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I ministri della Parola

I ministri della Parola. Il passaggio dal Vangelo agli Atti: cambia il soggetto dell’annunzio I ministri della parola: gli apostoli o una comunità apostolica? a) il dato b) la sua interpretazione Lavori di gruppo. I ministri della Parola.

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I ministri della Parola

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Presentation Transcript


  1. I ministri della Parola • Il passaggio dal Vangelo agli Atti: cambia il soggetto dell’annunzio • I ministri della parola: gli apostoli o una comunità apostolica? a) il dato b) la sua interpretazione • Lavori di gruppo

  2. I ministri della Parola • Dal Vangelo agli Atti: un cambiamento di “soggetto” dal “primo” al secondo discorso” lucano (Lc 24, 36-53; At 1,1-2.3-5.6-11.12-14.15-26) • Continuità e ulteriorità: a) da Gesù, soggetto-oggetto dell’annunzio nel Vangelo, ai suoi testimoni, soggetto dell’annunzio e oggetto del racconto nel loro annunziare; b) dal tempo della presenza di Gesù al tempo dell’assenza cominciato con l’ascensione; c) dal tempo della promessa dello Spirito al tempo del rapporto personale tra la chiesa e lo Spirito; d) dai tempi agli spazi del Regno; e) dalla vita e dal mistero pasquale di Gesù alla vita dei suoi agenti e al mistero pasquale che in essi agisce e si manifesta pubblicamente • “Il confronto fa emergere immediatamente il ruolo inedito svolto dalla cerniera pasquale attorno alla quale ruota il dittico lucano che fa degli Atti non un racconto addizionale accostato al Vangelo, ma la storia degli agenti del Risorto” (Marguerat) • Racconto della corsa della Parola, cioè racconto della corsa dei suoi agenti: il Vangelo pasquale adesso è la storia dei testimoni

  3. I ministri della Parola I testimoni-ministri della parola: gli Apostoli o una comunità apostolica? • Il dato: nel primo cap. e nel resto del racconto • Il cap. 1 programmatico: • Il primo sommario: 1,13b-14 (apostoli, donne, la madre, i fratelli); • Il collegio dei 12 da ricostituire: un atto simbolico per una comunità di fratelli già ben ampia (1,15-16.21s.26)

  4. I ministri della Parola b) Il resto del racconto: • capp. 1-5: Pietro e gli Undici (2,14), Pietro insieme agli apostoli (5,29) gli “apostoli” (2,42s; 4,35.37; 5,2.12.17-42), Pietro e Giovanni (3,1-22); Pietro solo (5,1-11.16); Si deve notare bene però la preghiera in 4,29-31 • capp. 6-8: gli apostoli (8,1.14.18) i Dodici e i discepoli (entrambi per la prima volta in 6,1-2!); “i sette uomini attestati, pieni di Spirito e di sapienza” per il servizio delle mense” distinti appositamente dai dodici apostoli dedicati invece “alla preghiera e al ministero della Parola” (ma cf. Stefano in 6,8-7,60; Filippo in 8,5-40); • capp.9-12: Saulo discepolo (9,26-30); gli Apostoli (9,27; 11,1); Pietro (9,32-11,18; 12,1-19); “alcuni cittadini” ciprioti e cirenei (11,20s); Barnaba con Saulo (11,22-26; 12,25); “alcuni profeti” con Agabo (11,27s); Giovanni Marco (12,12.25);

  5. I ministri della Parola 4) capp. 13-15: “profeti e dottori” tra cui Barnaba e Saulo (13,1-3; 13,15.43.46.50; 15,2.12.22.25sNB; 15,36.37.39-40) chiamati “apostoli” in 14,4.14; Giovanni Marco (13,5.13); gli “anziani” della comunità (14,23 per le comunità di nuova fondazione); “gli apostoli e gli anziani” a Gerusalemme (15,2.4.6.22); Pietro e Giacomo (15,7-11.13-21); Giuda Barsabba e Sila “profeti” (15,22.27.32.40 solo Sila); “molti altri” insegnano ed evangelizzano ad Antiochia (15,35) 5)capp. 16-28: “apostoli e anziani” di Gerusalemme (16,4); Paolo; con Sila (16,19ss; 17,4-14; 18,5); Timoteo (16,1ss; 17,15; 18,5; 19,22; 20,4); Aquila e Priscilla (18,2 da Roma a Corinto; 18,18.26 da Corinto ad Efeso); Apollo di Alessandria (18,24ss; 19,1); “gli anziani” di Efeso (20,17) riconosciuti con un ruolo di “episcopi” pastori (20,28); a Cesarea si ritrova il diacono Filippo, ora denominato “evangelista” (21,8); le sue quattro figlie sono definite “vergini” che profetavano (21,9); “il profeta” Agabo (21,10ss); “gli anziani” di Gerusalemme (21,17) e Giacomo (21,17)

