, dato da (p-Cvu)*Q Q = Quantità prodotta e venduta CF = Costi fissi

  21. Nel caso in cui i costi fissi sono nulli o comunque trascurabili, il GRADO DI LEVA OPERATIVA assume valore pari ad 1 per aumentare gli utili, ad esempio, del 10% è sufficiente aumentare le quantità prodotte e vendute del 10%. Ciò significa che

  22. Se il costo fisso non è trascurabile lo sforzo che si deve fare in termini di aumento della quantità prodotta e venduta per aumentare gli utili del 10% è molto maggiore. significa che

  23. ESEMPIO Costi fissi = 0 Prezzo unitario (P) = 77.4 euro Costo variabile unitario (Cvu) = 51,6 euro Margine di contribuzione unitario (MdCu) = p – Cvu = (77,4 – 51,6) = 25,8 Quantità prodotta e venduta = 10.000 unità MdCT = MdCu * Q = 25,8 * 10.000 = 258.000 UTILE = Mdc – CF = 258.000 – 0 = 258.000 per aumentare l’utile di 25.800 (10%) è necessario aumentare la quantità prodotta e venduta (Q) del 10% (ossia 10% in più di 10.000, pari a 1.000 unità aggiuntive). NE DERIVA CHE

  24. ESEMPIO Costi fissi = 129.114 euro Prezzo unitario (P) = 77.4 euro Costo variabile unitario (Cvu) = 51,6 euro Margine di contribuzione unitario (MdCu) = p – Cvu = (77,4 – 51,6) = 25,8 Quantità prodotta e venduta = 10.000 unità MdCT = MdCu * Q = 25,8 * 10.000 = 258.000 UTILE = 129.114

  25. ESEMPIO per raggiungere l’obiettivo di utile dell’esempio precedente (25.800 + 258.000 = 283.800) non devo aumentare la quantità prodotta e venduta del 10% bensì del 60%. Infatti, per ottenere un utile di 283.800 euro devo produrre e vendere 16.004 unità contro le 10.000 iniziali (+60%). NE DERIVA CHE RT - CF – Cvtot = 283.800 (77,4 * Q) - 129.114 - (51,6 * Q) = 283.800 Q ( 77,4 - 51,6) = 283.800 + 129.114 Q = 16.004 unità

  26. COME POSSONO LE IMPRESE AUMENTARE IL RISULTATO ECONOMICO A PARITA' DI CAPACITA' PRODUTTIVA? Spostando verso SINISTRA il punto di pareggio. In altri termini, è necessario aumentare il MARGINE DI SICUREZZA. MARGINE DI SICUREZZA si intende la differenza tra la quantità massima realizzabile dall'impresa (massimo sfruttamento della capacità produttiva) e la quantità di equilibrio

  27. COME POSSO SPOSTARE VERSO SINISTRA IL PUNTO DI PAREGGIO? • Posso agire a livello di: • prezzi • costi variabili unitari • costi fissi

  28. AUMENTO DEI PREZZI Aumentando i prezzi, il punto di pareggio si sposta verso sinistra ed aumenta anche il margine di sicurezza (aumenta l'inclinazione della retta dei ricavi totali). Prima di agire in questo senso, tuttavia, l'impresa deve verificare attentamente le conseguenze dal lato della domanda. Ovviamente, le conseguenze di un aumento di prezzo sulle quantità vendute saranno tanto maggiori tanto più alta è l'elasticità della domanda al prezzo. La svalutazione dell'euro può significare un aumento dei prezzi per le imprese esportatrici; tale aumento tuttavia non dipende dall'impresa e non può durare all'infinito. Inoltre, ciò potrebbe comportare anche un aumento del costo delle materie prime. In questo caso, l'effetto a livello dei profitti potrebbe essere trascurabile se non nullo. Un aumento dei prezzi deve essere considerata una azione critica, da attuarsi soltanto se abbinata ad altri interventi rivolti a fare percepire al cliente un miglioramento dell'offerta, sotto uno o più aspetti. Esempi in questo senso sono rappresentati da: - innalzamento della qualità del prodotto; - aumento del contenuto di servizio offerto (rapidità di intervento, garanzie, ecc.); - ecc.

  29. AZIONE SUI COSTI VARIABILI UNITARI • Una riduzione del costo variabile unitario comporta, a parità di condizioni, uno spostamento verso sinistra del punto di pareggio e anche un aumento del margine di sicurezza (diminuisce la pendenza della retta dei costi variabili totali). • L'obiettivo è dunque rappresentato da un aumento del Margine di Contribuzione unitario senza aumentare i prezzi. • MdCu = Prezzo - Cvu • Azioni che si possono attuare per ottenere una riduzione del Cvu: • Semplificare i prodotti e unificare i componenti: l'obiettivo è quello di unificare tutto ciò che non si vede e che non contribuisce ad aumentare la differenza percepita dal consumatore fra i vari prodotti (es. motore FIRE, Batterie, ecc.). Attraverso l'attuazione di questo intervento l'impresa aumenta le quantità utilizzate del singolo componente. In questo modo è possibile ottenere dei vantaggi economici nell'acquisto (sconti di quantità), oltre che ridurre il numero di voci gestite nel processo produttivo. • Revisione critica dei materiali: l'impresa deve verificare se può raggiungere gli stessi standard di qualità ed affidabilità con materiali diversi da quelli fino ad ora utilizzati meno costosi. In altri termini, l'impresa deve sempre cercare di migliorare il valore del prodotto, dato dal rapporto tra prestazioni e costo. • Diminuzione degli scarti: l'impresa deve sempre tenere presente che il costo della non qualità è superiore al costo della qualità. • Recuperare gli "sfridi" di lavorazione: gli sfridi sono gli scarti di produzione ossia il materiale che di solito le imprese buttano via perché privo di utilità. Le imprese che hanno saputo individuare modalità di utilizzo di tali sfridi sono state ricompensate da ritorni economici non trascurabili. Esempio, imprese tessili pratesi, che hanno saputo utilizzare gli stracci prodotti insieme alla produzione vera e propria; altro esempio, alcune imprese di mobili impiegano lo sfrido (in questo caso, il truciolo di legno) per alimentare la centrale energetica.

  30. AZIONE SUI COSTI FISSI Una riduzione del volume di costi fissi comporta uno spostamento verso sinistra del punto di pareggio. L'impresa deve dunque verificare se esiste l'effettiva possibilità di contrarre il volume dei costi fissi. Questi ultimi, essendo generati dalla struttura, sono nella realtà, in genere, difficilmente comprimibili. Semmai è pensabile ad un migliore sfruttamento della struttura stessa, al fine di aumentare i ritorni economici.

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