  6. I ministri della Parola • L’interpretazione del dato: • Il titolo “apostolo” • è dominante nei capp. 1-5(14x) e di fatto sono esclusivamente gli apostoli, come collegio o come singoli, ad essere i ministri della Parola; • nei capp. 6-12 (6x) la situazione comincia a cambiare perché, da un lato, i 12 si cominciano a distinguere esplicitamente come gruppo da tutti “discepoli” e si definiscono “ministri della Parola” per antonomasia, distinguendo così il loro servizio da quello degli altri ministri che vengono istituiti (cf. i sette diaconi); dall’altro però cominciano di fatto a lasciare il passo ad altri ministri della parola, come gli unici due dei 7 diaconi di cui Lc racconta (Stefano e Filippo, poi chiamato evangelista), diventando piuttosto i garanti della apostolicità dell’annunzio degli altri ministri. In questi capitoli compaiono come soggetti dell’annunzio Paolo, Barnaba (prima comparso solo come modello di condivisione), altri cittadini senza nome.

  7. I ministri della Parola c) Nei capp. 13-28 (7x) il titolo di “Apostoli” a partire da 16,4 scompare definitivamente e due volte su sette è riferito a Paolo e Barnaba. Evidentemente, facendo scomparire gradualmente la figura dei 12 e/o degli apostoli e applicando il titolo in due occasioni nel cap. 14 (subito prima del concilio di Gerusalemme) ai due nuovi ministri dell’annunzio nella diaspora e tra i pagani, Lc ha inteso dare un nuovo significato al titolo di “apostolo”, estendendone la valenza e definendo con esso i ministri della Parola che, in piena e perfetta comunione di fede e di intenti con i 12 e con gli anziani di Gerusalemme (chiesa madre, cf. capp. 2-8), prendono progressivamente nel racconto il posto dei 12 e portano avanti l’annunzio in Siria, in Asia e fino a Roma (cf. anche Rm 16,7). Ed è soprattutto dal cap. 13 in poi (cioè, da quando con Paolo e Barnaba l’annuncio comincia a decentrarsi definitivamente da Gerusalemme) che cominciano a spuntare e ad affermarsi nelle comunità nuovi ministeri della Parola, come quello dei profeti e dei didaskaloi, oppure ministeri di garanzia della continuità dell’annunzio e della rettitudine di una vita ad esso conforme, come quello degli “anziani”-pastori-vescovi.

  8. I ministri della Parola 2) Il ministero della Parola • più si va avanti nel racconto, più aumentano i contesti vitali in cui è richiesto il dono e la presenza della Parola, più si estende geograficamente l’annunzio, più si moltiplicano, si specificano e si differenziano i soggetti dell’annunzio. Esso resta comunque “apostolico”, conforme cioè allo Spirito del Risorto e alla testimonianza concorde e riflessa degli apostoli e degli anziani della chiesa madre (cf. parallellismo elenchi 1,13; 6,5; 13,1-3). Il ministero della Parola è apostolico ma non limitato agli apostoli! • La “profezia” è il dono-l’azione che meglio traduce questo ministero della Parola: consiste nell’incoraggiamento-sostegno-sprone-conforto (parakaleo) e nel rafforzamento-fortificazione-consolidamento (episterizo) della fede nei contesti concreti di vita (cf. 14,22; 15,32.41). Coinvolge anche le donne (le figlie di Filippo) e ad esso si collega il dono dell’insegnamento (cf. 13,1) e della predicazione (Apollo e Aquila e Priscilla).

  9. I ministri della Parola Lavori di gruppo Studiare il profilo di alcuni “ministri della Parola” indagando: • il modo in cui vengono qualificati e (se è esplicitato) adibiti ad un ministero; • le azioni che compiono; • (se è esplicitato) l’annunzio che recano e gli effetti che ha; • in favore di chi I testi: Barnaba (4,36s; 11,19-26; 13,1-3; 15,1-4.12.30-35); Stefano (6,1-6.8-15; 7,1-8,1a); Filippo (6,1-6; 8,5-14.26-40; 21,8s)

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